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Delia, la gestante di Ostuni, la madre più antica del mondo

Una mano lievemente posata sul ventre gravido. Un atto d’amore, di protezione. Una carezza che sfiora qualcuno che ancora non c’è, ma ardentemente desideroso di sorridere alla vita, anche se, di fatto, non sa ancora cosa sia. Eppure  sente che la fuori c’è qualcosa. Qualcosa che vale la pena di essere vissuto. Qualcosa per il quale vale la pena soffrire. Qualcosa in grado di suscitare ansie, ricordi, dolori, gioie.

La mano di Delia rimane ferma sul suo ventre. Sarà una madre giovane, premurosa. Una donna d’altri tempi. Alta come poche tra le sue coetanee. Robusta come tante. Non si cura delle cose mondane. Ama l’essenziale. Il figlio che porta in grembo le riempie la giornata: lo sente muoversi dentro, agitarsi, nutrirsi di lei. Non sarà frivola, apprensiva, invadente. Sarà una madre. La mano di Delia rimane ancora ferma sul suo ventre, da 28.000 anni.

È lei. Ostuni 1, così come è stata definita tecnicamente una delle tre sepolture rinvenute all’interno della grotta di Santa Maria d’Agnano, ad Ostuni, dal paletnologo Donato Coppola, il 24 Ottobre del 1991. Insieme a lei hanno giaciuto per lungo tempo un uomo adulto (Ostuni 2), probabilmente un cacciatore, sepolto all’incirca 30.000 anni fa, accanto a Delia, dandole le spalle, e un secondo uomo morto con un precario stato di salute (Ostuni 3), circa 13.000 anni fa.

Delia, diorama della deposizione

Delia, diorama della deposizione

Delia, così come venne battezzata dal suo scopritore, è entrata doverosamente in tutti i libri che raccontano la storia dell’uomo. È la madre più antica del mondo! Ciò che resta è uno scheletro completo che colpisce non solo per la sua integrità ma anche per la sua età, appena 20 anni! Era una ragazza possente, abbastanza muscolosa, alta 1.70 metri. Una dentatura perfetta anche se molto consumata. Probabilmente Delia masticava la pelle degli animali uccisi al fine di ottenerne un cuoio morbido da utilizzare per la preparazione di vestiti.

Sotto una pietra che copriva il grembo il prof. Coppola ha trovato un corpicino: un feto all’ottavo mese di gestazione, intatto in tutte le sue parti. Delicatissimo. Le posizione degli ossicini delle sue falangi indicano che al momento della morte erano all’altezza delle orbite oculari. La tipica posizione fetale ai quali siamo ormai abituati dalle recenti ecografie. Un gesto naturalissimo, senza età né tempo, che sembra quasi nascondere un leggere imbarazzo, quello dell’essere osservati in un momento e in una posizione nella quale non ci si sente all’altezza o nelle condizioni migliori per “presentarsi in pubblico”.

Lo scheletro di Delia e di suo figlio

Lo scheletro di Delia e di suo figlio

Delia giaceva in una classica posizione da dormiente, con una mano sotto la testa e un braccio che sembrava quasi voler ancora proteggere il bimbo che portava in grembo, dal quale è stata fisicamente separata. Ora giacciano uno accanto all’altro in una teca di vetro. Sul calco che immortala il ritrovamento della sepoltura si scorgono nitidamente le ossa del piccolo e delle conchiglie all’altezza del polso della madre utilizzate per comporre dei bracciali arricchiti da una ciprea, ancora usata da molte etnie nel mondo in quanto simbolo di rinascita, di vita. Non sappiamo se questi bracciali fossero indossati abitualmente o solo in occasione della sepoltura.

Calco della sepoltura di Delia

Calco della sepoltura di Delia

Il cranio di Delia ha una colorazione rossastra causata dall’utilizzo di polvere di ematite: un pigmento che si trova spesso nelle sepolture preistoriche e che incarna un inestinguibile desiderio di rinascita. Anche qui si trovano ben 650 conchiglie, intervallate, ogni 80 pezzi, dal canino di un cervo, per comporre una cuffia estremamente elaborata.

La grotta di Santa Maria di Agnano, sita nell’omonimo parco archeologico di pertinenza del museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale di Ostuni (che ospita anche i resti della gestante, di un calco della sua sepoltura e un diorama che ne immortala la deposizione), vanta una frequentazione che va dal Paleolitico superiore sino al XVIII secolo. È stata definita come uno dei luoghi più ricchi si storia di tutto il mondo: un vero e proprio libro sul passato dal quale emergono epoche, aneddoti e storie che si credeva dimenticate, invece erano momentaneamente silenti, in attesa di un nuovo cantastorie in grado di leggere quei racconti e distribuirli alle generazioni future.

Marco Piccinni


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