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Il tesoro di masseria Capirrone a Campi Salentina, ma Comune e Soprintendenza non se ne curano

‘E’ possibile – vi chiederete – che in periodi di crisi economica, quando è più rassicurante ricercare e valorizzare le proprie radici culturali anche a fini economici e turistici, le Autorità non si preoccupino di conoscere le tracce della storia e capire come chi ci ha preceduto avesse organizzato il territorio, realizzando strutture e manufatti rurali, vere e proprie masserie fortificate, simbolo di una economia agraria e pastorale tipica delle civiltà mediterranee?’ Cosa spinge a questa insipienza? Se lo chiedono anche i cittadini attenti al patrimonio culturale di Campi e del Salento, un lembo del territorio che ha visto trascorrere nel corso del tempo il fior fiore di civiltà che hanno lasciato nella cultura locale segni indelebili, come quelle tombe che sono disseminate in questa struttura che sicuramente risale nell’impianto originale alla civiltà messapica, poi romana, saracena, normanna e via via fino ai nostri tempi.

‘Ho inviato ben due segnalazioni alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per i Beni Archeologici relative alla Masseria Capirrone a Campi Salentina – ci segnala Marcella della Rete Civica per la Tutela del Paesaggio e del Patrimonio Storico, Artistico ed Archeologico con sede a Copertino (Le) -. Una ad aprile di quest’anno, quando la masseria era minacciata dalla progettata tangenziale, un’altra ad ottobre, durante i lavori di bonifica e recinzione eseguita dal proprietario’. Ma nessuna risposta è pervenuta dalla Soprintendenza. La stessa segnalazione è stata inviata anche al Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Bari. Ma anche da questa sponda silenzio. Sopravvive ancora di un’area boscata la quercia virgiliana vicina alla masseria, antichissima, dell’età veneranda di 500 anni, dentro cui sorgeva la chiesetta della Madonna del Bosco che dista poche centinaia di metri dalla quercia.

Masseria Capirrone, la quercia secolare

Masseria Capirrone, la quercia secolare

‘Come è possibile – si chiede Marcella – che pur essendo la quercia censita e vincolata, l’area intorno ad essa risulta dal PUG edificabile?’ Accanto alle strutture che hanno resistito alle intemperie del tempo e che rimangono lì erette come per testimoniare la loro resistenza alle ferite degli uomini e al trascorrere delle stagioni, come per marcare il territorio, una serie di tombe, almeno 10, sono disseminate nella campagna e fra le rovine a testimonianza degli agricoltori che hanno condotto questa pianura per secoli e secoli, tutte orientate nordovest-sudest, probabilmente di epoca medioevale, forse poi abbandonate a causa delle incursioni saracene. La masseria, imponente, è munita di pozzi e cisterne per la raccolta delle acque piovane in questa regione sitibonda e dominata dall’arsura dei corpi e dello spirito. Tutto questo monumento dell’archeologia rurale è minacciato da più parti e per più ragioni, innanzitutto da chi vorrebbe farne area di speculazione edilizia ma anche sedime di una nuova circonvallazione che doppierebbe il capo di Campi salentina e insieme allo spazio anche il tempo, cancellando secoli di tracce archeologiche sopravvissute miracolosamente fino a noi. Gli ambientalisti si augurano che questo non accada e che ancora una volta lo spirito del tempo vinca sugli appetiti speculativi. Un augurio da condividere, consapevoli che – come diceva Levi – ‘il futuro ha il cuore antico’.

Masseria Capirrone, contrafforte

Masseria Capirrone, contrafforte

Paolo Rausa


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