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Un Giubileo ad Andrano nel 1821 per la Madonna delle Grazie

Il culto di Santa Maria delle Grazie ad Andrano è ancora molto incerto anche se probabilmente molto antico. Due tasselli che potrebbero aiutare gli storici a determinare una collocazione cronologica ci vengono forniti grazie ad un documento ed un quadro, che attesterebbero come e quante volte gli andranesi abbiamo richiesto ed ottenuto aiuto dall’Entità Celeste.

Il documento di cui si accennava poc’anzi è una lettera scritta dal sindaco, decurioni e sacerdoti del comune di Andrano e indirizzata ad Andrea Mansi, arcivescovo di Otranto e vescovo di Castro. Attualmente è conservata presso l’archivio storico diocesano di Otranto e raccoglie le suppliche di un paese da indirizzare al Santo Padre, per concedere al piccolo borgo un Giubileo e rendere gloria alla Madonna delle Grazie,  manifestando una piena riconoscenza inseguito ad un miracolo avvenuto per Sua intercessione. Con questa Grazia una famiglia di sei persone ha potuto trovare la salvezza inseguito al crollo di un campanile sulla loro modesta casa, provocato da una tromba d’aria. Tutto successe la notte del 17 Ottobre 1819.

Quella che segue è la trascrizione della lettera inviata ad Andrea Mansi.

A Sua Eccellenza Reverendissima

ll Sig. F. Andrea Mansi

Arcivescovo di Otranto, e Vescovo di Castro

Sig.re,

Noi Sindaco, Eletti, e Decurioni, e Sacerdoti del Comune d’ Andrano, ed in nome ancora dell’intiera Popolazione, con umil, e divota Supplica rappresentano a V(ostra) E(ccellenza) R(everendissima), come la notte del dì 17 ottobre dell’Anno 1819 verso le ore sette sortì un fiero turbine,  un violento aeremoto, che fra l’immensi danni cagionò nel Territorio, si conta ancora quello cagionato a questa Matrice Chiesa che ne‘ gittò da quello il Campanile colle campane sopra di una sottoposta lamia conticua alla stessa facendo un sfondo di palmi sette di lunghezza, e sei di larghezza.

Una parte della lettera presentata per il Giubileo (Fonte: in bibliografia)

Una parte della lettera presentata per il Giubileo (1)

Donata Fersini, Moglie di Giuseppe Pellegrino dormiva nella cennata Casa di unita col detto di suo Marito, e quattro loro teneri figli: trovossi la medesima sepolta con detto Suo Marito, e figli sotto de Sassi, e pietre per la rovina della rotta lamia, senza saper come si vidde uscire libera: Credeva di certo la misera, ed afflitta Donna sotto di quelle rovine sepolta, e schiacciata la tenera sua prole, tra lo spavento dell’oscura notte, che l’opprimeva piangendo, e spaventosa andava trovando il letto in dove vi era la sua amata Famiglia, ma altro non trovava se non che pietre, sassi, e tufo, che avevano sepolto il letto colla detta sua famiglia. Ma prima che la detta povera donna si vedesse in quel pericolo, di unita con tutta la sua Famiglia, non mamcò di subito raccomandarsi alla nostra Gran Protettrice Maria SS.ma sotto il titolo delle Grazie per ajutarla, ed in quel punto liberarla, e si accinse subito a rinvenire la sua Famiglia, scava con le sue proprie mani dentro di quei sassi, e cava fuori di quelli il suo marito colli quattro suoi figli.Alza la sconsolata Madre le braccia al Cielo, e piangendo diceva Queste parole: ” Vergine delle Grazie aiutatemi, e soccorretemi Voi, e tutt’ignudi li condusse ad una vicina casa, in dove allumatasi la Candela, si viddero tutti liberi, senza ferite, e senza nessuna contusione: e tra l’allegrezza, e l’amaro pianto, ogni uno gridava, o miracolo, o miracolo della Gran Vergine Mamma Maria: ed in fatti chi miscredente non lo confesserà per tale, sei persone sepolte sotto delle rovine di un Campanile, campane, e lamia cascate, fanno in mille pezzi le tavole, e li tristelli, e tutti li panni del letto, e la famiglia tutta sana e salva fuori da quelle trovasi. Questa popolazione, memore di un così segnalato prodigio meritamente in quest’anno ha voluto con religiosa, e fervorante divozione orare l’annuale memoria per tramandarla ai suoi posteri, ha ordinato un Grande Quadro esprimendo in quello colle più vive pitture il miracolo: come pure sontuosa Cappella erigere in quella Casa fatale del Pellegrino alla nostra Protettrice già donata.

Ricorrono perciò i Supplicanti da V(ostra) E(ccellenza) R(everendissi)ma, e vivamente la supplicano con l’ardente desiderio annuire del devoto Popolo facendone accusare l’informo per la verifica del fatto, e poi presentarne al Santo Padre le preghiere, ed ottenere dallo stesso per l’espressato memorando giorno un Giubileo di otto giorni continui, che oltre di essere di onore alla Gran Madre di Dio, e nostra antichissima Protettrice, si avrà a grazia singolare di Dio.

Giovanni Carbone Sindaco

Not(aio) Francesco Saverio Riccio, Eletto

Domenico Accogli Eletto supplica come sopra

Luigi Riccio Decurione supplica come sopra

Vincenzo Riccio Decurione supplica come sopra

Tomaso Intino Decurione supplica come sopra

Saverio Branca Decurione supplica come sopra

D. Lionardo Arciprete Quaranta supplica come sopra

D, Donato Martella supplica come sopra

Pasquale Accogli supplica come sopra

Tommaso Pisano supplica come sopra

Luca Cioffi supplica come sopra

Luigi De Siena supplica come sopra

Ippázio Donato Borlizzi supplica come sopra

(Sigillo Municipale) :

FERDINANDO I RE DEL REGNO DELLE DVE SICILIE.

COMVNE DI ANDRANO.

Notaio Francesco Saverio Riccio Cancelliere

Papa Pio VII accolse le suppliche di questo gruppo di fedeli che richiedeva il riconoscimento del miracolo per intercessione dell’Altissima e, il 18 settembre del 1821, accordò la festa annuale del 17 Ottobre con indulgenza plenaria per gli otto giorni successivi alla ricorrenza.

Così scrisse Andrea Riccio nel 1887:

“In ottobre, essendo stati concessi otto giorni di indulgenza plenaria in perpetuum a chiunque confessato e comunicato visitasse questa Chiesa Parrocchiale pregando a mente nel S. Padre, e facendo una piccola offerta a Maria SS. delle Grazie, per la memoria di un miracolo avvenuto nella notte del 16 Ottobre 1819, il parroco attuale ha introdotto in quel tempo i Santi Esercizi al popolo nel corso della novena.

In allora la messa ci celebra mattinale, oltre la funzione della sera. Nella sera del 16 si aprono le SS. Indulgenze con l’Esposizione Solenne. L’Esposizione continua in tutti gli otto giorni successivi, nella quale ottava si chiamano dal parroco altri sacerdoti confessori, oltre il Sacro Oratore dei Santi Esercizi, cosicchè tutto il popolo accorre per mondarsi dalle loro colpe.”

Francesco Coluccia – Parleranno le Pietre…testimonianze di vita andranese

La seconda prova del culto degli andranesi per Santa Maria delle Grazie è un affresco, rinvenuto nella muraglia dell’ex Convento dei Domenicani, che raffigurerebbe una delle numerose scene d’assalto dei saraceni ai danni del terrirorio pugliese, contrastata dall’intervento della Madonna delle Grazie. Questa sovrata il cielo del borgo mentre un groviglio di fiamme divine spriogionate dalla porta e dalle finestre di una piccola chiesa, avvolgono l’esercito invasore difendendo il luogo sacro dall’incursione, pur senza ferire il nemico.

Questo storico assalto risalirebbe al 1480, anno in cui l’armata saracena occupò e distrusse numerosi comuni: è dello stesso anno, infatti, lo storico eccidio degli 800 martiri di Otranto. In occasione di quel triste evento, molti capitani ed esperti militari vennero mobilitati per respingere il nemico, Tra questi vi era anche il Barone delle Torsella, Giovanni Antonio Saraceno, signore del feudo di Andrano, che pagò con la vita il tentativo di difendere la propria terra.

L’avanzare del nemico spinse sempre più fedeli a richiedere un intervento divino, che providenzialmente giunse per tramite dell’esercito del re di Napoli che riuscì ad organizzare un fronte alternativo per combattere e sconfiggere il nemico.

Per ringraziare il Barone del sacrificio per il suo popolo, gli andranesi decisero di concedergli una degna sepoltura all’interno di una nuova chiesa, costruita per l’occasione, e consacrata a Santa Maria della Grazia, ora Chiesa di San Domenico.

Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

Nel 1600 questa chiesa venne rimaneggiata e ristrutturata per divenire la chiesa del Monastero dei Padri Predicatrori e probabilmente fu in questa circostanza che l’affresco, realizzato da mani ignote ma probabimente appartenente al nucleo originale della chiesa, fu murato rimanendo obliato per circa due secoli fino al 1875, quando durante alcuni lavori di realizzazione di una nicchia per allocare una statua dell’Immacolata, patrona della confraternita alla quale fu assegnata la gestione della chiesa dopo la soppressione dell’ordine dei Domenicani, la splendida opera venne riconsegnata al culto di Andrano.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

[1] Andrano e Castiglione d’Otranto nella storia del sud Salento – Filippo G. Cerfeda, Salvatore Coppola, Luigi Moscatello (2004) – Pubbligraf

[2] Francesco Coluccia – Parleranno le Pietre…testimonianze di vita andranese – Gino Bleve editore (1998)


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