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C’era una volta nel Salento… Fiabe di ieri e oggi

UGGIANO LA CHIESA – C’era una volta un’isola, nell’Oceano dei Mille Sogni…

Principi, principesse, fate, dee, ninfe, titani, orchi, streghe, folletti, scazzamurreddhi popolano l’immaginario delle genti del Salento. Una ricchezza dovuta alle dominazioni di secoli e millenni: tanti popoli sono passati e ognuno ha sovrapposto la sua affabulazione a quelle già esistenti.
La tv ha desertificato la nostra fantasia: se fino a qualche decennio fa la trasmissione di questo prezioso patrimonio culturale e identitario avveniva nelle sere d’inverno dinanzi al fuoco e d’estate seduti davanti alle case al fresco, oggi gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione ci ha resi dei volgari guardoni perdute nelle perversioni di “Beautiful” e nei sentimenti ridotti a pantomima del Grande Fratello.

C’è quindi un’urgenza di recupero e di passaggio di memoria affinché non vada perduta di materiale un po’ onirico e un po’ sociologico che deve essere tramandato alle generazioni dei millennials.

E’ questo il concept sottinteso di “Fiabe e leggende salentine”, del dottor Babbarabbà (alias Pierluigi Camboa), editrice Idea Dinamica (Casarano, Lecce) 2020, pp. 80, euro 8,00, collana “Scuola e amministrazione”.

E’ una suggestiva ricognizione di favole e leggende che marchiano in dna dell’uomo di Terra d’Otranto, alcune note e altre meno conosciute, con l’atout dell’aggancio alla modernità con cui Camboa le contamina, senza tuttavia alterarle, nel senso che in controluce si leggono benissimo le versioni tradizionali.

Anche le location sono territorialmente definite attorno all’area idruntina, nello specifico Uggiano la Chiesa e Casamassella (legata ai nomi di Girolamo Comi e Florio Santini), ma il lettore può benissimo, rimodulandole e raccontandole a sua volta, portarsele all’ombra del proprio campanile.

Quello che conta è salvarle dalla damnatio memorie, sottrarle alla gente di domani, creare un buco nella memoria. Poiché, solo sapendo chi siamo stati possiamo rendere più bello e vivibile il presente e vagheggiare un futuro migliore.

Favole godibilissime, di ieri e di oggi, alcune delle quali “contaminate” con personaggi a noi coevi: basti citare don Tonino Bello ne “Il panino alla Nutella”. Ma da “La vera storia di Orfeo ed Euridice” ai politici invitati a un matrimonio e ingozzatisi di fagottini (frittatine arrotolate farcite con ricotta di capra e salsiccia di cinghiale) aggrediti da un batterio e perciò costretti ad affollarsi davanti al bagno (“Il banchetto delle beffe”), tutto è narrato con l’ironia e la leggerezza che impregnano il patrimonio genetico di chi è nato in una terra magica e sorprendente come il Salento.

Francesco Greco


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