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Torre del Serpe, antico faro romano

Stemma della città

Stemma della città (Fonte: wikipedia)

Molti degli stemmi dei comuni del Salento sono caratterizzati da disegni a volte al quanto bizzarri, simboli che nascondono significati arcani, aneddoti realmente accaduti o semplicemente racconti o leggende le cui origini si perdono ormai nella notte dei tempi. Ad esempio, vi siete mai chiesti perchè lo stemma del comune di Otranto rappresenta una serpente avvolto intorno ad una torre?

Se facciamo qualche passo lungo la costa idruntina, ci imbatteremo in una struttura architettonica, una colonna sezionata verticalmente chiamata “Torre del Serpe“. Come faccia a distanza di secoli una costruzioni ridotta in queste condizioni a rimanere ancora in piedi è a mio parere un mistero, a giudicare dai crolli che si susseguono continuamente in monumenti maggiormente ancorati al terreno e basati su solide fondamenta. Ad ogni modo non sembra una torre come quelle che si vedono un pò dappertutto lungo le coste salentine, costruite intorno al 1500 in difesa dalle incursioni piratesche che infestavano i mari del Mediterraneo. La sua altezza e lo stretto diametro del corpo cilindrico le attribuirrebbero una funzione di “faro”.

Torre del serpe (Fonte: http://www.otrantoinforma.com/monumenti.html)

Torre del serpe (Fonte: http://www.otrantoinforma.com/monumenti.html)

Alcuni studi condotti, i più accredetitati sono quelli del prof. Antonio Corchia, accerterebbero che la torre-faro possa risalire al periodo romano. I romani infatti innalzavano strutture di questo tipo da utilzzare come fari alimentati da lampade ad olio, per guidare le navi in arrivo ad approdare nei porti. L’olio utilizzato per le lampade era solitamente olio di oliva o olio di balena, sostanza di cui sono molto ghiotti i “mostri marini”…nell’antichità si ritenava infatti che un enorme serpente marino andasse alla ricerca dei fari ad olio per nutrirsi del prezioso materiale che serviva da combustibile per alimentare le fiamme delle lampade. Una volta uscito dall’acqua tutto quello che rimaneva da fare era di arrampicarsi sulla scogliera, per poi avvolgersi intorno al faro e raggiungere la cima per “rubare l’olio”. Spesso questi piccoli furti causavano lo spegnimento della lampada, causando non pochi problemi ai naviganti.

Questo genere di fari era attivamente sorvegliato da sentinelle che dovevano accertarsi, soprattutto nel corso delle notti più buie, che la lampada non si spegnesse e assicurare così la sicurezza delle navi in mare che si accingevano ad avvicinarsi alla costa. In una di queste notti, mentre i soldati si concedevano un pò di riposo, il faro si spense lasciando nell’oscurità tutto il colle su cui è sita la torre. Da qui sarebbe nato il mito del serpente che divorava l’olio delle lampade dei fari per riempire il suo stomaco e soddisfare il suo appetito.

“Case vicno alla torre non ce n’erano perché  posto  sinistro quello, dove la notte i morti tornavano dal mare alla riva, salivano sugli scogli e andavano con sottili lamenti fra le malerbe. Questa storia sulla nostra costa ebbe inizio nei tempi addietro quando in Terra d’Otranto regnava Maria d’Enghien e sulla torre viveva un serpe; in una notte di tempesta questo serpe salì a spirale lungo il muro della torre, infilò la testa fra le grate della feritoia più alta e visto l’olio della lampada,  che faceva luce ai naviganti e dava segnale del porto, essendo privo di vero conoscimento, si bevve quell’olio sino all’ultima goccia e lo digerì disteso sulla pietra, nel silenzio della notte. Attraversava allora il canale un galeone di mercanti veneziani, che andò subito a sbattere contro gli scogli; i mercanti veneziani sparirono nell’acqua, ma non poterono aver pace nel fondo del mare, perché nei loro occhi morti, nei loro piedi morti era rimasta la voglia di terminare il viaggio interrotto. Così, di tanto in tanto, essi passeggiavano sulla costa, ricordandosi delle cose piacevoli della vita.”


Maria Corti, L’ora di tutti, edizioni Tascabili Bompiani, 2001

L’associazione della Torre al simbolo dello stemma della città sarebbe invece legata ad una seconda leggenda: prima dell’assalto dei turchi del 1480 il serpente avrebbe fatto nuovamente visita al faro, nutrendosi dell’olio,  causando nuovamente lo spegnimento della lampada. Questa volta però l’indicidente fu decisamente favorevole per la città dato che le navi turche in avvicinamento alla terraferma, con l’intento di saccheggiare e invadere le coste salentine, non avendo nessun riferimento con il quale approdare decisero di continuare oltre dirigendosi verso la vicina Brindisi, alla quale spettò una triste sorte. L’aver salvato la città fu come ricevere una medaglia al valore per il mostro marino, in quale venne immortalato nel simbolo dello stemma con la sua torre.

La torre ad ogni modo non è giunta fino a noi solo grazie alla clemenza del tempo. Ha subito infatti due interventi di restauro nel corso dei secoli, dapprima da parte di Federico II nel 1230 e poi un secondo nel 1997.

Marco Piccinni

SITOGRAFIA:

Otrantoinforma

Comune di Otranto


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