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Grotta del Noce, Galatone

La chiamano grotta del Noce per via di un enorme albero di noce che si radica nel sottosuolo a partire dal suo ventre prima di emergere con prepotenza in superficie in cerca della luce. Siamo in agro di Galatone, nessuna targhetta del catasto regionale battezza ufficialmente questa grotta che vive nella memoria di innumerevoli leggende che si perdono nell’immensa chioma di quell’albero che ne vigila l’ingresso fungendo allo stesso tempo da indicatore della presenza di un profondo antro.

Grotta del Noce, Galatone - ingresso

Grotta del Noce, Galatone – ingresso

Grotta del Noce, Galatone - ingresso visto dall'interno

Grotta del Noce, Galatone – ingresso visto dall’interno

Un percorso, quello per raggiungere la grotta, che si dirama nelle stradine dell’estrema periferia del territorio comunale di Galatone, lungo un tragitto costellato da innumerevoli edicole votive realizzate per la maggiore sul finire della prima metà del secolo scorso e che ritraggono l’iconica raffigurazione del Crocefisso della pietà, divenuta da secoli ormai il simbolo della città: un mantello copre le spalle del Cristo e le mani che gli sono state legate dietro la schiena che offre alla croce, ultimo strumento del suo martirio. La leggenda vuole che la primigenia rappresentazione di questa icona (secondo tradizione popolare risalente al XV secolo) raffigurasse il Redentore con le mani davanti al torso, bene in vista e non coperte dal mantello, e che sia stato proprio Lui a decidere di portarle nell’attuale posizione alla presenza di numerosi testimoni in una calda notte di Luglio del 1621.

Grotta del Noce, interno

Grotta del Noce, interno

Un piccolo fenomeno di crollo ha permesso alla cavità di venire alla luce in un periodo non definibile. A pochi metri dall’imbocco, sulla destra, l’apertura di un cunicolo ostruito che leggenda popolare vuole fosse l’ingresso di uno dei numerosi camminamenti sotterranei, di cui ogni comune vanta un’esistenza spesso mai comprovata da nessun dato certo, in grado di collegare, in questo caso, la periferia del paese con il castello di Fulcignano e da qui dirigersi verso l’abbazia di San Mauro in territorio di Sannicola.

Una grande cavità che offre riparo a volpi e tassi da sguardi indiscreti, e che probabilmente ha ospitato piccoli insediamenti umani, non necessariamente per scopi abitativi, che hanno lasciato traccia del proprio passaggio come dimostrano alcune nicchie allineate, scavate lungo una delle pareti del grosso salone che si estende per una 20ina di metri sotto un uliveto relativamente giovane, nelle calcareniti del Salento, caratterizzate da calcari grossolani e sabbiosi, relativamente cementati e a volte argillosi.

Grotta del Noce, una delle nicchie scavate

Grotta del Noce, una delle nicchie scavate

Marco Piccinni


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