Home » Comuni Salentini » Alessano » Natale al Centro “Zig Zag” con i ragazzi “pizzicati”

Natale al Centro “Zig Zag” con i ragazzi “pizzicati”

Natale a “Zig Zag”, centro sociale polivalente per diversamente abili di Montesardo (piccolo centro del Salento meridionale) nato quattro anni fa e da allora all’avanguardia nella cura e il recupero del lieve e medio disagio cognitivo, con risultati eccezionali che lo pongono come un format che potrebbe essere studiato e magari “esportato” in tutta Italia, e anche extra moenia.

In un angolo brillano le luci del grande presepe che i ragazzi (circa 30, dagli 8 ai 17 anni, provenienti dal distretto di Gagliano e dintorni, anche da Taurisano) hanno preparato. Nel cortile, al freddo, si aspetta la campanella di Babbo Natale che darà il via allo spettacolo. I ragazzi sono contenti del nuovo pulmino bianco che da domani passerà a prenderli dai loro paesi: un regalo di Natale molto gradito.

Zig Zag Montesardo

Stasera è festa e ci sono tutti: le famiglie al completo sono venute a vedere i progressi dei figli che reciteranno, danzeranno, suoneranno, canteranno. Lo spettacolo è un musical che tratta la cultura, i valori, il dialetto, le tradizioni del Salento per condividerli. Riflette dunque sull’identità per rafforzarla, sulle radici da corroborare, la memoria da coltivare, tenere viva. Si intitola “Simu salentini de lu munnu cittadini” (Siamo salentini cittadini del mondo). La psicologa Anilaria Pizza nel backstage è tesa: il lavoro di preparazione è stato particolarmente impegnativo: le prove, le coreografie, le parti del copione, gli strumenti musicali fatti con materiali riciclati (carta, legno, plastica), le decorazioni, i costumi: tutto frutto del loro lavoro (educati alla bontà del riciclo).

Armeggia col computer che darà le basi musicali. Ci pensa Cosimo Cairo, uno degli educatori impegnati al Centro, a sdrammatizzare con la simpatia di un personaggio amato da grandi e piccoli: Babbo Natale. Passa fra le file di sedie e distribuisce caramelle ai bambini. Poi sale sul palco e lo spettacolo comincia. Si recita, si suona, si danza la pizzica (foto di Moira Fusco, responsabile della comunicazione del Centro San Francesco di Ugento, realtà satellite, un’altra dello stesso progetto è a Parabita), scenette di vita quotidiana, infine la canzone “Benvenuto” di Laura Pausini. Applausi a non finire: i genitori sono commossi, non riconoscono più i loro bambini, il Centro “Zig Zag” li ha cambiati, li ha resi più ricchi dentro, creativi, concentrati, anche più responsabili. Si sono dissolte le difficoltà di apprendimento e di socializzazione. Qualcuno ha gli occhi lucidi.

Zig Zag Montesardo

Grazie alla passione e alla professionalità degli operatori: educatori (Anilaria Pizza, Eleonora Colizzi, Gabriele Coluccia, Antonietta Gnoni, Antonietta Mele), psicologi (Cristiana Baldassarre, Elisa Meraglia, Alessandra Vanni), assistenti sociali (c’è anche un legale per i problemi delle famiglie), questi ragazzi e i genitori oggi guardano con occhi diversi al futuro. E’ una sfida vinta sotto l’aspetto psicologico, pedagogico, didattico, inserimento sociale, la prova che nulla è impossibile per chi vuole e si può riuscire anche nelle imprese più difficili.

“Sono ragazzini seguiti a scuola dalle insegnanti di sostegno – spiega l’assistente sociale Lorena Ingrosso – alle 14 li passiamo a prendere e qui al Centro prima fanno merenda, poi sono impegnati in attività ludico espressive e ricreative, didattiche, animazione, musicoterapia”. Sottratti al doposcuola di insegnanti generici. Aggiunge Ada Garofalo: “Insieme a loro crescono anche le famiglie, e i risultati si vedono anche a scuola”.

Si finisce con Babbo Natale che distribuisce panettoni a tutti e poi la festa continua con una tombola che impegna grandi e piccoli, padri e figli. Se servisse un’immagine del successo pedagogico, di socialità, comunicazione interpersonale, creatività (le bacheche sono colme di piccoli capolavori di terracotta, carta, legno, ecc.) del “Centro” basta e avanza.

Figuriamoci che gli ospiti del Centro sono così contenti di frequentarlo che quando qualche ragazzino fa i capricci, lo si mette a tacere dicendo: “Guarda che non ti porto più a Montesardo!”. Basta per tenerli buoni…

Francesco Greco


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.