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Liborio e Giuseppe ROMANO. La nascita dello Stato italiano e la difesa del Mezzogiorno (Elezioni – Atti Parlamentari – Allegazioni giuridiche)

A vent’anni dalla pubblicazione (1996) del volume: Il Personaggio Liborio Romano. Precisazioni bio-anagrafiche. Contributo all’epistolario, ritorno volentieri e con piacere a scrivere di Liborio Romano, ma anche del fratello Giuseppe, non solo per assolvere ad una promessa fatta ai lettori, ma anche perché in questi anni si è sviluppato un dibattito davvero notevole nei confronti del deputato di Patù che ha visto una serie considerevole di studiosi impegnati a chiarire l’operato politico e professionale di un protagonista del nostro Risorgimento. Vent’anni, per la verità, possono sembrare pochi se rapportati agli oltre 220 che intercorrono dalla nascita (1793) ed ai 150 dalla morte (1867) dell’illustre cittadino di Patù; ma possono, invece, se si valutano attentamente le ricerche e gli studi compiuti, essere un prezioso contributo per fugare dubbi, perplessità, remore e, perché no, anche per meglio conoscere giudizi storici rigorosi ed inclementi e per sfatare attacchi, offese e calunnie, rivolti con acredine e livore a Liborio Romano ed al suo operato politico.

Liborio Romano è stato l’uomo politico più discusso e attaccato del nostro Risorgimento, anche dopo la sua morte, e spesso ciò è stato fatto per pregiudizio politico o per scarsa conoscenza, a parte alcuni studiosi. Fra questi merita di essere ricordato Guido Ghezzi che, così scrive di se stesso nella Introduzione al Saggio storico sull’attività politica di Liborio Romano del 1936: “Un lavoro pertanto condotto con serenità di spirito e con abbondante materiale inedito non riuscirà inopportuno non solo per giudicare di un uomo, che ebbe parte non piccola negli avvenimenti politici del Risorgimento, ma anche perché alla figura e all’azione del Romano si intrecciavano fatti, idee e programmi politici di governo, in uno dei momenti decisivi di quel periodo, quando si attuava cioè l’unificazione dell’Italia meridionale al resto d’Italia”.

Pertanto, a far data dal 1996, che consideriamo come apripista, facendo riferimento alla nostra ricerca che, come ebbe a precisare Alessandro Laporta, ha avuto il merito di aver risolto “Una volta per tutte questo primo e nemmeno poi tanto insignificante, problema anagrafico, si è dedicato con tenacia e puntigliosità Francesco Accogli, che ha potuto finalmente fissare la data di nascita del ministro di Patù al 27 ottobre 1793, mettendo da parte le altre (più spesso il ’94 ma anche il ’95 o il ’98) che pure molti (compresa la Enciclopedia Italiana Treccani) proclamavano e ripetevano passivamente”.

In questi ultimi vent’anni, gli studi e le pubblicazioni sull’illustre salentino di Patù sono stati davvero consistenti. A questo proposito hanno contribuito, fra l’altro, la storica ricorrenza, nel 2011, del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma soprattutto l’interessamento dell’Amministrazione Comunale di Patù ed in particolare il contributo continuo e lodevole dell’Associazione Culturale “don Liborio Romano” di Patù (presidente l’instancabile Giovanni Spano), che con la presenza del sito web: www.donliborioromano.it, la e-mail: info@donliborioromano.it e le diverse iniziative promosse per meglio conoscere Liborio Romano, hanno risvegliato un singolare interesse che ha prodotto ulteriori e più approfondite ricerche, con l’utilizzo anche di nuove fonti e documenti e con una libertà d’animo ed una serenità di giudizio scarsamente presenti nel passato.

Ricordiamo, a questo proposito, il volume a cura di Mario Spedicato: “… giudicate sui fatti”. Liborio Romano e l’Unità d’Italia, nel quale è doveroso registrare il contributo degli studiosi Vittorio Zacchino, Mario De Marco, Luigi Montonato, Salvatore Coppola e Fabio D’Astore. Il prof. Spedicato nella Prefazione, fra l’altro, precisa: “(…) Se si vuole comprendere in profondità il comportamento politico del Romano nei mesi cruciali di passaggio di regime, bisogna uscire dagli schemi imposti dalla pubblicistica vecchia e nuova e offrire un contesto di lettura ampio e privo di venature ideologiche sedimentatesi nel tempo. Non si può dipingere il personaggio con giudizi sommari, affibbiandogli epiteti (camorrista, camaleonte, doppiogiochista, trasformista, ecc.) che sembrano costruiti più per chiudere un discorso e non per aprirlo e rileggerlo alla luce di nuovi documenti e di ricerche mirate a riscrivere alcune pagine di storia non dettate dal pregiudizio”.

Ed anche quanto precisato recentemente da Giancarlo Vallone in un saggio su Liborio Romano: “ (…) Quel che sperano di negargli è, appunto, l’accesso alla storia, il diritto alla memoria; e lo fanno con evidente successo, perché Romano per interi e lunghi decenni – interrotti solo di recente – è scomparso dalla storia dell’unione di Napoli all’Italia, o vi ha ottenuto una dimensione per nulla consona al ruolo da lui effettivamente prestato in quella stagione. Questo oblio, così diverso da quello da lui auspicato, gli è stato prontamente comminato dai suoi nemici meridionali e ex esuli o, per ironia, ‘martiri’, come Bonghi e altri, ma in particolare da Massari, con la accusa di “improbità politica” contenuta nella interpellanza svolta appunto dal Massari il 2 aprile 1861 nel Parlamento torinese e in assenza di Romano…”.

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Il volume che abbiamo dato alle stampe ha per titolo: Liborio e Giuseppe Romano. La nascita dello Stato Italiano e la difesa del Mezzogiorno (Elezioni – Atti parlamentari- Allegazioni giuridiche). La ricerca si riferisce sia a Liborio che a Giuseppe Romano, il primogenito e l’ultimo dei maschi della famiglia di Alessandro Romano e di Giulia Vita Maria Maglietta.

Il lavoro è strutturato in cinque parti.

Nella parte prima: – Note storico-geografiche su Patù in Terra d’Otranto ed informazioni storico-bio-bibliografiche sulla famiglia Romano si è voluto dare poche, ma indispensabili notizie sulla piccola patria dei Romano, Patù in Terra d’Otranto, conosciuta in Italia e nel mondo per la famosa Centopietre, pregevole monumento antico e singolare costruzione di forma rettangolare, e per aver dato i natali a Liborio e Giuseppe Romano, deputati e avvocati principi del foro napoletano. Si è colta l’occasione, altresì, per informare sull’intera famiglia Romano: dall’antenato Romanov, di origine russa, al padre Alessandro e al fratello Angelo, celibe, che svolse un ruolo importante nella famiglia dopo la morte di Alessandro (17.04.1846), alla madre Giulia Maria Vita Maglietta, nobildonna nativa di Marittima ed imparentata con i Romano, e ai figli Liborio, Gaetano, Giovanni e Giuseppe e alle figlie Elisabetta, Marta e Rosa. Per la prima volta, credo, si è completato il quadro della famiglia Romano di Patù, fornendo notizie ed informazioni su tutti i componenti e non solo sul più noto e discusso Liborio.

La parte seconda: – Il pacifico trapasso dei poteri e la nascita dello Stato italiano. Elezioni e documenti parlamentari della VIII legislatura (1861-1865) inizia con le elezioni politiche del 1848 nel regno delle Due Sicilie e le candidature di Liborio e Giuseppe Romano che non vennero eletti deputati. Si precisa poi, con la necessaria documentazione, il ruolo svolto da Liborio Romano, sia come prefetto di polizia che da ministro dell’interno, nel salvare Napoli e le province meridionali da una guerra civile che avrebbe sicuramente provocato conseguenze irreparabili. Il prefetto-ministro Romano ebbe il merito di evitare una guerra fratricida e di aver iniziato “l’unione di queste province meridionali con le settentrionali, la quale dell’Italia, un tempo divisa e schiava, debbe formare una nazione compatta, libera e indipendente”, mettendo così le basi per la nascita dello Stato italiano. Si forniscono notizie dettagliate sulle elezioni politiche del 1861: Liborio riuscì eletto in ben otto collegi elettorali e Giuseppe fu eletto nel collegio di Gallipoli. Seguono gli atti parlamentari di Liborio e i documenti a stampa di Giuseppe relativi entrambi all’VIII legislatura, fondamentali per conoscere l’impegno politico e parlamentare dei fratelli Romano.

La parte terza: – La difesa del Mezzogiorno. Elezioni e documenti parlamentari della IX legislatura (1865-1867) mette a fuoco un problema molto dibattuto: il contributo del fratelli Romano alla questione meridionale. Nel capitolo “Meridionalisti ante litteram” si evidenzia, sempre con la necessaria documentazione e con la citazione di diversi ed apprezzati studiosi dell’argomento, come a Liborio Romano, fra le tante preoccupazioni, quello che stava particolarmente a cuore era il problema sociale ed economico del Mezzogiorno, che non aveva dimenticato nemmeno quando urgeva la risoluzione del fondamentale problema politico. Liborio Romano è senza dubbio il primo dei nostri uomini politici, che abbia inteso, al di là delle contingenti vicende politiche, la vera essenza del problema meridionale, che, lasciato alle incurie dei governi, si trasformò nei decenni nella questione meridionale. Spesso egli era solito ripetere ad amici e conoscenti: <<Maledirà la storia a coloro che sono gli autori dei mali che affliggono le provincie meridionali>>.

Le riforme sociali intuite da Liborio, raccolte, meditate, ordinate, divennero il programma di Giuseppe. <<Non eravamo noi popolo preso, cioè conquistato… ci eravamo riuniti alle altre province per fare l’Italia, non per subire l’egemonia e la burocrazia del Piemonte… in un paese che ha versato tanto sangue per abbattere il dispotismo borbonico ed il clericale, e che aveva tanto diritto a sperare un governo riparatore del suo triste passato… hanno spento il prestigio delle libere istituzioni e creato una estrema e generale male contentezza>>.

Nelle elezioni politiche del 1865 Liborio venne eletto nel collegio di Tricase e di Napoli, Giuseppe venne eletto di nuovo nel collegio di Gallipoli. Seguono gli atti parlamentari di Liborio e i documenti a stampa di Giuseppe relativi entrambi alla IX legislatura che riguarda gli anni dal 1865 al 1867.
La parte quarta: – L’impegno politico e parlamentare di Giuseppe Romano. Elezioni e documenti parlamentari delle legislature X (1867-1870), XIII (1876-1880), XIV (1880-1882), XV (1882-1886) e XVI (1886-1890), abbraccia un arco di tempo di ben 23 anni nel quale si evidenziano sia la partecipazione alle elezioni politiche di Giuseppe Romano, prima eletto deputato nel collegio di Tricase nel 1867, nel 1876 e nel 1880 e poi nel 1882 e nel 1886 eletto nel collegio di Gallipoli, sia i diversi e numerosi documenti a stampa che riproducono gli interventi parlamentari del deputato di Tricase e di Gallipoli.

Era bello vedere questo vecchio, dopo aver dato meglio che cinquant’anni alla redenzione civile della patria, consacrare gli ultimi trenta alla redenzione sociale, con una fede non trovabile in tanti giovani o proni innanzi ai ministri o sudanti nella lotta dello scaleo. Tutti i discorsi di Giuseppe, per venti anni nella camera elettiva e nelle pubblicazioni, ebbero un solo intento – il miglioramento delle plebi – memore del monito di Rousseau, che ‘quando il povero non avrà altro da mangiare, mangerà il ricco’.

Né Giuseppe proponeva in astratto le riforme sociali, ma indicando, col senso del giurista e col metodo dell’uomo politico, uno ad uno tutti gl’istituti capaci di trasformarsi a pubblico meglio e segnatamente delle plebi .

(Cfr. G. ROMANO, Memorie Politiche di Liborio Romano e scritti politici di Giuseppe Romano, Napoli, R. Tipografia Francesco Giannini & Figli, Strada Cisterna dell’Olio, 1894, pp.VII- VIII).

La parte quinta: – Allegazioni giuridiche di Liborio e Giuseppe Romano, chiude il volume e si riferisce all’attività professionale dei due fratelli quali avvocati principi del foro napoletano. Segue l’elenco delle allegazioni giuridiche di Liborio relative ai soli anni 1830 e 1863 e quelle di Giuseppe dal 1839 al 1854. A questo proposito, sento il dovere di ringraziare la dott.ssa Alessandra Romano, nipote, discendente della famiglia di Gaetano, per avermi fornito l’elenco delle allegazioni presenti nel volume. Ci scusiamo con i lettori se non siamo riusciti a pubblicare integralmente tale elenco.

Delle allegazioni giuridiche, tutte importanti, per diversi motivi, abbiamo scelto di pubblicare la seguente: Discorso per Alessandro ed Angelo Romano pronunziato (il dì 3 febbraio 1842) alla udienza della IV Camera del Tribunale Civile di Napoli da Giuseppe Romano, perché in essa vi sono interessanti notizie ed utili informazioni su Alessandro Romano e sull’intera famiglia.

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Ne dare alle stampe il lavoro, riteniamo onestamente di averlo svolto con serenità d’animo e senza pregiudizi e preconcetti. Come è nostra consuetudine abbiamo cercato, quanto più possibile, di far parlare i documenti rintracciati, i quali restano sempre e comunque la fonte prima ed indispensabile per qualsiasi utile, corretta e positiva ricerca.

Ringraziamo, infine, tutti coloro che hanno contribuito e permesso, in diverso modo, la pubblicazione del presente lavoro sui fratelli Liborio e Giuseppe Romano, che meritano, al di là delle diverse appartenenze ideologiche, politiche e culturali, tutto il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine per l’impegno politico e parlamentare profusi nel corso della loro travagliata e difficile esistenza.

Francesco Accogli


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