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Cassandra, la città leggendaria, e le navi di Pirro arenate a Torre Pali

La città di Cassandra si adagiava sulla ferace collina del Fano che scendeva, con i suoi pendii dolcemente ondulati, verso il vicino mare.
Il Veneri scrisse:

“Nell’ampio cerchio del territorio salvese e nella distanza di circa 4 miglia verso l’ovest del comune, vi è una collina prossima al mare, quale chiamasi Fano, della circonferenza di circa 5 miglia.
E’ cosa nota che gli antichissimi primi popoli, nel fondare le città, preferivano le vicinanze del mare per favore del commercio, e le alture a godere la via con la salubrità dell’aria nella quale si respira. Credesi che nella parte più alta di questa collina, ove ora dicesi Profichi, avessero fondato la piccola città che nomarono Cassandra e qua, religiosi dei loro idoli, vi avessero eretto il tempio che dedicarono a Fauno da cui dicesi che vi prese nome la collina e la dissero Fano.”

Fauno era un’antica divinità italica: “Dio campestre e protettore dei pascoli e del bestiame”, ma è anche probabile che il nome della collina derivi da “fanum” con cui si indicava un luogo sacro, un tempio dedicato ad una divinità. “Fanum”, infatti, è sinonimo di “templum”.

Torre Pali

Torre Pali

Il Veneri aggiunge:

“…e dicesi che quivi, come a Roma, celebravano due volte l’anno le feste faunali ai 5 di dicembre ed ai 15 di febbraio, nei giorni delle Idi. Nel dicembre, immolavano una pecora e nel febbraio un capriolo: adoperavano delle libazioni di vino e profumi d’incenso nelle praterie, quali feste campestri. V’introdussero la vite…come vi introdussero tanta altra frutta e sperimentandole di felice prosperità, specialmente la vite, invocarono Bacco qual Dio dei campi, dedito al vino, e lo venerarono insieme nel tempio del Fauno”

La ridente Cassandra era collegata alle altre importanti città, come la vicina Veretum o Oxan situata più ad ovest, dall’antica via Traiana.
La città prese il suo nome dalla leggendaria figura di Cassandra:

La mitologia Greca narra che Apollo, Dio della medicina, della musica e della profezia, affascinato dalla sovraumana bellezza di questa donna, se ne innamorò. Per conquistarla, le donò la dote profetica, ma, una volta ricevuto il suo dono, Cassandra rifiutò di concedersi a lui: adirato, Apollo le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.

Come la maggior parte delle città costiere, anche Cassandra ebbe il suo porticciolo, il “porto dei Pali”, una finestra aperta allo scambio con il vicino Oriente e l’antico popolo della Magna Grecia, ma non solo. Nello spazio del modesto porto, trovarono approdo anche le navi romane.

Con un po’ di fantasia e immaginazione non sarà poi tanto difficile immaginare questo brulicare di vite, di gente semplice, modesta, umile, che un tempo popolava questa collina, oggi testimone silente del suo passato. Solo pochi segreti ha lasciato trapelare, quel poco che basta per tramandare la sua storia nel tempo. A sud-est della Masseria dei Profichi, che domina il versante in pendenza sul mare, molti anni fa, fu ritrovato un sepolcreto con tombe scavate nella roccia tufacea e tutte rivolte ad oriente. Più avanti, verso il canale, fu ritrovato un pezzo di cornicione con alcune incisioni, molto probabilmente parti di un tempio.

Nel 1931, nel fondo dei Fani, appartenente alla Famiglia Postiglione, fu ritrovato un tesoretto di oltre 100 monete di argento del III e IV secolo a.C., raccolti in un vaso di creta.

Tramonto in prossimità del molo

Tramonto in prossimità del molo

Tra le antiche vicende storiche che accomunano tutte le antiche città Messapiche, la più importante fu la violenta ma vittoriosa guerra contro i Tarantini. In quel tempo la città di Taranto era la più forte e la più grande città della Magna Grecia. Per consolidare questo status, già da tempo i Tarantini miravano alla conquista dell’intera Japigia.
Come già accadde in simili circostanze, le città Messapiche si strinsero in lega per difendersi dai Tarantini che nel frattempo avevano ottenuto l’aiuto dei Reggini. In un primo momento gli invasori ebbero la meglio, ma alla fine furono i Messapi, nel 473 a.C., ad uscire vittoriosi da questo ennesimo scontro bellico.

Pirro (Fonte: wikipedia)

Pirro (Fonte: Wikipedia)

Purtroppo, due secoli dopo, nel 281 a.C., i Cassandrini commisero l’errore di ospitare, nel loro porticciolo, le navi di Pirro, in rotta verso Taranto.
La città era in pieno conflitto con Roma, e stava preparandosi ad un attacco romano che avrebbe inferto una sicura sconfitta.

Roma era già diventata una potenza egemone e si muoveva con l’intenzione di sottomettere a lei tutte le città dell’Italia Meridionale. I Tarantini mandarono una delegazione da Pirro perché intervenisse e la salvasse dalla conquista romana. Pirro, già desideroso di vittorie, vide la possibilità di fondare, senza sforzi, un regno in Italia.
Pirro sbarcò in Italia con 3000 cavalieri, 2000 arcieri, 1000 frombolieri, 20000 fanti e 19 elefanti da guerra. L’esito della battaglia fu ben diverso da quello che i tarantini avevano sperato, infatti i romani:

“…distrussero Taranto fino ai fondamenti. Alcuni anni dopo fu spianata la città di Muro assai famosa in quel tempo; fu rovinata affatto Cassandra, piccola città vicino Salve, indi Sordello…”

Giambattista Carafa “Historia del Regno di Napoli”

Quella del coinvolgimento di Cassandra in una delle più grandi ecatombe della storia del salento, sarebbe suggestiva e a tratti poetica se non fosse da considerarsi esclusivamente priva di fondamento. Al tempo della guerra tra l’Urbe e la “spartana” Taranto la città di Cassandra era già stata abbandonata da circa due secoli, come testimoniano vari dati archeologici.

Sandra Sammali

BIBLIOGRAFIA
“Salve, miti e leggende popolari”, Edizioni Vantaggio

SITOGRAFIA
Wikipedia – Pirro


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