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Salvatore Coppola, storico delle classi popolari salentine

a cura di Francesco Accogli

Nel vasto panorama degli studi storici di Terra d’Otranto del secolo appena trascorso, un posto di particolare rilievo, per le ricerche compiute e i volumi e i saggi pubblicati, occupa il prof. Salvatore Coppola,  per diversi anni docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico “F. Capece” di Maglie e Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Maglie e Otranto. Nonostante il prof. Coppola abbia pubblicato numerosi volumi e condotto pazienti e meticolose ricerche rimane uno studioso poco conosciuto ai salentini e soprattutto al resto d’Italia. Convinti di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblichiamo di seguito una breve biografia ed un’ordinata bibliografia di Salvatore Coppola, sicuramente uno dei più attenti e scrupolosi storici delle classi popolari salentine negli ultimi trent’anni.

Salvatore Coppola è nato a Diso (località a pochi chilometri da Maglie e da Otranto).

Ha frequentato la facoltà di Filosofia dell’Università degli Studi di Pisa tra il 1966 e il 1970 ed ha vissuto per intero tutta l’esperienza del “sessantotto” con occupazioni di facoltà, cortei e lotte studentesche (è necessario ricordare che in quegli anni a Pisa erano studenti e compagni di corso di Salvatore Coppola, poi divenuti famosi, Massimo D’Alema e Fabio Mussi, rispettivamente ex Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente dei Deputati D.S. alla Camera, poi approdato a Sinistra Democratica, ma anche Adriano Sofri, Pietrostefani, Cazzaniga, per citare solo alcuni di quelli più noti).

Laureatosi in Filosofia e Giurispudenza, ha insegnato prima Italiano e Storia alle Scuole Medie e successivamente, precisamente dal 1981, Storia e Filosofia presso il Liceo Classico “F. Capece” di Maglie. Attualmente è docente di Filosofia e Storia presso il Liceo statale Italiano di Madrid in Spagna.

Salvatore Coppola da oltre venticinque anni si dedica metodicamente allo studio del movimento sindacale e politico del Salento.

Impegnato in politica per il P.C.I. dal 1970 al 1991, egli ha vissuto, in prima linea e con tenacia, le rivendicazioni dei lavoratori ovvero delle classi subalterne in genere ed ha seguito le travagliate e dinamiche vicende sindacali che nel basso Salento sono state per tradizione sempre intense e vivaci, essendone fautori personalità di grande intelligenza storica e dottrina amministrativa e statale, nonché di magistrale capacità di organizzazione ed educazione politica delle classi lavoratrici.

Sulla base dell’esperienza politica tramite stimoli paterni (cronache di lotte sindacali gli venivano raccontate dal padre militante comunista e sindacalista della C.G.I.L.) e anche alcuni appunti manoscritti del noto sindacalista salentino Pietro Refolo, Salvatore Coppola optò nel 1975 per una ricerca sistematica sulle vicende del movimento sindacale e contadino nel Salento dall’inizio fino alla metà del secolo appena trascorso, col preciso intento di far circolare nelle scuole e tra le popolazioni salentine, che ignoravano queste vicende, la conoscenza del travagliato riscatto ed emancipazione delle classi popolari.

L’attività di ricerca di Salvatore Coppola ebbe inizio quasi per caso. Vogliamo ricordare quanto egli stesso riferì in una intervista quando gli venne posta proprio questa specifica domanda. Il prof. Coppola così si espresse: “La mia attività di ricerca sulla storia del movimento sindacale nel Salento è iniziata nel 1975, e c’è una precisa ragione per ricordare quella data. Avevo letto, rimanendone affascinato, il libro di Fabio Grassi – Il tramonto dell’età giolittiana nel Salento – e, quasi nello stesso periodo, ebbi l’occasione di leggere un altro libro, scritto alcuni anni prima, ma che non avevo mai visto, e cioè Carlo Mauro pioniere del socialismo salentino, che mi donò l’autore, Carlo Caggia, in quegli anni docente, come me, presso la Scuola Media di Diso-Marittima.

I due libri – riferiva Salvatore Coppola – mi fecero conoscere storie e vicende di cui avevo solo sentito parlare, ma che non conoscevo affatto. Avevo da poco finito gli studi universitari a Pisa, dove tra il 1966 e il 1970 avevo vissuto per intero la vicenda del movimento studentesco, ed ero sensibile alle tematiche delle lotte sociali e politiche, anche se fino ad allora avevo solo qualche cognizione per avere sentito parlare mio padre di alcuni aspetti della storia del movimento sindacale leccese.

Quei due libri perciò – precisava ancora Coppola – mi aiutarono a scoprire una realtà nuova: la storia delle classi subalterne contadine che, grazie ad uomini come Carlo Mauro, avevano iniziato fin dai primi anni del secolo scorso la lotta per il proprio riscatto”.

Sempre nello stesso anno 1975 accadde un episodio decisivo per gli studi e le ricerche di Salvatore Coppola.

Anche per questa circostanza preferiamo riportare quanto egli stesso affermò in un’altra intervista: “Ero docente di Scienze dell’Educazione in uno dei tanti corsi abilitanti avviati nel 1975 e tra i miei allievi c’era Maria Viola Refolo, che mi si presentò come la nipote di Pietro Refolo, grande antifascista di cui avevo solo sentito qualche notizia da mio padre. Maria Viola Refolo (su mia richiesta di alcuni scritti, documenti in suo possesso), mi consegnò un pacco di carte, di appunti manoscritti di Pietro Refolo, il quale, nella prima pagina, dichiarava l’intenzione di voler ricostruire, a distanza di cinquant’anni, la storia del movimento sindacale dalle origini, di cui egli era stato uno dei protagonisti”.

Seguendo le indicazioni precise contenute in quella pagina di Pietro Refolo, Salvatore Coppola iniziò a compiere ricerche presso l’Archivio di Stato di Lecce e presso la Biblioteca Provinciale, per la verità aiutato ed incoraggiato dalla dottoressa Michela Pastore, allora Direttrice dell’Archivio, e da Enzo Panareo, bibliotecario della Provinciale di Lecce.

Dopo due anni di ricerche intense ed appassionanti (durante le quali Salvatore Coppola ebbe modo di consultare documenti di polizia, relazioni prefettizie, inchieste governative, processi e sentenze, articoli, ecc.) pubblicò il suo primo libro che ha il seguente titolo: “Leghe contadine del basso Salento agli inizi del secolo e Memoriale di Pietro Refolo, con la prefazione di Enzo Panareo, Lecce, Edizioni “Salento Domani”, 1977.

L’interesse suscitato in ambienti politici e sindacali ed anche accademici (è giusto ricordare che il libro venne adottato da un docente dell’Università di Lecce) spinse Salvatore Coppola a continuare nell’attività di ricerca.

Per non annoiare il lettore ricordiamo che l’attività di ricerca, riferita ad articoli, saggi e volumi, è continuata in tutti questi anni ed è tuttora attiva.

Al momento pubblichiamo la bibliografia relativa solo ai più importanti volumi editi.

 

BIBLIOGRAFIA

– Leghe contadine del basso Salento agli inizi del secolo e Memoriale di Pietro Refolo, prefazione di Enzo Panareo, Lecce, Ed. Salento Domani, 1977.

– La rivolta di Tricase, Lecce, Ed. Salento Domani, 1981.

– Conflitti di lavoro e lotta politica nel Salento nel primo dopoguerra (1919-1925), prefazione di N. G. De Donno – introduzione di Enzo Panareo, Lecce, Ed. Salento Domani, 1984.

– Cronache e documenti di storia sociale salentina (1947-1954), Tricase, Ed. Laborgraf, 1991.

– Il movimento contadino in Terra d’Otranto (1919-1960), Cavallino, Capone Editore, 1992.

– Quegli uomini coperti di stracci. La lotta dei braccianti salentini per la redenzione dell’Arneo (1949-1952), Castiglione, Graf. Giorgiani, 1997.

– Pietro Refolo. Una vita per la democrazia. Origini della C.G.I.L. nel Salento, Lecce, Argo Editore, 1998.

– Politica e violenza nel Capo di Leuca all’avvento del fascismo. Gli omicidi di Cosimo Profico Ugento (15.6.1922) e di Roberto Caputo Tricase (23.9.1923), Castiglione, Graf. Giorgiani, 1999.

– Il gruppo dirigente del PCI salentino dal 1943 al 1963, Edizioni LiberArs, 2001 (Cfr. la recensione dopo la presente bibliografia).

– Il Comune di Diso nell’età del Risorgimento. La figura di Gioacchino Maglietta, in “Vicende Politiche e Vita Religiosa a Diso e Marittima nell’età moderna”, Edizioni LiberArs, 2002.

– Roberto Caputo. Martire Antifascista Salentino (Storia e documenti) insieme a Francesco Accogli, Tricase, Edizioni Città di Tricase, 2003.

– Entre la religiòn y la politica. I rapporti della Santa Sede con l’Italia, Germania e Spagna (1929 – 1945), Siddhart Mehta Ediciones, Madrid, 2007.

El pontifice summamente bondadoso. Dipolomazia, chiesa e politica ai tempi di Giovanni XIII (1958 -1963), Galatina, EdiPan, 2009.

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UN ALTRO INTERESSANTE VOLUME DI SALVATORE COPPOLA

“IL GRUPPO DIRIGENTE DEL PCI SALENTINO

DAL 1943 AL 1963″

di  Francesco Accogli

Nel numero 8 del 1/15 maggio 2001, p.21, del periodico “Euromediterraneo” abbiamo avuto modo di parlare approfonditamente  del prof. Salvatore Coppola, certamente uno dei più attenti e sensibili  storici della provincia di Lecce. Infatti, il titolo di quell’articolo, lo ricordiamo per chi non avesse avuto la possibilità di leggerlo, era il seguente: “Salvatore Coppola: storico delle classi popolari salentine”.

Questa brevissima premessa non vuole essere una citazione del precedente articolo, assolutamente!; lo abbiamo fatto solamente  per ricordare che ci sentiamo liberi di non citare la biografia e la bibliografia del prof. Coppola avendole pubblicate pochi mesi fa e non volendo certamente essere ripetitivi e noiosi. Ricordiamo solo, in modo sintetico, che Salvatore Coppola è nato a Diso (località a pochi chilometri da Maglie), che è stato docente di Storia e Filosofia presso il Liceo “F. Capece” di Maglie e che ha occupato per diverso tempo la carica di Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Maglie e Otranto.

Detto ciò, passiamo volentieri al motivo specifico del nostro interesse: il prof. Coppola ha pubblicato un altro interessante volume dal titolo: “Il gruppo dirigente del PCI salentino dal 1943 al 1963″, Leverano, LiberArs editrice, Ottobre 2001, pp. VI – 274, senza indicazione di prezzo.

Per chi, come noi, conosce bene Salvatore Coppola, appena avuto in mano il volume, non è certo rimasto sorpreso o meravigliato (era, diciamo così, prevedibile, considerato i suoi interessi scientifici in questo settore) perché da lungo tempo ormai Egli ha occupato un posto di tutto rilievo nel vasto panorama degli studi storici di Terra d’Otranto per le ricerche compiute, per i  volumi, i saggi e gli articoli pubblicati sulle classi popolari salentine con particolare interesse al movimento operaio e contadino dell’intera Provincia.

Il volume, dato in omaggio ai delegati del Congresso Provinciale di Lecce  dei Democratici di Sinistra il 30 ottobre2001, si presenta bene: il progetto grafico della copertina è stato curato  da Nicola Cesari, docente di Storia dell’Arte e noto pittore della corrente artistica “informale”, che vive a  Maglie; il volume  ha un formato di cm 15 x 21, pertanto, è agevole e pratico, e la prima pagina (numeri romani) vede due citazioni di storici molto conosciuti che ci piace ricordare perché molte indicative e, secondo noi, quasi giustificative del lavoro compiuto.

La prima è di Paolo Spriano: “La storia di un partito politico non può non essere in primo luogo storia del suo gruppo dirigente”.

La seconda è di Giorgio Galli: “Quanto è stato finora scritto sul PCI concerne sostanzialmente il suo gruppo dirigente; l’indicazione di studiare la storia del PCI quale storia del corpo intermedio degli iscritti (militanti, dirigenti di base) è, appunto, una indicazione… allo stato attuale, la storia del PCI rimane ancora la storia della sua classe dirigente”. Ma su questo punto  torneremo alla fine per precisare meglio il nostro pensiero.

Seguono due “Introduzioni” a firma la prima di Sandro Frisullo, capogruppo nel 2001 dei Democratici di Sinistra al Consiglio regionale di Puglia e la seconda di Antonio Maniglio, Consigliere regionale D. S., sempre alla regione Puglia. La loro scelta è dovuta, almeno siamo orientati a credere, perché entrambi hanno occupato per un lungo periodo la carica di Segretario Provinciale di Lecce del PCI.

Immediatamente dopo inizia la ricerca strutturata dall’autore in cinque corposi, ma piacevoli ed interessanti, capitoli. Riportiamo i titoli perché i periodi analizzati  sono datati storicamente e, quindi, di estrema utilità per i lettori:

1 dalla caduta del Fascismo al I° congresso provinciale. Il dibattito sulla “Svolta di Salerno”

(1943 – 1945);

2 la costruzione del “Partito Nuovo” tra il I° e il III° congresso provinciale (1946 -1950);

3 le lotte per la terra e l’elaborazione della politica agraria tra il III° e il IV° congresso provinciale (1950 – 1954);

4 dalla ripresa delle lotte per la terra alla crisi politica e organizzativa successiva al V° congresso provinciale (1954 – 1959);

5 il superamento della crisi e la ripresa dell’azione politica tra il VI° e il VII° congresso provinciale (1960 – 1963).

E’ giusto precisare anche che il volume si basa in gran parte su documenti raccolti presso l’Archivio dell’Istituto “A. Gramsci” di Roma,  l’Archivio di Stato di Roma e di Lecce; le fonti giornalistiche sono state attinte presso la Biblioteca Provinciale “N. Bernardini” di Lecce e non  mancano  preziosi consigli, suggerimenti, precisazioni e ricordi comunicati all’autore da parte di  numerosi militanti che hanno vissuto direttamente la fase storico-politica analizzata nel volume.

A margine di queste brevi e, sicuramente incomplete, precisazioni, ritenendo comunque la ricerca indispensabile e lodevole per la mole di lavoro ed anche perché traccia con passione e con intelligenza la storia del Partito Comunista Italiano a Lecce e nel Salento dalla caduta del regime fascista agli inizi del centrosinistra (analizzando meticolosamente gli anni relativi alla fine della guerra, alla ricostruzione, all’attentato a Palmiro Togliatti, alla riforma agraria, alle lotte del movimento contadino nella nostra provincia, agli scioperi e alle manifestazioni delle storiche ed eroiche tabacchine, all’idea di “partito nuovo” e di “partito di massa”, all’indicazione della “democrazia progressiva”, ai tanti, uomini e donne, citati che sarebbe lungo elencare, ecc., ecc.,) ci permettiamo di fare una sola osservazione che è  alla base di tutta la ricerca e che, ripetiamo, non inficia il prezioso lavoro compiuto dal prof. Salvatore Coppola.

A nostro modo di vedere riteniamo un limite oggettivo il solo interesse al gruppo dirigente provinciale di Lecce, spesso anche mortificato dalla presenza massiccia e pesante di funzionari inviati da Roma che operavano poi scelte e decisioni poco democratiche e, di frequente, anche dolorose. Capiamo le difficoltà incontrate dal prof. Coppola ed è per questo che  invitiamo, prima l’Amico e poi lo Storico,  a voler continuare la ricerca completando questa fase recente della nostra storia e dedicando un particolare interesse ai tanti uomini e donne che hanno, nella nostra provincia come nel resto d’Italia, compiuto “una scelta di vita”, hanno dedicato la loro esistenza alla causa dell’emancipazione delle classi lavoratrici ed hanno combattuto con tenacia e con abnegazione per la democrazia, per la libertà e per una società migliore nel nostro Paese.

Crediamo che la storia del PCI è anche la storia di tanti, tantissimi semplici ed umili militanti, iscritti,  di tanti giovani, di tante donne, di tanti braccianti e contadini, di tanti sindacalisti, di tante persone che hanno contribuito, sicuramente, con enormi sacrifici e privazioni, con offese e sofferenze, con umiliazioni e denunce, al progresso economico, sociale, umano e culturale di questa nostra Terra salentina.

Siamo convinti che al prof. Salvatore Coppola non gli sarà difficile farci questo ulteriore regalo!


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