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I “Curraturi” di Parabita e la festa della Madonna della Coltura

La corsa del chilometro, un vecchio monolite raffigurante un’icona bizantina di una Madonna con il bambino, l’incendio del campanile, una basilica, un lembo di terra adibito ad uso agricolo, sono gli ingredienti che compongono una gustosa e ricca ricetta, quella delle celebrazioni della festività della Madonna della Coltura di Parabita.

…è un giorno come un altro nella Parabita di una volta, un contadino, con i suoi fedeli buoi ed il suo aratro, compie un gesto ormai abituale per la sua consolidata esperienza nel lavoro dei campi. Ad un certo punto i buoi non vogliono più saperne di andare avanti e continuare il lavoro per i quali sono stati allevati, preferiscono invece inginocchiarsi in un apparentemente generico punto di quel campo. A nulla servono le suppliche e gli sforzi del contadino per convincere i suoi buoi ad andare avanti. Data la loro insistenza nel non volere abbandonare quella posizione, molto simile ad un vero e proprio atto di venerazione, il contadino comincia a scavare il terreno nel punto indicato dai buoi, quasi come spinto da una forza misteriosa…’ho trovato la roccia’…pensa il contadino…’no, non è una roccia, è una lastra’….Tra la terra si comincia a scorgere una figura, una donna con il braccio il suo bambino, ‘una Madonna!!!’, pensa il contadino. E così, senza neanche pensarci, comincia a correre con tutte le sue forze per raggiungere il villaggio e condividere con tutti i compaesani la lieta scoperta…

Questa piccola storia, molto simile ad una favola, è una nostra personale rivisitazione di alcune delle leggende che circolano intorno al ritrovamento del monolite, basate però su alcuni fatti storici non opinabili. Tra questi vi è il soggetto del ritrovamento, un semplice contadino, che ha riportato alla luce dopo secoli di sepoltura un monolite bizantino del XII secolo sul quale è raffigurata l’effige di una Madonna con Bambino, ennesimo capolavoro dell’arte dei monaci orientali che nel salento trovarono la via della salvezza dalla lotta iconoclasta di Leone III.

Per alcuni versi questa storia si presenta davvero con le fattezze di una favola…immortalata nelle quattro scene principali in una composizione pittorica posta al di sopra dell’accesso principale della basilica della Madonna della Coltura, proprio lì, in una posizione ideale affinchè il monolite possa ammirarli ogni istante senza stancarsi mai.

Scene del ritrovamento del monolite

Scene del ritrovamento del monolite

La vera modalità del ritrovamento resta tutt’ora misteriosa: alcuni sostengono che i buoi si siano inginocchiati in atto penitente nel punto in cui la stele attendeva di essere ritrovata, altri invece, che la pietra sia stata rinvenuta proprio perchè l’aratro ci urtò contro.

Come mai un affresco così ben elaborato è stato interrato in una campo? Come avveniva anche per gli affreschi nelle lauree, nelle chiese, e in alcune cripte, i monaci bizantini erano costretti a nascondere il loro lavoro per evitare che mani nemiche potessero distruggerlo. Una sorte simile è toccata anche ad un ulteriore monolite, nascosto, con una dinamica sconosciuta, dietro l’altare di una chiesa nel territorio di Morciano di Leuca, quella che oggi è conosciuta come Chiesa della Madonna di Costantinopoli.

La mattina della domenica della festa, solitamente l’ultima del mese di maggio, Parabita ripropone la corsa del chilometro, ossia il percorso che avrebbe sostenuto il contadino a partire dai campi in cui fu ritrovato il monolite fin al centro del paese. Il tragitto da compiere, un tempo percorso con costumi d’epoca e attrezzi agricoli, ha subito varie modifiche nel corso degli anni e quello attuale è approssimativamente pari ad un chilometro. I partecipanti adulti alla corsa, chiamati per l’appunto i curraturi, sono preceduti da quelli più piccoli, alcuni dei quali recano in mano un cesto di pane.


Lo spirito della festa va ben oltre l’esito della corsa, tutta la città si prepara ad accogliere mostre fotografiche e pittoriche in vecchie abitazioni, mentre luminarie e bancarelle scandiscono la strada per il turista che si appresta ad assistere ad una seconda celebrazione, ancor più pittoresca della prima anche se molto più recente: l’incendio del campanile della basilica. Uno spettacolo pirotecnico davvero molto particolare e suggestivo che la sera del Lunedì successivo alla corsa del chilometro, chiude maestosamente i festeggiamenti in onore della padrona dell’Agricoltura.


La basilica della Madonna della Coltura è stata costruita sui resti di una precedente, in contrada Pane, nel punto in cui venne ritrovato il monolite dopo che scomparve misteriosamente dalla chiesa matrice in cui venne originariamente posta. Venne ritrovata nel luogo in cui ancora oggi benedice tutti i campi e tutti gli agricoltori, all’esterno del vecchio borgo. La scomparsa del monolite venne interpretata come la volontà, da parte dell’Entità Celeste, di voler trovare sistemazione in una nuova collocazione, e gli abitanti di parabita la rispettarono.

Basilica di Parabita

Basilica di Parabita

Questa basilica ha quindi una storia recente. Da quanto si legge nella targhetta esplicativa posta di fronte la chiesa, sappiamo che è stata costruita nel 1913, ad opera dell’architetto Napoleone Paglialuro, il quale si è rifatto ad un gotico ieratico che, unito all’arte del romanico pugliese ha dato vita ad un nuovo stile neogotico. L’edificio presenta una struttura interna a tre navate, divise da archi a sesto acuto dai quali si sviluppano lunette con finestre istoriate. Il monolite è custodito nell’abside centrale, diviso dal coro attraverso cinque archi decorati anche questi a sesto acuto.
La facciata romanica, invece, presenta un portale finemente intagliato sormontato da una lunetta con un mosaico rappresentante il Cristo Re.

Marco Piccinni


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