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“rossella e andrea e Rossella e Andrea”, il racconto della leccese Loredana De Vitis, vincitore del concorso nazionale Subway-Letteratura 2011

7 fermate 7 per questo racconto, vincitore della rassegna.  Un viaggio breve, tipo da corvetto a duomo, città di Milano. Del genere Storia di sfighe e d’amore in due parti. Subway letteratura festeggia quest’anno dieci anni di vita. E puntualmente compaiono senza preavviso racconti e poesie in bella mostra sulle apposite mensole alle fermate della metropolitana milanese. Mi precipito appena sono lì visibili, come fanno sovrappensiero gli altri passeggeri che come me transitano spediti ma insonnoliti al mattino presto, e stanchi o annoiati, dopo una giornata di duro lavoro, al rientro nelle proprie case. Degli autori si sa mai niente, forse è questo che attira i lettori oltre al fatto che i racconti sono brevi e non si corre il rischio di rimandare la conclusione delle storie narrate per la necessità di scendere dai treni, sempre all’ultimo momento e sgomitando.

Loredana De Vitis è una giovane scrittrice leccese che ri/mette insieme due giovani, rossella e andrea, le loro storie parallele, le loro vite noiose e inutili. La sua scrittura è nervosa, le frasi brevi, smozzicate, in sintonia con la quotidianità non certo esaltante dei nostri due giovani “eroi” metropolitani. Perché proprio l’assenza di prospettive, di entusiastiche visioni e pulsioni rende questi due personaggi il prototipo di una esistenza vissuta, nonostante la loro giovanissima età, all’insegna dell’alienazione: in questo senso rappresentano il simbolo di un eroismo al contrario. La condotta poco esemplare, sempre plasmata dagli stessi gesti e fatti, non trova neanche nell’amore un ristoro, anzi la sua mancanza rende più squallido il loro menage, mentre i rapporti di sesso sono ricercati solo per soddisfare i corpi stremati dalla noia – andrea con una giovane e bella venditrice di grazie, ogni volta per 20 euro, e rossella con un tipo sposato che scambia un sempre frettoloso soddisfacimento fisico con rose ormai secche, prive di amore e di passione. Ma c’è qualcosa che scatta ad un certo punto nelle loro esistenze: la consapevolezza che bisogna dare un taglio a questa inutilità di tutta la loro vita, persino negli aspetti familiari e sentimentali. Da qui la necessità di riprendere nelle mani il proprio destino per ricominciare a vivere. Un bacio salderà i nuovi propositi. Ecco che i loro nomi possono riprendere finalmente la maiuscola, diventando Rossella e Andrea, insieme con la consapevolezza che le loro vite non vanno buttate via, semmai godute nella pienezza del sentimento e del desiderio.

Paolo Rausa


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