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Zona “Li Canali”

Un’incisione naturale che squarcia il suolo, una mirabile produzione della natura ampiamente modificata dall’uomo nel corso dei secoli per adattarla alle proprie esigenze. Parte da Vignacastrisi, frazione del comune di Ortelle, per raggiungere Castro e fondersi con il bosco di Querce: siamo nella zona definita Li Canali, un’area protetta sotto l’egida del Parco Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase.

Bacino idrografico

Interessata da un finanziamento del PIS 14 (Piani Integrati Settoriali per cultura ed ambiente, della Comunità Europea e della Regione Puglia) ottenuto dal Comune di Ortelle, con lavori eseguiti tra il 2007 e il 2008, quello de li canali rappresenta un bacino idrografico di circa 850 metri, con una larghezza media di 809 e un’altitudine compresa tra i 60 e gli 87 metri sul livello del mare. Un bacino che ospita un corso d’acqua temporaneo in corrispondenza di eventi piovosi di entità considerevole, incorniciato da magnifici terrazzamenti sostenuti da muretti a secco di pregevole fattura, ripide scale di collegamento tra un terrazzamento ed un altro, grotte riparo e inghiottitoi carsici (frutto della dissoluzione chimica esercitata dalle acque piovane nel corso dei secoli sulla roccia calcarea) che collegano dal sottosuolo più punti della zona. Tutto costantemente sorvegliato da ulivi secolari e arbusti spontanei come lentisco, alaterno, ilatro comune, leccio e quercia spinosa, oltre che da arbusti termofili, come carrubi e olivastri, ed un folto elenco di specie inserite nella lista rossa. Una fitta vegetazione nella quale non mancano incontri occasionali con volpi, tassi, ricci, lucertole,  biacchi e numerose specie di uccelli, in particolare passeriformi. Un’armonia perfetta tra flora e fauna che consente ad autoalimentare un eterno ciclo alimentare dove si inseriscono anche insetti (soprattutto ortotteri fitofagi),aracnidi e crostacei terrestri come isopodi e chilopodi.

Una delle diverse grotte riparo

Visto dall’alto, l’ensemble delle “architetture” naturali e artificiali, crea un effetto quasi ipnotico. Come dare torto a Honorè de Balzac quando sostenne che “l’arte è natura concentrata” oppure ad Albert Einstein quando sintetizzò uno dei suoi intricati pensieri sul creato con “ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”. E l’uomo, che della natura fu amico, non poté resistere alla tentazione di modellarne l’aspetto al fine di ottenere una conformazione più congeniale pur senza devastarne l’essenza. Nella zona sono stati realizzati diversi livelli di terrazzamenti al fine di aumentare la superficie coltivabile anche in corrispondenza di pendii scoscesi. Enorme è il valore storico dei terrazzamenti nonché il loro profondo legame con il paesaggio e la difesa della stabilità del suolo, impedendo lo scorrimento delle acque piovane e riducendo l’erosione naturale.

La tecnica di costruzione dei terrazzamenti consiste nel sostenere, con muri in pietra a secco, alcuni ripiani, ottenendo una serie di superfici pianeggianti. Si tratta di innalzare, a valle, un muro in pietra a secco con basamenti costituiti da rocce di notevoli dimensioni, per contenere a monte la terra smossa dal pendio, lasciando a quelle più piccole il compito di elevare quanto più possibile la barriera di contenimento. Gli spazi interni vengono tamponati con piccoli sassi che, aiutati da materiali minuti sistemati dietro al muro, favoriscono il drenaggio idrico. Un sistema terrazzato è di solito completato da altre strutture funzionali alla sua utilizzazione: scale, ripari ricavati nella muratura, vasche, piccoli edifici.

Terrazzamenti visti dall’alto

Fiore all’occhiello dell’opera di recupero della zona è un’ex percolatore mai entrato in funzione ed una cava in abbandono, diventati dopo un attenta fase di recupero, il cuore del “Centro Ambientale Canali”, un punto di ristoro e un polo culturale con pergolati, tavolini e tabelle esplicative che accomunano il visitatore ad addentrarsi sempre più nel parco seguendo un percorso guidato.

Una simbiosi tra uomo e natura che torna a farsi presente e viva. “Lega un albero di fico nel modo in cui dovrebbe crescere, e quando sarai vecchio potrai sederti alla sua ombra” [Charles Dickens].

Marco Piccinni


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