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FOTO. “Velate/Svelate”, l’India di Tamara Triffez a Tricase

TRICASE (Le) – L’India è donna e le donne sono il soggetto della bella mostra fotografica di Tamara Triffez a Tricase (Scuderie di Palazzo Gallone, Piazza Pisanelli, Tricase), presentato da “Indian Film Festival of Salento”. Sono donne giovani e donne anziane; donne sole e donne in gruppo; donne pensierose e donne che sorridono; donne che mostrano il viso e donne che lo nascondono sotto un lembo della loro sari.

La sari è l’indumento femminile dell’India. Risale a duemila anni fa ed è arrivato immutato fino a oggi. Sono le sari delle donne a colorare le campagne e le città dell’India, nonché le fotografie di Tamara.

Al tempo dei “Veda” (le sacre scritture), la donna indiana era libera. Sovrastava l’uomo con la sua personalità, con la sua intelligenza, con la sua sessualità. L’uomo la temeva. Decise di controllarla e di limitarne la libertà.

Nel “Mamusmriti”, scrive il legislatore Manu nel primo secolo dell’era cristiana: “In nessun caso la donna deve essere lasciata indipendente”. Iniziò così il declino della condizione della donna indiana. L’induismo la considerò “impura” a causa delle mestruazioni e le precluse l’accesso ai “Veda”.

Le invasioni islamiche prima e il colonialismo cristiano-britannico poi, aggravarono ulteriormente la sua posizione fino ad arrivare alle violenze sessuali e al femminicidio, fatto con gli aborti selettivi, dell’India di oggi.

Ma la donna indiana non è stata sconfitta e, oggi più di ieri, lotta per riacquistare la libertà perduta.

Tra le divinità dell’India, Durba è una dea molto venerata. E’ chiamata “Maishasura Mardini”, colei che uccide Maishasura, il re degli antidei.

Per gli hindu questo episodio rappresenta la vittoria del Bene sul Male. Durga è il simbolo della forza e del potere femminile. E’ chiamata anche “lnaccessibile”.

Quando la donna indiana si copre il viso con un lembo della sua sari, non lo fa per modestia ma per proteggersi da un mondo che le è ostile. Quel lembo della sari diventa così una sottilissima corazza che rende la donna indiana “inaccessibile”, come la dea Durga.

Nelle fotografie di Tamara, la donna indiana si prende una piccola rivincita: l’uomo non appare. E’ stato cancellato.

Carlo Buldrini


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