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La civilità Neolitica

Verso la fine del VII millennio piccoli gruppi cominciarono a spostarsi dalla regione della cosiddetta Mezzaluna Fertile nel Vicino e Medio Oriente portando con loro un incredeibile bagaglio di radicali e irreversibili cambiamenti in tutti gli aspetti della vita dell’Uomo, caratterizzato da nuovi modelli di vita, basati sul diretto intervento di modifica degli ambienti naturali e sulla sedentarietà di dimore stabili, che soppiantano il nomadismo e il naturale equilibrio con l’ambiente che aveva contraddistinto l’Uomo paleolitico.


Viaggiando verso occidente, giunsero nel Salento, attraverso il ponte offerto dalle Isole Ionie e da “scogli” non ancora sommersi, su primitive imbarcazioni cariche di semenze, riposte in rivoluzionari contenitori di ceramica, e dei primi animali addomesticati: buoi, maiali, capre e pecore.

Nacquero così i primi villaggi a piccole capanne di forma irregolarmente circolare, sostenute da pali e con grandi focolari esterni, cinti da fossati o da muri di recinzione, solitamente situati in prossimità di corsi d’acqua, necessari alla sopravvivenza della nuova economia.

E’ proprio per far fronte a questo nuovo tipo di economia che cominciarono a comparire nuovi strumenti come le macine e le taglienti lame in ossidiana, un vetro vulcanico frutto delle prime forme di un commercio a lunga distanza, con sedi di provenienza nelle Eolie e in Grecia. Accanto ad asce, accette e picconi in pietra levigata, divengono sempre più frequenti anche gli oggetti in osso come le spatole e i punteruoli, collegati anche alla produzione ceramica che comprende diversi oggetti quotidiani, come piccoli forni, fuseruole da telaio, grani e pendenti di collana, oltre ovviamente alla classe predominante di questa innovativa produzione: i vasi.

In questo periodo la vita si sviluppa intorno ai nuclei abitativi, evolvendo e complicando il mondo religioso e le organizzazioni sociali dei gruppi sedentari. I nuclei acefali o egalitari, cioè a composizione sociale di uguaglianza, spesso caratterizzata da parentela, e priva di un capo stabile, si evolvono in etnie tribali segmentali più complesse e organizzate, che già nel corso del Neolitico medio sono distribuite su ampi territori dell’italia meridionale. In esse il ruolo sociale di alcuni personaggi predomina, senza tuttavia ancora assumere alcun significato ereditario o di casta dominante, rispetto al resto della comunità, mentre il ruolo degli sciamani diviene sempre più evidente, tanto che, in rarissimi casi, potrebbe essere identificato nelle primissime forme di una “casta sacerdotale”; d’altronde, è tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’età dei Metalli che bisogna ricercare il delinearsi delle prime forme di società a chiefdom che si andrà affermando soprattutto dalla seconda metà del III millennio a.C.

Tratto da un articolo di Medica Assunta Orlando e Sabrina Rossetti
Museo Civico e Paleontologico di Maglie


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