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Menhir Trice

Il termine Trice indica uno spazio un tempo solitamente destinato al pascolo di animali, e ricorre spesso in molti dei toponimi rionali di numerosi comuni salentini intorno ai quali sono poi sorte con il tempo chiese e piazze.

A Muro Leccese questo vocabolo dà il nome ad un menhir, situato a due passi dalla bellissima chiesa di Santa Marina, la quale ospita uno dei più antichi cicli di affreschi conosciuti  su San Nicola di Myra.

Alto all’incirca 4 metri e 30, il menhir è stato collocato nella sua posizione attuale, uno spiazzale tra via Arimondi e via Corsica, dopo un intervento di ampliamento stradale nel luglio del ’49 della stessa via Corsica, dalla quale ha osservato compiaciuto per secoli  tutti i curiosi che, con il naso all’insù, cercavano, e cercano tutt’ora, di dare una spiegazione alla sua esistenza: chi lo ha eretto? quando? ma soprattutto, perchè?

Tutte domande validissime ma alle quali, tutt’oggi, è difficile dare una risposta. Diverse attribuzione di epoche e popoli, di usi e funzioni che non consentono di collocare correttamente queste strutture megalitiche nella cronistoria europea. Un sospetto di paganesimo ha indotto la chiesa cattolica, e suoi simpatizzanti, a cristianizzare questi  probabili strumenti votivi incidendovi sulla superficie delle croci o apponendone una in ferro sulla sommità.

Vengono quindi ribattezzati come “cruci” o “sannà“, e un tempo designati come mete nelle processioni della domenica delle palme.

Marco Piccinni


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