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Il parco Naturale di Porto Selvaggio

Nel 2006 nasce l’unico parco naturale attrezzato della regione Puglia lungo la costa ionica della penisola Salentina: il parco Naturale di Porto Selvaggio e della palude del Capitano; si estende per una superficie di oltre 1000 ettari, in parte coltivati da un boschetto di pini d’Aleppo impiantato durante gli anni cinquanta del secolo scorso su una proprietà privata dei baroni Fumarola. Questo intervento ha notevolmetne modificato l’aspetto costiero, porevalentemente roccioso o sabbioso, contribuendo alla formazione di un nuovo piccolo ecosistema spostaneo.

Tra una folta macchia meditarranea, disturbata di tanto in tanto dalla fauna locale, il parco di porto selvaggio conserva anche numerose testimonianze preistoriche di uomini e animali (decisamente molto diversi da quelli che siamo abituati a vedere oggi), ospitando alcuni dei depositi più conosciuti a livello europeo nella Grotta del Cavallo (che da sola raccoglie informazioni per ben 120.000 anni di storia tra incisioni e diversi manufatti), nella Grotta di Carlo Cosma, nella Grotta di Uluzzo, nella Grotta del Fico e in quelle di Serra Cicora e di Capelvenere. Tra i ritrovamenti che accerterebbero la presenza dell’uomo in un periodo che si aggira intorno ai 40.000 anni fa, vi sarebbero utensili da forme particolari ricavati da lastrine calcaree, manufatti unici nel loro genere tanto da coniare un nuovo antenato, l’Uluzziano, che si distinguerebbe dai suoi coetanei europei per aver utilizzato tecniche e utensili differenti. Fino a poco tempo fa si riteneva che questa cultura fosse una forma più “evoluta” dell’uomo di Neandherthal fino a quando non è stato classificato come  il più antico uomo del genere “Sapiens” di cui si abbiano resti in Europa. Risalirebbero ad un periodo di tempo compreso tra 43000 e 45000 anni fa due dentini da latte rivenuti negli anni ’60 del secolo scorso e definitivamente associati all’uomo moderno da una ricerca condotta da Thomas Higham dell’Università di Oxford e da Stefano Benazzi dell’Università di Vienna, pubblicata inoltre sull’autorevole rivista Nature.

Di particolare interesse risulta la grotta di Serra Cicora, nei cui paraggi è stata rinvenuta una vera e propria necropoli con particolarità che hanno suscitato l’interesse di molti studiosi, come ad esempio alcune struttute megalitiche che contenevano alcuni dei corpi sepolti.

I primi studi nel parco sarebbero stati condotti nel 1961 dal Prof. Arturo Palma di Cesnola, dal Prof. Edoardo Borzatti von Lowenstern per conto dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, e che grazie all’apporto di prestigiosi studiosi hanno messo in evidenza l’importanza archeologica dell’area anche a livello internazionale.

Il numero delle grotte (ad accesso per via mare o terra) nel parco non si esaurisce con quelle già citate; ve ne sono molte altre, come ad esempio quelle distribuite lungo il litorale compreso tra Torre dell’Alto e Torre Uluzzo (costruite nel XVI secolo da Carlo V per difendere tutto il territorio da attachi via mare), un tempo al di sopra del livello del mare.

Per avere un’idea della meraviglia di questi antri, vi lasciamo in compagnia di questa splendida foto, realizzata da Danilo Ianne, in una delle numerose grotte. Questa è di facile accesso anche via terra e al suo interno presenta numerose sorgenti di acqua fredda.

Copyright Danilo Ianne

Copyright Danilo Ianne

SITOGRAFIA:

Casa Torre Mozza.it

Porto Selvaggio.net

La Repubblica.it


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