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La vora Spedicaturo

C’è un Salento che non conosci che si estende nel sottosuolo, dove solitario e noncurante del pericolo striscia nel fango fino a raggiungere gli angoli più remoti della terra. Scava e modella senza sosta, modifica e trasforma ambienti, gallerie, mentre il paesaggio che lo sovrasta muta e reagisce di conseguenza: alberi che penetrano nella nuda terra ben oltre l’altezza delle proprie radici, animali divorati dal suolo, acqua che scompare e si prosciuga nelle cisterne.

Le voragini che sempre più numerose affollano il sottosuolo hanno alimentato nei secoli passati leggende demoniache e credenze popolari. Ciò che l’uomo non è in grado di capire, di spiegare, diviene allora oggetto di misticismo e fantasia. Ma basta provare ad esplorare una di queste cavità per comprendere quanta bellezza senza pretese sia in grado di offrire la natura.

Abbiamo voluto provare questa esperienza con gli esperti speleologici del gruppo Trekking Tricase, che con una semplicità disarmante sono stati in grado di mettere un gruppo di 20 principianti alle prime armi nelle condizioni ideali per affrontare un percorso intenso, insolito, ma decisamente affascinante.

Destinazione è la vora del noce (o spedicaturo), in territorio di Surano, una voragine solo parzialmente esplorata e dalle dimensioni ancora incerte, le cui bocche si aprono affannose dal sottosuolo come alla ricerca di aria, le cui pareti esposte alla luce ospitano un proprio ecosistema, fatto spesso di piante comuni ma che hanno saputo adattarsi a condizioni di vita differenti rispetto alla cugine in superficie.

Qui, il 13 Marzo 1996  si è verificato un fenomeno di subsidenza catastrofica che ha portato alla luce una cavità profonda 19 m e larga 20 m. Nell’area erano già presenti due doline di crollo connesse ad un complesso carsico attivo che riceve le acque di un reticolo endoreico lungo circa 14 Km.

Ingresso vora del noce

Ingresso vora del noce

Una volta raggiunto l’antro di ingresso, una piccola sosta per permettere al fisico di abituarsi al repentino cambio di temperatura per poi, torcia alla mano, addentrarsi in cunicoli sempre più stretti fino a raggiungere i 35 metri di profondità! In silenzio tra le pareti fangose lo scroscio dell’acqua di un fiume sotterraneo in una delle gallerie adiacenti fa sentire la sua voce. Bisbiglia. Non vuole disturbare.

L’acqua fredda che per stillicidio ti cade sulla schiena, ti fa rabbrividire. L’aria densa di umidità che sembra quasi si possa tagliare. La sorgente tiepida del fiume che ci accompagna con il suo lamento e che tradisce un’origine in superficie. Le decine di ragni che irrobustiscono la tela intorno alle uova, si avvicinano ad esse quasi come per proteggerle dagli intrusi. Un ventaglio vergine di emozioni non ancora sperimentate ma alle quali non si fa fatica ad abituarsi.

Un’altra galleria, ancora più stretta, un ultimo sforzo, il traguardo è li vicino ma non lo percepisci. È solo quando ti trovi di fronte la cattedrale che perdi quasi il respiro, blocchi il passaggio a chi ti stà dietro, alcuni secondi per riprenderti e per razionalizzare quanto stà accadendo. Un sala dalle dimensioni incalcolabili. Pochi raggi di sole che penetrano da due piccole aperture in superficie, 35 metri più su, e che in linea retta viaggiano nell’aria fendendo il pulviscolo e colpiscono il suolo. Pochi raggi sufficienti ad illuminare tanto splendore. È la natura che incanta. Unico, grande architetto.

Cattedrale nella vora del noce

Cattedrale nella vora del noce

Marco Piccinni

NOTA: Si SCONSIGLIANO visite da autodidatta in queste tipologie di ambienti. Rivolgersi SEMPRE a personale esperto.


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