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150 anni dall’Unità d’Italia, il contributo dei Tricasini

All’invito del Presidente della Repubblica, ad onorare i festeggiamenti per i 150 anni dall’unità d’Italia, Salogentis risponde riproponendo un interessante articolo pubblicato sul bimensile Terra di Leuca – numero di Novembre, edito dalla casa editrice Edizioni dell’Iride e che potrete consultare integralmente su: Terra di Leuca – Novembre 2010.


PASQUALE SAULI (1776 – 1859)
Pasquale Sauli nacque a Tiggiano nel 1776 da Ippazio e Gabriella Vernazza, ma era domiciliato a Tricase. Nel 1825, Pasquale Sauli, liberale e successivamente Sindaco di Tricase, fu arrestato e tradotto sotto buona scorta a Napoli nelle carceri di S. Maria Apparente, insieme a molti altri, perché accusati di appartenere alla setta degli Edennisti o Ellenisti e di svolgere attività politica. Liborio Romano nella sua opera Ferdinando Cito in Terra d’Otranto, pubblicata nel 1848, mise in evidenza la perfidia dell’Intendente Cito nel perseguire in tutti i modi i liberali e pubblicò il cosiddetto Stato nominativo, e classificativo dei prevenuti in materia di cospirazione settaria, nel quale il Cito aveva prescelto cinquantuno individui, su un totale di centoquarantatre imputati, classificandoli in tre categorie. Secondo questa classificazione dell’Intendente Cito, nella prima comprese al n.3: “Liborio Romano, nativo di Patù, domiciliato in Trani, patrocinatore – E’ un uomo veramente pericoloso a detto si tutti i buoni. Basterebbe a mio avviso obbligarlo a non dipartirsi da Napoli, ed ivi vigilarlo; nella seconda classe al n.11 comprese: “Narciso Trunco di Tricase, ricevitore del registro e del bollo – E’ una pessima persona. Fazioso, irreconciliabile. La più sicura cosa è allontanarlo dalla sua provincia a grande distanza. Egli spira vero spavento nel Capo, perché capace di ogni delitto” e nella terza al n.18 comprese: “Pasquale Sauli di Tiggiano, domiciliato in Tricase – ex maggiore – Questi è un uomo pericoloso: dovrebbe essere severamente vigilato, giacchè le masserie, ed i casini di Tricase (ove egli domicilia) sono vicini al mare, e ad una spiaggia mal guardata. In ogni misura poi che le circostanze consigliassero di prendere contro i militari destituiti, e pericolosi, debba egli esserci incluso”. Tutti gli arrestati vennero come leoni rinchiusi nelle orrende segrete di S. Maria Apparente in Napoli dove restarono per diversi mesi. Per dimostrare la loro innocenza e mettere a nudo la malvagità dell’Intendente Cito, nel processo del 3 giugno 1826, Liborio Romano, avvocato e giureconsulto, preparò un’apposita memoria dal titolo: Liborio Romano per se medesimo, e pei suoi compagni di causa. Il 9 agosto 1826 il Consiglio di Stato chiuse l’istruttoria e gli imputati vennero liberati, senza precisare se la setta degli Edennisti fosse mai nata ed esistita in Terra d’Otranto. Si sposò due volte: la prima con Concetta Pisanelli e la seconda con Matilde Caprioli. L’ex maggiore Pasquale Sauli fu Sindaco di Tricase dal 1833 al 1835. “Pasquale Sauli fece togliere i battenti della porta Terra, che non avevano più ragione di rimanere in considerazione della notevole espansione dell’abitato fuori le mura; fece coprire con basolato in pietra calcarea le principali vie dell’abitato, per favorire lo smaltimento delle acque piovane, e fece, inoltre, progettare e costruire in buona parte la strada che collega Tricase con Marina Porto”. Morì a Lecce nel 1859 a 86 anni.

NARCISO TRUNCO (1781- 1843)
1781 – Narciso Trunco nacque a Tricase il 5 dicembre 1871 da D. Gaetano e D. Rosa Lezzi. Di pensiero liberale assunse incarichi amministrativi nel periodo francese-murattiano; fu Cassiere Comunale, Ricevitore dell’Ufficio Distrettuale di Registro e Bollo di Tricase. 1820 – Dopo i moti liberali del 1820, a causa dell’inasprimento delle misure di polizia in tutto il Regno, Narciso Trunco fu a Tricase colui che subì, più di tutti, gli effetti della reazione borbonica. Sospettato di appartenere alla setta carbonara degli Edennisti o Ellenisti fu spietatamente perseguito dall’Intendente di Terra d’Otranto, Ferdinando Cito.
1825 – Nel maggio 1825, Narciso Trunco venne destituito dall’ufficio di Ricevitore del Registro e Bollo e deportato, con altri patrioti salentini, nelle carceri di Santa Maria Apparente in Napoli, perché compreso nell’elenco di II classe del cosiddetto Stato nominativo, e classificativo dei prevenuti in materia di cospirazione settaria, come precisato in precedenza.
1830 – Intanto a causa del trasferimento nel Cilento dell’Intendente Cito alla fine del 1825 e della morte di Francesco I° delle Due Sicilie nel novembre del 1830, si attenuò il rigore poliziesco antiliberale in Terra d’Otranto. Il nuovo re, Ferdinando II delle Due Sicilie, inizialmente parve di voler abbandonare la politica oscurantista e reazionaria facendo ben sperare i liberali perché, tra l’altro, concesse l’amnistia agli esuli e condannati politici, reintegrò in servizio ufficiali e impiegati compromessi coi moti del 1820, istituì la guardia civica.
1840 -Nel 1840 Narciso Trunco, evidentemente riabilitato, è cooptato Sindaco di Tricase da una terna proposta dal Decurionato locale, mantenendo la carica sino al 1843.
1842 -Durante l’Amministrazione di Narciso Trunco, nel 1842, furono lastricate con i basoli le vie che congiungevano la sede municipale, allora presso l’ex convento dei Domenicani, alla Chiesa Madre e da questa a S. Angelo. 1843 – Narciso Trunco morì, Sindaco in carica, nel suo palazzo di strada S. Angelo, come allora era chiamata l’attuale via Gallone, il 6 marzo 1843; lasciò la moglie D. Candida Moschettini e due figli: Antonio Maria e Caterina Maria.

VINCENZO PIO ZOCCHI (1817 – 1906)
Nacque a Tricase il 10 marzo 1817 da Tommaso e Giuseppa Maroccia. Nel volume di Teodoro Pellegrino, Il Salento nell’epopea risorgimentale, Galatina, Editrice Salentina, 1961, nelle pagine 12-17 è pubblicato il “Registro dei detenuti 1847- 1852”, depositato nell’Archivio di Stato di Lecce. A pagina 17 troviamo: Zocchi Giuseppe, di Tricase; 4 luglio 1852 (epoca dello arresto); Imputazione (politico); 19 giugno 1853 in libertà. Ci siamo recati presso l’Archivio di Stato di Lecce ed abbiamo trovato il seguente materiale: – ASLe, Gran Corte Criminale, busta 234, processo 42 (già 288), filza 1. Voci fatte per provocare direttamente gli abitanti del regno a commettere attenati contro la Sacra Persona del Re perché tendenti a disfare l’attuale Governo, senza che siffatta provocazione abbia avuto effetto. Reato avvenuto il Lecce la notte del 17 a 18 1848, a carico di Vincenzo Zocchi, domiciliato in Lecce, ed altri 3; – ASLe, Gran Corte Criminale, busta 243, processo 85 (già 278-300), filza 2. Laceramento delle liste degli eleggibili e di quadri delle SS. MM. il Re e l’augusto suo avo commesso nella Casa Comunale di Lecce il 24 giugno 1848, a carico di Vincenzo Zocchi ed altri 23. – ASLe, Gran Corte Criminale, busta 259, processo 176 (già 234), filza 1. Discorsi tendenti a spargere il malcontento contro il Governo, tenuti in luogo pubblico, nelle carceri di S. Francesco in Lecce, nel mese di dicembre 1852, a cario di Vincenzo Zocchi di Tricase, domiciliato in Lecce, ed altri 3. Vincenzo Zocchi è morto il 18 marzo 1906, a 89 anni compiuti.

VITO ALBA (1843 – ?)
Vito Alba nacque a Tricase il 10 ottobre 1843 da genitori sconosciuti. Nel volume Lecce e Garibaldi, Capone Editore, 1983, curato dal Centro Socio Culturale “S. Ammirato” del Comune di Lecce e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato di Lecce – viene pubblicato l’Elenco ufficiale dei garibaldini salentini che parteciparono alle celebrazioni per la morte del generale Giuseppe Garibaldi (Archivio del Comune di Lecce), avvenuta nell’isola di Caprera il 2 giugno 1882 all’eta di anni 75 (nacque a Nizza Marittima il 4 luglio 1807 da Domenico e da Rosa Raimondi). Al numero 47, dell’elenco numerato di 70 persone intervenute, c’è Vito Alba di Tricase. Abbiamo fatto le necessarie ricerche ed abbiamo scoperto solo che Vito Alba fu un trovatello (proietto), un bambino abbandonato ed esposto alla compassione dei cittadini. E’ giusto anche riferire che non conosciamo la data di morte e che il cognome Alba non è molto diffuso nel Comune di Tricase.

a cura di Francesco Accogli


BIBLIOGRAFIA:
AA.VV., Onoranze a Giuseppe Pisanelli morto addì V Aprile MDCCCXXIX, Napoli, pe’ tipi del cav. Francesco Giannini, Cisterna dell’Olio, 1880.
AA.VV., Lecce e Garibaldi, Cavallino, Capone Editore, 1983.
ACCOGLI, Francesco, Storia di Tricase. La città. Le frazioni, Galatina Congedo Editore,1995.
ACCOGLI, Francesco, Il personaggio Liborio Romano. Precisazioni bio-anagrafiche e contributo all’epistolario, Parabita, Edizioni Il Laboratorio, 1996.
ACCOGLI, Francesco (a cura di), Giuseppe Pisanelli. Passatempi di una onesta brigata nel tempo del coolera, Tricase, Edizioni dell’Iride, 2009.
ARCHIVIO DI STATO DI LECCE
– Gran Corte Criminale, 1848 e 1852.
ARCHIVIO STORICO COMUNALE
– TRICASE – Registri degli Atti di nascita.
CONFESSORE PELLEGRINO, O., Giuseppe Pisanelli. 1° Centenario della morte, Galatina, Editrice Salentina, 1879.
MORCIANO, Ercole, Tricasini (dalla stampa periodica locale), Tricase, Edizioni dell’Iride, 2005.
PALUMBO, Pier Fausto (a cura di), Pietro Palumbo. Risorgimento Salentino, Lecce, Centro di Studi Salentini, 1968.
PELLEGRINO, Teodoro, Il Salento nell’epopea risorgimentale, Galatina, Editrice Salentina, 1961.
ROMANO, Liborio, Ferdinando Cito in Terra d’Otranto, (s.n.t.), ma Napoli, 20 Aprile 1848.


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