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Il museo di storia naturale di Calimera

Due iguane che si abbracciano, o forse no, si spintonano per poter avere un posto in primo piano in una fotografia. Sono lì, attente, scrutano l’obiettano come se fossero consapevoli della destinazione di quella azione così normale e ripetitiva per la specie umana, una delle tante con le quali hanno imparato ad interagire. Siamo nel museo di storia naturale di Calimera, in visita al suo vivarium.

iguana al museo di calimera

Iguane al museo di Calimera

Il vivarium è l’ultima novità introdotta nella nuova location, pronta fin da subito ad accogliere variegate iniziative per stuzzicare l’interesse del pubblico di tutte le età e sensibilizzare la coscienza collettiva al rispetto di ogni forma di vita, di qualsiasi genere e dimensione. Famosa l’esposizione “giurassica” che nel 2013 ha portato tra le stanze del museo e nel bosco “lutuzzu” adiacente la struttura, decine di modelli di dinosauri a grandezza naturale, tra cui il temibile Tirannosauro e il simpatico Dracorex hogwartsia, ossia il drago re di Hogwarts, che prende il nome dalla famosa scuola di magia di Harry Potter.

Tirannosauro

Tirannosauro

Numerose le teche che ospitano anfibi e serpenti dalle trame insolite e dai colori sgargianti all’interno di micro habitat ricostruiti con scrupolosa attenzione. Dietro il vetro non fanno paura nemmeno ai visitatori più piccini, che anzi guardano l’animale con un eccitato rispetto. E se rattristano i racconti sulla nutrizione dei serpenti, come racconta una delle guide del museo, per offrir loro il dignitoso senso della caccia che avrebbero in cattività, meravigliano invece le coesistenze di diverse specie all’interno di alcuni ambienti, come camaleonti, uccelli e cavallette. È proprio questo il senso del vivarium del museo di Calimera, apprendere come animali e insetti interagiscono tra di loro e con l’uomo a loro volta, come in un secondo ambiente circolare in cui alcuni di essi sono liberi di muoversi negli spazi tra una teca e l’altra, protagonisti di un esperimento del reale. Le farfalle lasciano il loro bozzolo (sono proprio li che stanno per schiudersi!), e volano via, tra le ragnatele di un ragno, in una teca con rospi e granchi di terra, in prossimità degli acquari, oppure svolazzano ipnoticamente in prossimità dell’uomo.

Una delle specie di serpenti del museo di Calimera

Una delle specie di serpenti del museo di Calimera

Le velenosissime e coloratissime rane dell’amazzonia danno un tocco di vivacità. Sembrano quasi uscite dalla tavolozza di un pittore impressionista. Tante belle quanto letali, utilizzate dagli indios per fornire la materia prima per i loro dardi avvelenati.

Nel cortile e nel bosco altri animali, altri habitat, pavoni e tartarughe, furetti e ricci, rapaci notturni e diurni, volpi e tassi che costruiscono le loro tane alla base degli alberi di leccio. Per le specie endemiche si attende la conclusione di una fase di osservazione ed eventuale recupero prima di essere rilasciate in cattività, per quelle esotiche invece il museo diviene una seconda casa. Impossibilitate a vagare liberamente in un habitat che non li appartiene, questi esemplari vengono “adottati” in modo da garantire la loro incolumità e quelle delle specie che potrebbero essere minacciate dalla presenza di un elemento alieno alla biodiversità nella quale vivono. Il museo di Calimera è infatti anche un osservatorio faunistico provinciale, che funziona soprattutto grazie a contributi privati e alla buona volontà di numerosi volontari che dedicano anima e corpo alla causa.

Un luogo da visitare per un contatto diretto con quella flora e quella fauna che a volte sembriamo dimenticare, ma alle quali un tempo apparteneva interamente la terra che abbiamo asfaltato.

Marco Piccinni


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