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Millennials song, Guglielmo Lai

“Irriverente”: così si definisce Guglielmo Lai, pugliese (Tricase), generazione millennials alla seconda performance d’autore dopo le belle suggestioni del brano d’esordio dal titolo “Questi tempi qua”, dove cantava: “Di questi tempi qua la serenità/ c’è chi non ce l’ha/ e c’è chi mai avrà la felicità/ l’umore ballerino salta e gioca/ per un attimo torno bambino/ e la creatività che viene e se ne va/ nella creatività ascolto la mia anima”.

É infatti disponibile, in rotazione radiofonica e in tutti i digital store “Io, te e la panchina“, il nuovo singolo, un pezzo fresco, accattivante, di impatto immediato, adatto all’estate e a risollevarsi l’umore dopo il grigiore della pandemia.

La sua ricerca originale, il percorso filologico, è solo agli inizi e già suscita interesse e curiosità per cercare di intuire gli sviluppi del mainstream che s’è dato.

Il primo aspetto che conquista d’istinto, è la freschezza dell’ispirazione, sia nei testi che nell’inventiva e le soluzioni melodiche. Vi si può trovare il mood dei millennials, ma non solo, il sentimento intimo delle sue canzoni è universale e trasversale alle generazioni: il tempo è solo una convenzione.

Frontman della sua band, con cui fin dagli esordi ha suonato live in Salento, Guglielmo Lai è un artista concentrato su sé stesso e sulle sue storie minimaliste, fatte di sensazioni, oggetti e situazioni scolpiti, in cui si tantissimi ritroveranno il filo conduttore delle loro vite.

Guglielmo Lai

“Io, te e la panchina” trasfigura una scena che ogni ragazzo ha vissuto, i primi appuntamenti e turbamenti sentimentali nell’incanto dell’incontro, quando basta sedersi e parlare per essere iniziati al grande mistero dell’amore.

Questa canzone riprende il discorso del primo brano, continuando un cammino intrapreso, lavorando su una visione musicale in cui si ribalta la prospettiva del fare musica: per Lai infatti, un messaggio inteso come canzone, è fuorviante come concetto a sé stante senza l’individualità e il sapore della creatività, necessaria se si vuol rendere magica e unica un’emozione, afferrando il pathos sottinteso nei momenti di vita quotidiana nella “creazione”, come fosse la foto di un attimo che ogni persona vive. Un cantautore da seguire nel tempo, per osservarne l’evoluzione, la crescita, le future scoperte, gli approdi di un viaggio che emoziona e incuriosisce.

Francesco Greco


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