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Inseguendo Dragut… da Salve a Malta, la leggenda de “l’isola della Fanciulla”

“Aveva il cranio rotondo, la capigliatura folta e crespa, scarsa la barba, carnoso il collo, strette le labbra, perfettissimo il naso, rilevati i pomelli e fisso l’occhio come chi sa pensare, anti vedere, provvedere..”

Bravetta

ritratto di Dragut

ritratto di Dragut – fonte: wikipedia.org

Comandante navale ottomano,  successore di Khayr al-Din Barbarossa, capo della marineria turca, spietato, audace e ottimo navigatore, viceré di Algeri, Signore di Tripoli e di al-Mahdiyya, Dragut si fece chiamare Spada vendicatrice dell’Islam e fu lo spietato protagonista  di scorrerie, saccheggi, e stupri in tutto il Mediterraneo.

Dragut nasce in una povera famiglia contadina, a Bodrum (Anatolia), nel 1485. Fin da giovane ha iniziato a percorrerei mari. All’età di 12 anni, dopo essere stato notato  da alcuni soldati d’artiglieria inviati dal sultano al Cairo,  viene arruolato nell’esercito ottomano.

Nel 1520, raggiunge la flotta di Barbarossa Hayreddin Pasha, che diventerà suo protettore e migliore

Hayredin Pascià - il Barbarossa

Hayredin Pascià – il Barbarossa – fonte: wikipedia.org

amico. Al suo fianco, partecipa alla battaglia di Preveza, in testa ad alcune galeotte.

Mete preferite dei suoi saccheggi e delle sue razzie:  le coste cristiane del Mediterraneo..

“Famoso e a christiani dannoso corsale…il più crudel nemico de’ cristiani, et il più dispietato, e pernicioso corsale, di quanti all’età nostra in questi mari stati siano..potente e crudel corsale”

Bosio

così, Carlo V dà ordine di catturarlo. Vi riesce il nipote di Andrea Doria, Giannettino Doria, il quale lo sorprende mentre faceva razzia e incendiava un villaggio della Corsica..

I pirati ,ormai sicuri del successo, si stavano spartendo il bottino e, incuranti dei pianti e dei gemiti di tanti infelici, li stavano mettendo in catene per condurli in schiavitù sulle loro navi….

“Ad un tratto risuonò terribile, alle loro spalle, il grido di guerra dei marinai del Doria che, sparando da ogni parte,  piombarono di corsa all’assalto dei pirati. Gli abitanti si liberarono dai legami, riconquistarono le armi e si avventurarono a loro volta sugli uomini di Dragut che vennero trucidati o fatti prigionieri. Tra questi c’era Dragut, in persona. Senza nessun riguardo al suo grado venne messo in catene, legato al banco di una galera, costretto a vogare sotto la sferza, come l’ultimo dei prigionieri”

Mesi dopo, un distinto condottiero francese , Jean Parisot de la Vallette, (divenuto più tardi Gran Maestro dell’Ordine di Malta e fondatore della capitale dell’isola,  era stato egli stesso schiavo dei barbareschi)  non tardò a riconoscere

“…nel barbuto e lacero prigioniero, che vogava rabbiosamente, incatenato al banco di una delle galere del Doria, con gli occhi bruciati dalla salsedine e la pelle annerita dal sole, le spalle ricoperte dalle lividure delle sferzate, dimagrito per le privazioni, le fauci arse dalla sete…”

proprio colui che era stato uno dei più brillanti e temuti  ufficiali del Barbarossa e gli rivolse qualche parola di saluto e di consolazione..

– “Signor Dragut!” – gli disse- “è la legge della guerra!”

Generale de la Vallette

Generale de la Vallette – fonte: wikipedia.org

Dopo 4 anni di prigionia, Dragut viene liberato, probabilmente dietro il pagamento di un ingente riscatto elargito da Khayr al-Din Barbarossa in persona, nel quale è inclusa la concessione dell’isola di Tabarca alla famiglia genovese dei Lomellini, legata ad Andrea Doria.

Dragut ,libero, torna in Turchia. Da quel momento in poi, si fa soprannominare  Spada vendicatrice dell’Islam e ricomincia a perseverare nelle coste del Mediterraneo: da Rapallo, Bonifacio a Gozo, dove lo sbarco viene respinto dalla cavalleria di Giovanni Xiemens; abbandona l’isola ed entra con la sua flotta nel mare Tirreno, devasta l’isola di Capraia, attacca la riviera di Levante,  Monterosso, Corniglia. Getta l’ancora nel golfo di La Spezia e punta di nuovo Rapallo. Dopo tre giorni il corsaro riparte dal borgo ruentino, portando via come schiave più di cento fanciulle rapallesi.

Salpa da Algeri, fa tappa a Djerba e poi di nuovo in Liguria: approda sulla spiaggia di Laigueglia, 250 abitanti deportati come schiavi, compresi bambini, donne e parte degli uomini. Si sposta verso la Riviera di Ponente poi di nuovo giù per Gozo, maggio  1546: si scaglia sugli abitanti dell’isola, dà fuoco alle messi ed uccide il bestiame.

“Era noto come egli inferoscisse verso i disgraziati che avevano la sventura di cadere nelle sue mani: con la violenza li obbligava a denunciarsi gli uni con gli altri per conoscere il rango sociale di ciascuno, al fine di stimare il prezzo dell’eventuale riscatto. Spesso, a forza di nerbate, li induceva a a rinunciare alla fede cristiana per farsi musulmani”

Panetta

E di nuovo in rotta, per Tolone, dove si trattiene qualche tempo per far riposare i suoi uomini per poi ripartire alla volta di Malta,  ma nuovamente, i corsari sono costretti  a fare marcia indietro.

Dragut  si rivolge verso la Puglia:  22 luglio 1547, i suoi uomini sbarcano  sul litorale salentino, nel tratto compreso tra Pescoluse e Torre Pali, con l’ordine del comandante Dragut di assalire  l’abitato di Salve.

Ma i corsari trovano la popolazione già allertata e pronta alla resistenza: con duri colpi di fucileria, lanci di olio bollente dall’alto del fortilizio, dopo un lungo assedio, i Salvesi riescono eroicamente con tenacia, scaltrezza e coraggio, ad allontanare i nemici..che, furibondi,  saccheggiano i paesi limitrofi, Gagliano, Morciano, facendo razzia di ogni cosa.

orre Pali

Torre Pali – fonte: salveweb.it

“sfogata la loro rabbia, i corsari presero la strada del ritorno, raggiungendo le loro imbarcazioni ormeggiate e custodite al largo della costa salvese. Alle prime luci dell’alba, durante il tragitto, sorpresero una famiglia, coloni di una masseria.

I turchi fecero razzia di agnelli, ferirono l’anziano massaro e la moglie, e rapirono la loro unica figlia. Ben presto la giovane capì le intenzioni di quel branco di pirati. Arrivati all’ansa di S. Antonio, (attuale Torre Pali) trascinarono la rapita verso la scialuppa ancorata presso un isolotto ad un centinaio di metri dalla battigia,la ragazza, vedendo al largo le balere turche che si apprestavano a spiegare le vele, cominciò ad urlare disperandosi solo al pensiero di vedersi schiava per tutta la tutta la vita in una terra lontana.

Dimenandosi, sfuggi ai suoi rapitori ma la sua fuga durò ben pochi metri, i suoi aggressori la riacciuffarono e, per punirla della sua indomita resistenza, ne abusarono tanto che la povera giovane, stremata, giaceva rassegnata alla sua sorte.

Le balere dei pirati erano già pronte  per salpare, quando il feroce Dragut, informato dai suoi commilitoni della resistenza della giovane rapita, volle egli steso interrogarla. Aprendosi un varco nel capannello di manigoldi stretti intorno alla fanciulla, le disse:

“rinnega la tua fede cristiana o morirai di morte atroce!”

Ma con voce esile, la giovane rispose: -“ scelgo piuttosto di morire, anziché abbandonare la mia fede e la mia gente”

Allora il capo dei turchi, accecato d’ira, comandò che la giovane fosse passata a fil di spada, lasciando poi il suo corpo lì, abbandonato sull’isola, per essere divorato dagli uccelli e dai granchi.

Alla sua morte non ci fu alcun pietoso ufficio funebre, ma il Signore ebbe misericordia dei resti mortali della giovane destinata a rimanere esposta alle intemperie giorno e notte: levatosi un forte vento, coprì la minuta sabbia quasi tutto il corpo inerme…

Sette giorni dopo, il corpo rivolto con gli occhi al cielo e con il sorriso sul volto fu trovato dai pescatori Salvesi dandogli finalmente cristiana sepoltura.

Si racconta, tra i pescatori più anziani, che nelle giornate di bonaccia, all’albeggiare del nuovo giorno, quando una leggera nebbia copre l’isola, si può intravedere una minuta figura di giovinetta che vaga inquieta per la riva, assassinata perché fedele alla sua cristianità…

Da quel martirio, l’isola ad ovest di Torre Pali e stata denominata “l’isola della Fanciulla”.

isola della Fanciulla

isola della Fanciulla – fonte: salveweb.it

Abbandonata la costa salentina, Dragut risale verso Nord, si da al saccheggio sistematico e alla rapina sulle coste calabresi, dalla Calabria si trasferisce in Corsica. Assale di nuovo Rapallo, Portofino, San Remo. Poi di nuovo giù in Calabria, Algeri, depreda le acque della Sardegna e della Spagna, torna nel Tirreno e poi giù per la Sicilia, incendia Augusta, né dà alle fiamme la rocca, infesta la costa orientale dell’isola.

“uno dei capitani più temuti della flotta turca…recò i propri uomini all’attacco delle coste d’Italia, saccheggiando e incendiando città e villaggi, portando via ogni volta un gran numero di prigionieri, e divenne celebre per le sue prove di audacia, ma ancor più, per aver ordinato, durante le corse, degli orribili massacri. Si diceva che alcuni centinaia di spagnoli,  dell’esercito di Alver de Saude, luogotenente del viceré di Sicilia, furono, per suo ordine, uccisi tutti in un sol giorno, e che per suo divertimento, i rispettivi crani furono sistemati uno sopra l’altro a formare una piramide”

 Heers

Il 31 maggio 1565 giunge a Malta con 13 galee e 2 galeotte; è alla testa di 1600 soldati, detti matasiete, per aver giurato di uccidere ognuno non meno di sei nemici in guerra ed in arabo settah vuol dire sei.

I guerrieri vestono pelli di belve, portano un casco di ferro  dorato, hanno il volto tatuato con maschere spaventose e sono armati di scimitarre affilatissime. Ha inizio il famoso Grande Assedio di Malta.

 Con Mustafà Pacià, Dragut decide di espugnare prima il castello di Gozo e la città vecchia. Spinge, poi, a concentrare il fuoco su Forte Sant’Elmo, che si staglia dominante l’ingresso del porto principale: la piazzaforte è battuta con 30 cannoni; sulla fortezza si abbattono 6000 palle, in un attacco sono uccisi 450 turchi. Dragut ha il comando dell’artiglieria: ordina di estendere l’assedio per  isolare del tutto la fortezza. A metà giugno, viene ferito alla fronte da una scheggia di pietra, provocata da una grossa palla di ferro sparata dal Forte Sant’Angelo, mentre sta guidando i suoi in un attacco contro il castello di Sant’Elmo.

Portato in una tenda vicina, muore due giorni dopo. Il suo corpo viene trasportato a Tripoli, e lì sarà sepolto, nella moschea di Sarai Dragut. Alla testa dei corsari gli succede Uluch Alì, chiamato dai cristiani Occhiali, ma resteranno vivi soltanto 9 uomini e tutti feriti gravemente. I turchi si ritirano e s’imbarcano sulle loro navi. Il 12 settembre, la loro flotta lascia l’isola, abbandonando però parte della navi: non vi sono più uomini sufficienti per manovrarle e verranno date alle fiamme.

“Barbaro corsale..  la cui morte se ben dolse molto alla setta maomettana, non di meno fu di gran giubilio a tutta la cristianità”

 Summonte

Sandra Sammali

BIBLIOGRAFIA

SPISSU A., Il pirata e il condottiero, romanzo storico, Corbaccio, Milano, 2008.

VENERI G. M., Cenno storico sul comune di Salve, Napoli, 1860

SITOGRAFIA

Corsari del Mediterraneo.it

Wikipedia – Dragut

Salve Web.it


Un commento su “Inseguendo Dragut… da Salve a Malta, la leggenda de “l’isola della Fanciulla”

  1. francesco lopez y royo ha detto:

    oggi con nomi diversi ma ugual ferocia si aggirano per il mondo tanti Dragut;solo per bottino e non per religione.

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