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Carmelo Cazzato, un neo-ellennista salentino obliato

Mai come in questa occasione ci sovviene il noto interrogativo di Alessandro Manzoni posto sulla bocca del curato Don Abbondio: “Carmelo Cazzato: chi era costui?
Carmelo Cazzato era un grande ellenista salentino, un appassionato studioso e profondo conoscitore della lingua neoellenica moderna, che egli rendeva in veste italiana con fine gusto e con ammirevole intuito interpretativo. Ma la storia gli è stata nemica ed egli è stato, come tanti altri salentini , ingiustamente obliato.

Carmelo Cazzato

Carmelo Cazzato

Carmelo Cazzato nacque a Corsano, nell’estremo Salento, il 26 febbraio 1874 e fece i suoi primi studi in provincia di Lecce. Si laureò presso l’Università di Napoli e, successivamente, insegnò nel Liceo delle Scuole italiane di Alessandria d’Egitto da dove si trasferì, forse per motivi di salute, a Roma, ove morì all’età di 62 anni, l’11 dicembre 1936.

Le preferenze del Cazzato erano rivolte soprattutto ai poeti tragici e ai romanzieri greci romantici della fine del XIX secolo: Vasiliadis, Bernardakis, Bikelas, Raidis e il prediletto Paparrigopulos, forse perché era morto suicida nel fiore degli anni.

In Egitto, quando il Cazzato insegnava nelle scuole italiane, viveva in una colonia greca di circa centomila abitanti, ed è logico pensare che egli avesse preferito quella sede per vivere a contatto di cittadini greci e per poter approfondire la conoscenza della loro lingua e della loro letteratura che coltivò, come risulta dai suoi appunti, fino agli ultimi anni.

Grazie all’aiuto di parenti ed amici di Carmelo Cazzato, residenti nella natìa Corsano, siamo riusciti a recuperare alcune sue opere:

  1. Una nuova proposta sulla questione della “Matelda”, Città di Castello, Tip. dello Stab. S. Lapi, 1900;
  2. Saggio di traduzione dal greco moderno della Merope di D. N. Bernardakis, atto I, Napoli, Stab. Tip. nella R. Università, A. Tessitore & Figlio, 1901;
  3. Demetrio Bikelas; Lukis Laras, tradotto da Carmelo Cazzato sulla terza edizione greca, Napoli, Libreria Detken e Rocholl, Piazza Plebiscito, 1901;
  4. Un altro capitolo della storia della Merope, Città di Castello, 1905;
  5. Ricordi (Per il volume Discorsi Sacri – Elogi Funebri del Prof. R. De Simone), Bitonto, Prem. Stab. Tip. N. Garofalo, 1906;
  6. Paparrigopulos, Demetrio; Agorà, Commedia in cinque atti (con prologo da lui tradotto), estratto da “Rassegna Italiana”, A.IX – foglio 9;
  7. Paparrigopulos, Demetrio; Agorà (Atto III scena IV), da lui tradotto per le nozze Vallacca-Collice.

Del valente neoellenista salentino siamo riusciti a rintracciare anche due articoli: il primo dopo due anni dalla sua scomparsa scritto dal prof. G. Gabrieli e pubblicato sul giornale “L’Ordine” del 14 gennaio 1938, dal titolo indicativo: “L’ultimo Bardo del Salento”, nel quale si parla anche di Francesco Colaci, di vecchia e colta famiglia calimerese; il secondo del prof. Paolo Stomeo, pubblicato in “La Voce di Corsano”, dicembre 1987, dal titolo: “Un neoellenista salentino dimenticato”, dove viene citato Vito Domenico Palumbo (1854-1918), un altro studioso calimerese purtroppo anch’egli non sufficientemente ricordato e studiato.

In questi due articoli, oltre a mettere in evidenza le doti umane, scientifiche e didattiche degli studiosi citati, gli autori si rammaricano che in particolare, Carmelo Cazzato, studioso serio e di valore, sia rimasto sconosciuto e dimenticato dai suoi conterranei e che nessun cenno sia stato fatto di lui nelle principali riviste salentine e pugliesi della fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Noi riteniamo che sia giunto il momento di rendere, dopo aver compiuto approfonditi studi e serie ricerche, il giusto riconoscimento ad un nostro grande conterraneo. Questa nostra convinzione scaturisce anche da episodi recenti come quello verificatosi pochi anni fa, quando il Presidente greco, Kostis Stephanopoulos, è venuto in visita ufficiale nei Comuni della Grecìa Salentina (Melpignano, Corigliano, Castrignano dei Greci, Martano, Soleto, Sternatìa, Zollino, Martignano, Calimera) consolidando così il legame profondo tra l’Italia e la Grecia, due importanti nazioni del vecchio continente bagnate dal Mar Mediterraneo e legate da antichissimi rapporti storici e culturali, di amicizia e di cooperazione.

E’ necessario dire ancora che Carmelo Cazzato era un bell’uomo, elegante nel tratto e nel portamento, amava, come Byron, i cavalli e le cavalcate romantiche in compagnia di amici, come attestano alcune sue fotografie con gli sfondi suggestivi ora delle piramidi ora degli alti palmizi di Alessandria, ora della sfinge di Gizeh. Oltre lo studio e l’insegnamento aveva un altro interesse culturale: quello della musica; era uno studioso e suonatore d’arpa. Possedeva un’arpa di alto pregio acquistata a Parigi ed era essa il suo svago durante la solitaria ed appartata esistenza.

In attesa, e non senza qualche concreta speranza che studiosi del settore s’interessino finalmente di Carmelo Cazzato, come di tanti altri valenti pugliesi dimenticati, abbiamo voluto pagare questo piccolo tributo di ammirazione e di gratitudine, convinti che non è mai sprecato il tempo speso per onorare la memoria dei nostri avi, specialmente quando essi sono stati, e continuano ad essere, ingiustamente negletti ed obliati

Francesco Accogli


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