I “musci” di Patù
“a Patù quattru musci suntu”
“A Patù sono solo in quattro gatti”
Questo è l’ironico intercalare che viene utilizzato, quando, tra un discorso e l’altro, si cade a parlare di questo paese e dei suoi abitanti, soprannominati appunto “musci”, ossia “gatti”.
Come per la maggior parte degli epiteti, frutto della fantasia popolare, anche questo contiene alcuni elementi reali.
Patù è da sempre stato, infatti, il comune della Provincia di Lecce con meno abitanti (1747 abitanti dall’ultimo censimento – 2007).
L’associazione al gatto, invece, li contraddistingue come un popolo di gente furba e che non si perde mai d’animo.
“..si racconta che a Patù giunse la notizia che un alto funzionario sarebbe arrivato per compiere un’istruttoria: al piccolo paese sarebbero stati concessi ampi benefici solo se il numero degli abitanti si fosse rivelato consistente. Un’opportunità fortunata, quindi, difficile da ripetersi.
Parve però necessario, affinché si ottenesse il maggior utile possibile, escogitare un modo per far credere all’importante ospite che gli abitanti di Patù erano di numero assai maggiore del reale.
Per mettere in atto il disegno, fu chiesto l’aiuto del Parroco.
Proprio in quei giorni, infatti, si doveva svolgere la solenne processione in onore del santo patrono alla quale, per tradizione, partecipava tutta la popolazione. Ma almeno per quell’anno, i fedeli dovevano raddoppiare, triplicare, diventare, insomma, una moltitudine, come se Patù fosse un grande e popoloso centro.
A qualcuno venne perciò una strabiliante idea: sullo stendardo religioso che apriva la processione, fu collocato un gatto, alla cui coda era stato legato un filo di spago tenuto in mano dal parroco. Mentre la processione avanzava per le vie del paese, il sacerdote tirava la cordicella, e il gatto, per il dolore, miagolava continuamente, facendo un rumore simile a quello di mille e più persone.”
Nulla sappiamo in merito alla riuscita o meno del piano. Certo è che, ancora oggi, sullo stemma civico di Patù, è raffigurato un gatto.
Sandra Sammali
BIBLIOGRAFIA:
“Agenda di Babbarabbà 1997. Soprannomi paesani nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto tra storia e fantasia”, pagg 260,261 – supplemento del “Quotidiano” dicembre 1996 (Arti grafiche Mondadori) a cura di Antonio Maglio