Home » Comuni Salentini » Alessano » Quando l’artigianato si fa arte, Gigi Bello

Quando l’artigianato si fa arte, Gigi Bello

ALESSANO (Le) – Quel lager di Auschwitz, in terra di Polonia, è così vero che fa venire i brividi. Pare quasi di udire gli ordini dei nazisti e i lamenti degli ebrei rinchiusi. Per il Giorno della Memoria l’ha voluta una scuola superiore.

Per la “Costa Concordia”, la nave di Francesco Schettino incagliata al largo dell’Isola del Giglio è ricorso a un espediente: dopo averla ultimata, l’ha presa a martellate: l’effetto dello squarcio è impressionante.
L’opera più difficile però è stata la Torre Eiffel: non ha preso vita finché non ha capito che doveva cominciare la tessitura partendo dalla base a 45 gradi e risalendo fino alla punta. Ma anche lo scontro fra i treni in Puglia quel maledetto 16 luglio 2016 non è strato di facile realizzazione: ecco le 23 bare allineate, gli ulivi e persino la scala metallica usata da un contadino sfortunato che stava togliendo i succhioni alle sue piante e morì colpito dalle schegge scagliate in aria dallo scontro (è stato esposto nello scorso luglio nel locale Circolo degli Emigranti in piazza don Tonino Bello ad Alessano).

Esiste un confine fra artigianato e arte? Prima della rivoluzione industriale l’artigiano era anche artista, oltre che ingegnere, architetto, ecc. Da Fidia a Leonardo fino a Henry Moore e Brancusi, l’artista è sempre partito da una manualità intrinseca per la sua opera.

Ricostruzione di Auschwitz

Ricostruzione di Auschwitz

Luigi “Gigi” Bello da Alessano conferma questa regola non scritta. Era ragazzo e iniziò a coltivare la passione per il modellismo. La sua prima opera, un veliero, vinse un premio a un concorso organizzato all’Avviamento Professionale che frequentava. Erano gli anni sessanta. E da allora non si è più fermato.

Per mantenere la famiglia, moglie e figlie, di giorno ha fatto il carrozziere, riparando cofani ammaccati e portiere scassate, di sera – ispirandosi a fatti reali – ha dato forma ai metalli realizzando armature di soldati medievali e navi da crociere con le piste illuminate, antichi velieri, ecc.

Armature medievali

Armature medievali

Si è proposto in tantissime mostre, che gli hanno dato il successo e gli apprezzamenti di gente del posto e turisti. Particolare curioso: Gigi non vende le sue opere, per nulla al mondo intende separarsene, a qualsiasi prezzo: gli sembrerebbe di rinunciare a qualcosa di sè, per cui, anche l’offerta più sostanziosa non lo attira.

A Gigi va bene così. Confida: “Spesso la notte non dormo, penso alle soluzioni per realizzare la mia nuova opera, l’idea che mi frulla in testa prende corpo e al mattino mi metto al lavoro…”.

Anche con le “visioni” notturne l’artigianato diventa arte.

Francesco Greco

 

Ciao Gigi, amico geniale

ALESSANO (Le) – Mi aveva promesso le foto delle sue opere: la Costa Concordia dal muso sfondato incastrata fra gli scogli dell’Isola del Giglio, i treni che a luglio di tre anni fa si scontrarono nel Barese (c’era anche il contadino colpito dalle schegge mentre potava il suo ulivo), il campo di concentramento con i fumaioli dei forni crematori, i gommoni rovesciati con i migranti a cercare scampo fra le onde nere e assassine.

Di un realismo che fa venire i brividi.

Quando andavo a trovarlo, nel garage di casa, in via dei Caduti ad Alessano, mi spiegava il background delle opere in rame: nei dormiveglia pensava e ripensava ai dettagli, alle soluzioni migliori per ottenere l’effetto che cercava (al rame della chiglia della Costa Concordia aveva assestato alcune martellate…).

Dopo un caffè preparato dalla moglie, sempre gentilissima e premurosa, e i pasticcini nella cucina della sua grande casa, ci lasciavamo con una stretta di mano e un sorriso: “Vieni quando vuoi…”. A volte gli telefonavo per chiedere della sua salute, era sempre ottimista, mai un lamento.

E invece non andrò più a trovare il mio amico geniale Luigi “Gigi” Bello, un personaggio noto e amato dalla gente di Alessano e tutti i paesi intorno. Se n’è andato all’improvviso, a soli 71 anni.

E’ stato un grande artista, aveva fantasia e metodo.

Da ragazzo aveva fatto l’emigrante, poi si era sposato e, tornato al paese, manteneva la famiglia (quattro splendide figlie di cui era orgoglioso, come lo era dei nipotini), il carrozziere, lavorando senza sosta in giornate da 12-14 ore, facendosi apprezzare per la qualità del suo lavoro e la grande umanità.

Andato in pensione, si era ammalato ai polmoni, spesso aveva bisogno dell’aiuto dell’ossigeno. Si era scoperto artista riempiendo il tempo libero lavorando ai suoi amati modelli.
Negli ultimi anni li aveva esposti a molte mostre (nel circolo degli emigranti di Alessano e Montesardo tre anni fa), ricevendo consensi e tanti premi.

Le sue opere le voleva regalare al Comune, affinché le potessero ammirare anche i turisti nella città di don Tonino Bello. Prima o poi ci sarebbe riuscito, perché Gigi nelle sue cose era determinato.

Ogni tanto faceva dei post su Facebook, con la moglie adorata, figlie, nipoti. Riflessioni sull’amore coniugale, la famiglia, i suoi affetti più cari che facevano tenerezza.

Tempo fa mi raccontò che il 20 aprile dell’anno passato, quando ad Alessano arrivò Papa Francesco, era andato in auto di buon mattino su una via laterale a quella che porta al Cimitero e aveva visto l’evento da vicino, “meglio che alla tv…”, sorrise.

Ciao Gigi, amico mio geniale, cuore d’oro, un galantuomo, grande lavoratore, padre affettuoso, marito premuroso.

Uomini così ormai si fanno sempre più rari, anche per questo quando all’improvviso ci abbandonano ci sentiamo più soli.

Francesco Greco


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.