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Chiesa, 450 anni fa a Larino nacque il primo Seminario

450 anni fa, il 26 gennaio 1564, a Larino (Campobasso), nacque il primo Seminario della cristianità. Sino ad allora, gli aspiranti sacerdoti aveva avuto precettori privati, che avevano insegnato loro latino greco, teologia, morale, diritto canonico, ecc. e poi preso i voti.

Veduta aerea di Larino (Fonte: Wikipedia)

Il Concilio di Trento fu lungo, faticoso, complesso: durò ben 18 anni (1545-1563). Affrontò le eresie, gli scismi, le contestazioni radicali del pensiero teologico dominante in un’Europa dove ardevano i Lumi e che dalla Germania all’Italia alla Svizzera, da Lutero a Calvino a Giordano Bruno, Galileo e Vanini, scuotevano il Continente. Lì, in quel palazzo austero, anonimo, nascosto nel centro storico, maturò la Controriforma con cui la Chiesa fissò i cardini del revisionismo per contrastare l’ondata di relativismo sparso in ogni angolo della società e delle chiese riportando ex abrupto l’ordine nelle comunità e nelle coscienze, anche con la repressione (la Chiesa aveva il potere temporale) che incendiò di roghi l’Europa spegnendo dubbi, scetticismi, protagonismi (si pensi alle donne dichiarate streghe): si calcola in oltre 600mila il numero delle le persone incappate del rigore nell’Inquisizione (Papa Sisto non la perdonava manco a Cristo).

In quelle sale spoglie, disadorne, s’aggirò, mettendo soggezione per autorevolezza e spiccate doti politiche, anche un vescovo pugliese, Monsignor Belisario Balduino (nato in Terra d’Otranto, a Montesardo, il messapico Trachion Oros vs il romano Mons Arduus, a una decina di km. dal Capo di Santa Maria di Leuca). Il centro in quel tempo, fra XV e XVI secolo, fioriva di intellettuali ambiti da tutte le corti d’Europa: musicisti (Girolamo Melcarne detto “Il Montesardo” e il Perrico), filosofi: Bozzuto Giustiniano, Policleto Bleve (sodale di Galileo all’Università di Padova), Girolamo Balduino (considerato uno degli “uomini nuovi” del pensiero moderno, assieme a Giordano Bruno, di cui forse fu maestro), Orazio Mazzapinta, giurista, Francesco Antonio Mazzapinta (filosofo e matematico), il matematico Angelo Monsellato, lo scrittore Tarquinio Mazzapinta (autore del poema “Il Sileno”), Bartolomeo Picerno, che tradusse dal greco in latino le confutazioni del Corano di Ricoldo di Montecroce), e poi notai, medici, avvocati illustri nelle grazie dei sovrani spagnoli.

In quel contesto nacque (fra il 1518 e il 1520, secondo il Pietrantonio, “Il Seminario di Larino primo postridentino”, Città del Vaticano, 1965) Belisario Balduino, dottore in “utroque jure”, cui fu affidata la diocesi di Nardò ma – sempre stando al Pietrantonio – “la sua profonda cultura e la forte personalità, congiunta ad una capacità di maneggio delle cose politiche, che lo facevano ritenere uno dei più ragguardevoli uomini del secolo, richiamarono ben presto l’attenzione dell’allora Arcivescovo di Napoli, G. P. Carafa (il futuro Papa Paolo IV), che lo volle a sé vicino”.

Fu proclamato Vescovo di Larino il 17 giugno 1555, consacrato il 17 luglio. Il prelato celebrò tre Sinodi. Nel 1573 fece edificare l’episcopio ancora esistente nella Piazza del Duomo e, tornato dal Concilio di Trento, fondò il primo seminario della cristianità. “Pur travagliato da tante persecuzioni ed avversità” (cfr. il Pietrantonio nel testo citato), che gli causarono infinite sofferenze, fisiche e morali, diede il meglio delle sue energie nell’interesse della Diocesi e la sua gente. Morì a Larino nel febbraio 1591. Il 6 marzo gli successe il vicentino Girolamo Vela.

Allo stesso religioso nato nelle “ricche Puglie” si deve l’idea della sanzione della bestemmia pronunciata in pubblico, diffusa a quel tempo. A patto che fosse stata udita da due testimoni, poiché, come si diceva all’epoca “testis unus, testis nullus”.

Al seminario di Larino fecero seguito gli altri, sorti subito dopo in rapida successione. Lo rammenta, nel 1939, il bergamasco Giovanni Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII (il Papa buono, “portate la carezza del Papa ai vostri bambini”, che salirà agli onori degli altari nel prossimo aprile insieme a Giovanni Paolo II). Lo scritto si intitola “Gli inizi del Seminario di Bergamo e San Carlo Borromeo”. Scrive infatti il giovane Roncalli: “Ecco il Seminario di Larino. E’ aperto il 26 gennaio 1564 dal Vescovo Belisario Balduino, un reduce dal concilio di Trento. Vivrà come potrà in poche e povere stanze, con rendite tenuissime ma intanto è arrivato buon primo”.

Nello stesso anno sorgono seminari anche a Rieti (4 giugno), Milano, Camerino e Montepulciano (7 dicembre). Lo storico Ugo Pietrantonio aggiunge l’elenco degli altri nati in Europa: Vladislavia e Posnania (Polonia), Perugia, Eichstatt (Germania), Pavia, Osimo, Cingoli, Jesi, Treviso, Lucca, Caiazzo, Parma, Reims (Francia). A Roma nascerà il primo febbraio 1565.

Aggiunge Giuseppe Mammarella, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino: “A Larino si cominciò con 12 alunni. Tra il XVIII e il XIX secolo ebbe una floridezza eccezionale. Arrivò a ospitare quasi 200 studenti, poiché fioriva ‘in qualunque ranco di scienza’ ed era provveduto di ‘dotti e rispettabili Maestri’, tanto da essere considerato ‘uno dei migliori del Regno’”.

Manifestazioni per il 450mo anniversario sono in calendario a Larino per tutto gennaio (adesso ha sede il Centro di formazione pastorale “Giovanni XXII”): una mostra, un convegno, una Santa Messa, l’apposizione di una lapide che ricorda la ricorrenza. E’ stato inoltre appena pubblicato “Il Seminario di Larino primo della Cristianità” (Edizioni Città Nuova), curato dallo stesso Mammarella, che nel 1993 aveva già dato alle stampe “Larino sacra” (Cronotassi iconografica ed araldica dell’episcopio larinese), Editrice Lampo (Lions Club Larino).

A Montesardo, invece, in Salento, Balduino non ha alcuna via che lo ricorda (una invece è intitolata a Girolamo Balduino). E manifestazioni zero. Tutto scorre (Panta Rei), tutto tace. Miserie del nostro tempo immemore.

 

Francesco Greco


Un commento su “Chiesa, 450 anni fa a Larino nacque il primo Seminario

  1. francesco lopez y royo ha detto:

    purtroppo la nostra toponomastica e piena di noti personaggi non locali dei quali si sà quasi tutto ma dei nostri neanche a parlarne, dovrebbero essere le amministrazioni civiche a farsi garanti della nostra cultura e in contemporanea le scuole a cui sfugge il contesto locale.

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