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Dolmen “li Scusi”, il primo dolmen scoperto in Italia

Li scusi“, una struttura megalitica costruita migliaia di anni fa, in un periodo compreso tra il V e il III millennio a.c., per “nascondere”, dall’etimologia del nome, qualcosa di cui si ignora l’identità. La moda e l’esperienza vuole che intorno a questi misteriosi monumenti la tradizione popolare abbia immaginato la presenza di un tesoro, appartenuto a chissà quale civiltà scomparsa, contrassegnato da massi imponenti invece della classica “X“.

Dolmen li Scusi

L’attribuzione della scoperta del Dolmen “Li Scusi“, nell’omonima contrada lungo la strada che congiunge Minervino a Uggiano La chiesa, sarebbe contesa tra due studiosi locali, il Maggiulli nel 1879 e Micalella nel 1867. Sembra che Micalella abbia documentato la presenza del dolmen alcuni anni prima di Maggiulli che lo studiò a fondo evidenziandone alcune caratteristiche. Secondo in Puglia per dimensioni solo al dolmen di Bisceglie, è  il primo dolmen scoperto nel territorio italiano, il primo con il quale l’Italia ha confermato al mondo la presenza di queste strutture così antiche e importanti distribuite principalmente nel territorio pugliese e nelle due isole maggiori. Questa scoperta ha dato inoltre il via alla “caccia ai megaliti” che portò da lì a poco tempo a rinvenire più di 100 monumenti in pochi anni.

Il dolmen presenta un foro del diametro di circa 20 centimetri nella lastra orizzontale, sorretta da otto ortostati dell’altezza di circa un metro, che lo attraversa da parte a parte. Questa caratteristica annovera il monumento preistorico di Minervino tra i dolmen adibiti ad uso cerimoniale. Il foro potrebbe essere stato utilizzato per alcuni rituali che prevedevano la decapitazione di animali la cui testa doveva passare necessariamente attraverso il foro per poi ricadere in un piccola fossa scavata all’interno dell’ambiente dolmenico. Sulle pietre che compongono gli ortostati è possibile individuare alcuni fossili di conchiglie, che attestano il passato sommerso di buona parte del territorio salentino.

Al dolmen sono state attribuite anche funzioni di archeoastronomia, dato che si ipotizza che un tempo i raggi del sole potessero penetrare perpendicolarmente attraverso il foro della lastra orizzontale nel giorno del solstizio d’estate.

Foro nella lastra orizzontale

L’area circostante al dolmen è stata recentemente rivalutata con un progetto di riqualificazione culturale del territorio, portando così alla nascita del Parco culturale dolmen li Scusi, all’interno del quale si propone una passeggiata tra alberi di ulivo, fichi d’india, strutture tipiche della cultura rurale salentina come pajare e muretti a secco, nonché enormi massi che ci consentono di rivivere questi paesaggi così come sarebbero dovuti apparire in età pre-romana.

Marco Piccinni


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