Home » Arte del Salento » La Chiesa di Santo Stefano a Soleto: i colori del passato

La Chiesa di Santo Stefano a Soleto: i colori del passato

L’entroterra pianeggiante della penisola salentina custodisce, all’ombra dei secolari ulivi antropomorfi dalle lunghe e contorte radici diramanti nella fertile rossa terra, eterogenei scrigni d’arte. Nell’area dell’antica Grecìa salentina, in provincia di Lecce, gravitano numerosi paesi caratterizzati da un arcaico idioma, il griko, diretta testimonianza di quel crogiuolo linguistico che, attraverso l’humus stratigrafico ha generato quel processo di ellenizzazione avvenuto a partire dal V secolo d.C.

Tuttavia la cittadina di Soleto manifesta, oltre ai segni indelebili di un passato pre-cristiano e medioevale, durante il quale, diviene sede di un importante nucleo religioso e culturale italo-greco, il suo periodo di massimo splendore tra il XIV e XV secolo, in coincidenza della potente signoria politica voluta dalla casata dei Del Balzo-Orsini.

Testimone eccellente della nobile casata è la chiesa di Santo Stefano, dedicata originariamente a Santa Sofia. Negli atti degli Apostoli (6-7) Stefano è nominato come uno dei sette diaconi incaricati di curarsi della distribuzione quotidiana del cibo alla vedove; egli subì il martirio quando durante una lunga disputa nel sinedrio, fu accusato di blasfemia, fu aggredito e trascinato dai sacerdoti fuori dal tempio e lapidato.

Chiesa di Santo Stefano

Chiesa di Santo Stefano

La chiesa viene edificata intorno alla metà del XIV secolo, mediante soluzioni intermedie tra il romanico pugliese e il gotico; il prospetto ascendente della sobria facciata presenta un portale centrale sormontato da una lunetta con archivolto a motivi vegetali; cornici e archetti pensili, eseguiti a salienti, sostengono idealmente un piccolo rosone a raggiera lavorato con eleganza stilistica; la parte alta dell’edificio termina con uno slanciato campanile a vela caratterizzato da una solitaria bifora.

L’interno ad unica pianta rettangolare è completamente affrescato secondo le consuetudini bizantineggianti ed arricchito da iscrizioni di origine greca. Soffermandoci al centro dell’aula, possiamo notare come nei “freschi” persistano molteplici tracce di quell’antica e vitale cromia orientale, eseguiti da maestranze anonime tra il XIV e il XV secolo.

Nella zona del catino absidale è raffigurato un Cristo-Sapienza “Verbum Dei” benedicente, attorniato da quattro Dottori della Chiesa che reggono tra le mani un cartiglio contenente preghiere della liturgia bizantina. Nella parte superiore della suddetta, è raffigurata la scena della Pentecoste con la Vergine assisa in trono e con le spalle rivolte alla città di Gerusalemme, affiancata dagli Apostoli che assistono alla discesa dello Spirito Santo, mentre, nella parte soprastante la calotta absidale, la Vergine Assunta in cielo è avvolta da un drappeggio rosso retto da due figure angeliche; all’estremità della facciata in questione, riscopriamo il Cristo seduto in trono circondato dai quattro Evangelisti.

Uno dei dottori della chiesa nella zona absidale

Uno dei dottori della chiesa nella zona absidale

Disposte in una successione di più ordini, sulle pareti laterali dell’unica navata, troviamo una dolcissima Madonna col Bambino, S. Stefano, le Scene della vita di Gesù e quelle della vita del Santo titolare ed ancora San Nicola, Sant’Onofrio ed altri Santi, tutti di origine orientale.

Il ciclo pittorico termina in controfacciata con la rappresentazione della vita e della passione di Gesù Cristo, al centro spicca un affascinate San Michele, bardato da un’armatura aragonese colto nell’atto di pesare le anime con una bilancia, ai suoi lati il Paradiso con all’interno i tre patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.

Dall’altro lato un’affollatissima presenza di anime dannate, subisce le pene nel regno degli inferi, con al centro il Diavolo, volutamente realizzato in bassorilievo, che cavalca un mostro infernale a due teste, intento a divorare le anime degli eterni tormentati. La scena di Lucifero è figurativamente affine al ciclo della cappella degli Scrovegni realizzata da Giotto a Padova.

IL Giudizio Universale nella chiesa di Santo Stefano

IL Giudizio Universale nella chiesa di Santo Stefano

I fasci di luce filtrati dal piccolo rosone, all’interno del quale è situato il Cristo benedicente con ai lati Maria e S. Giovanni, lumeggiano con suggestiva estasi il messaggio salvifico.

Giuseppe Arnesano


Un commento su “La Chiesa di Santo Stefano a Soleto: i colori del passato

  1. Alfonso Amato ha detto:

    Ho visitato la chiesa di S.Stefano il mese scorso con visita guidata. Imperdibile. Cercate di vederla

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.