Home » Archeologia del Salento » La croce della Fausa

La croce della Fausa

Camminare per Giurdignano senza imbattersi in un menhir è praticamente impossibile. Come potrebbe essere altrimenti nel piccolo comune salentino definito il giardino megalitico d’Italia per l’elevata concentrazione di menhir che fanno buona compagnia ad un considerevole numero di dolmen.

Spiegare il significato di queste strutture che si ergono per pochi metri dal suolo è tutt’ora un’operazione piuttosto complessa. Decine sono le teorie che si accavallano e che vedrebbero i menhir utilizzati prima come gnomoni, o come “segnalatori” di importanti villaggi  o assi viari, passando dal più tradizionale tributo per divinità dedite alla fertilità.

La croce della Fausa è uno dei tanti menhir ufficiali, da accostare ad altrettanto numerosi “ufficiosi”, che ne costellano il territorio.

Menhir della Fausa

Il nome deriva da quella di una grotta posta nelle sue immediate vicinanze già notata e catalogata dall’illustre Cosimo de Giorgi. La sua posizione pone quasi in soggezione: posto su di uno sperone roccioso alto 2 metri dal quale si erge per ulteriori 3. Un passo più vicino al cielo rispetto agli altri menhir che gli sono vicini, come quello di San Vincenzo e i due menhir Vicinanze, i quali delimitano ideologicamente gli estremi di un antico villaggio medioevale.

Si trova lungo via San Cosma, sulla strada che congiunge il paese con la vicina abbazia delle Centoporte, o per lo meno ciò che ne rimane. L’abbazia dalle imponenti dimensioni era un possedimento basiliano prima, benedettino poi, probabilmente dedicata ai Santi Medici. Oggi ne rimangono solo pochi ruderi.

 

Marco Piccinni


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.