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La Strina, canti natalizi “pagani” dalla Grecìa Salentina

Potremmo definire la Grecìa Salentina come un piccolo enclave, costituito da ben 9 comuni della penisola salentina. Nonostante la suddivisione politica in rigidi confini tra di loro aleggia una sincronia unica che ha resistito ardentemente nel corso dei secoli giungendo fino a noi.

Il ricordo di tradizioni e folklore che contraddistinguono la discendenza greca di quella che è a tutti gli effetti una piccola minoranza etnica e linguistica nell’estremo sud d’Italia, sono in realtà un pò sbiadite in quanto facenti parte di un bagaglio culturale che si è tramandato da generazione in generazione prettamente per via orale.

Con l’avvento dell’era moderna parte di queste tradizioni sono andate via via scemando per poi scomparire quasi del tutto, fatto salvo il prezioso carico di informazioni ancora custodito dalla popolazione più anziana, che di tanto in tanto è possibile ascoltare in conversazioni nella tipica lingua grika, che purtroppo alcuni giovani conoscono solo in un numero ristretto di vocabili da utilizzare quasi per gioco e scherno.

Se non si è del luogo, sarebbe inutile cercare di comprendere il significato delle “oscure” parole grike, dato che sono ben lontane dai tradizionali dialetti salentini e più simile invece al parlato greco. Discuteremo in un secondo momento questa straordinaria cultura per dedicarci in questa sede ad un contesto differente: quello delle tradizioni pagano-cristiane che accompagnavano la grecìa salentina nel periodo che intercorreva approssitamente tra il giorno dell’Immacolata e il Capodanno.

 

In questo periodo le strade e le piazze si popolavano di musicisti, esperti e improvvisati, che brandendo strumenti tipici della tradizione grika e salentina, diffondevano nell’aria musiche e canti religiosi di stampo pagano, mutati poi nel tempo fino ad assumere un contesto più “cristiano” che prese il nome di “Strina“.

La Strina, uno dei canti più complessi conosciuti nelle Grecìa Salentina, racconta sommariamente gli eventi che hanno accompagnato la nascita di Gesù Cristo. La musica e le parole di questi canti venivano riprodotte da casolare in casolare, da masseria in masseria, da abitazione in abitazione, da piccoli “gruppi musicali” che in cambio ricevevano auguri o un semplice dono di provviste.

La Strina è quindi ciò che rimane di un canto griko di iniziazione ed accompagnamento dell’uomo e del suo lavoro ad un nuovo anno, una serie di eventi propiziatori, di buon auspicio, di abbondanza per un continuo e possibilmente migliore “avvenire”. Ed è lo stesso avvenire che ha portato una canto della cultura greca a mutare e adattarsi ai costumi e culti della società in cui si era radicato, divenendo così un canto cristiano ancora intriso di parole del grikò, in un perfetto esempio di coesistenza di due culture differenti che condividono, ancora oggi, le stesse terre e gli stessi mari.

Marco Piccinni

SITOGRAFIA:

Luca Ravagnan, La Musica Popolare – Acquarica di Lecce.it


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