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Il Carnevale antico

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Come tutti sanno, il Carnevale è il periodo dell’anno durante il quale ci si può sbizzarrire, ci si può travestire, si possono fare e ricevere scherzi, tanto che sono stati coniati diversi proverbi: “A carnevale ogni scherzo vale”. Semel in anno licet insanire, tr. Una volta all’anno è lecito impazzire, anche Lorenzo il Magnifico si dilettò a scrivere i Canti carnascialeschi, per invitare al divertimento.

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I tumulti di Tiggiano nel 50° anniversario della ricorrenza

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La ditta non assume e scoppia la rivolta delle tabacchine che metterà lo Stato fuori da Tiggiano per quasi un mese.
Il mondo della tabacchicoltura locale 50 anni fa visse un periodo di profonda trasformazione dopo la morte del tenutario Mario De Francesco, che aveva sposato la baronessa Maria Serafini Sauli e lavorava il tabacco con una concessione dei Monopoli di Stato.
Un uomo che deteneva e controllava tutto, ma che in fondo era buono perché garantiva lavoro alle centinaia di donne del paese. E un salario in casa, in un periodo di fortissima emigrazione maschile, era una risorsa indispensabile soprattutto quando c’erano tante bocche da sfamare.
Nel 1961 il nuovo amministratore dei beni della baronessa, Giovanni Bentivoglio della vicina Caprarica del Capo, decise di concentrare la lavorazione dei tabacchi in una fabbrica di Tricase e non convocò la manodopera locale (circa 250 donne, un quarto della popolazione femminile dell’epoca) per la manifattura di Tiggiano. Lo stesso fece per quella di Lucugnano, dove le maestranze cominciarono a protestare ai primi di gennaio.
L’agitazione di chi vedeva sottratto il lavoro stagionale dilagò e il 17 arrivò anche qui, con presidi di gente davanti al municipio e alla fabbrica. Il 22 si sparse la voce che la ditta concessionaria aveva assunto operaie forestiere e le tabacchine tiggianesi, sostenute dalle Acli, misero sotto assedio il paese.
Le strade di ingresso al piccolo centro vennero chiuse con le barricate, la folla si spostava in continuazione dal tabacchificio al palazzo baronale, i picchetti stazionavano giorno e notte davanti al municipio messo sotto assedio, mentre si susseguivano incessanti le comunicazioni tra sindaco, carabinieri, prefettura e Acli per cercare di placare gli animi.
Il 25 gennaio 1961 la situazione precipitò.
Stando alle cronache dell’epoca raccontate dai protagonisti come il responsabile di zona Acli Giacomo De Donno e raccolte dal professor Rocco Margiotta, quel giorno la ditta fece entrare nel magazzino alcune lavoratrici provenienti da fuori Tiggiano e la fabbrica venne assaltata dalle tabacchine locali che misero in fuga le concorrenti e l’amministratore. La baronessa scappò dal retro del palazzo scortata dai carabinieri e si rifugiò a Tricase senza mai più fare ritorno in paese.
Le trattative furono estenuanti ma Bentivoglio il 9 febbraio decise di mandare comunque al lavoro alcune donne forestiere, che però rimasero intrappolate nel tabacchificio ormai circondato dalle tiggianesi. Ne nacque uno scontro con il concessionario, che in auto tentò di far uscire le operaie dalla fabbrica, e la folla. Una ragazza rimase ferita, l’autista venne linciato, i carabinieri lanciarono lacrimogeni e da Lecce giunsero un centinaio di soldati con 15 mezzi militari per reprimere la rivolta.
La notte tra il 9 e il 10 febbraio fu quella della battaglia, con le cariche dei militari e le sassaiole di risposta della gente, che ruppe l’illuminazione pubblica per non essere vista e catturata. In piazza Olivieri i militari erano pronti a far fuoco ma in testa alla folla si misero bambini e anziani e solo per miracolo la rivolta non finì con uno spargimento di sangue.
Dopo 27 giorni di sciopero le richieste delle lavoratrici vennero accolte e ritornò l’ordine pubblico tra la generale soddisfazione della popolazione e delle istituzioni. Tutte le tabacchine vennero assunte.

Mauro Ciardo – La Gazzetta del Mezzogiorno, 24 Gennaio 2011

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La grotta della Posia di “Roca Vecchia”

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Non c’è nulla di più romantico se non quello di associare la parola poesia ad una luogo, un’avvenimento importante, ad una particolare mistura di situazioni e circostanze che hanno particolarmente colpito l’occhio di chi le ha vissute in prima persona. E’ vero anche anche le poesie non sono sempre e solo romantiche, basti pensare ai “Fleur du MalCharles Baudelaire, in cui l’approccio dell’orrore e del lato peccaminoso della società venivano per la prima volta decantati al pubblico con estrema franchezza.

Un insieme di eventi contrastanti possono essere dunque associati al termine “poesia”, forse gli stessi che hanno indotto a rinominare una delle più famose grotte della marina di Melendugno, la grotta della Posia di Roca Vecchia.

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Periodici a Tricase (1896-2010)

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I periodici nati nel territorio comunale di Tricase, nell’arco di tempo tra il 1896 e il 2010, sono stati ben 18. Alcuni di essi hanno avuto una durata breve e sono “morti” subito; altri sono stati presenti per diversi lustri ed hanno svolto un ruolo davvero fondamentale per la crescita politica, sociale e culturale della città; altri ancora sono “vivi” e presenti con tante difficoltà e non pochi problemi.

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Zucca gialla in salsa, un contorno semplice ma d’effetto

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La zucca, una cocurbitacea intorno alla quale ruotano tante leggende, storie, festività: quella più famosa è indubbiamente Halloween. Durante la notte, nella quale si aspetta la vigilia del giorno dei morti, le zucche prendono vita per soddisfare il desiderio di spiriti e demoni di poter tornar sulla terra, dal mondo degli inferi, ancora una volta.

Nel Salento le zucche di solito non prendono vita, o per lo meno non ci sono giunte ancora informazioni in merito. Qui si usano per cucinare.

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Il Canto di Algimiro Borgia di Casarano del Salento leccese

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di Antonio Bruno*


Soprantendi a’ tuoi poderi? E tu porta un taccuino in tasca alla messe, alla vendemmia, alla raccolta delle ulive, sorveglia con un occhio le contadine e segui coll’altro sulla carta il lapis che ne segue il canto. Noi ti parliamo in nome di molti. Tacendo di quelli che han per ora soltanto promesso, ma che manterranno la promessa perchè galantuomini, sono nostri collaboratori effettivi e ci hanno somministrati gran numero di canti: … Liborio De Donatis per Casarano.

(Cristoforo Pasqualigo, Canti popolari vicentini 1866)

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Il rogo dei tralci di vite (sarmente) per la Focara di Novoli

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di Antonio Bruno *

«La Focara di Sant’Antonio», che si svolge ogni anno a Novoli del Salento leccese dal 16 al 18 gennaio, registra dalle 80 alle 100mila presenze. In particolare nella tre giorni novolese del 2008 il flusso stimato delle presenze è stato di 80mila, nel 2009 di 100mila e nel 2010 di 95mila. Il dato del 2010 è stato più alto perché la festa si è svolta nel weekend, la stessa cosa è quindi prevedibile che accadrà quest’anno. Per non farci mancare nulla, Domenica 16 gennaio 2010, in piazza Tipo Schipa, dopo l’accensione della Focara, ci sarà il gruppo musicale milanese di «Elio e le Storie Tese». Il Sindaco di Novoli Vetrugno ha dichiarato: «Il gran falò che illumina la notte novolese è il segno d’identità di un popolo e di un territorio. Il percorso religioso da cui siamo partiti si è trasformato in un percorso turistico d’eccellenza particolarmente pregiato perché destagionalizzato e legato alla qualità del territorio e dei suoi prodotti. Il pellegrino, devoto al Santo, diventa il turista dell’enogastronomia e della cultura popolare». Ma è così che stanno davvero le cose?

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Ricordi della festa di Sant’Ippazio, patrono di Tiggiano

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“Santu Pati o chiuviti o nivacati”!

“De Pasca bbufanìa tutte le feste vannu via, ma mo rispunne Santu Pati e mie acci me llassati, poi rispunne a Cannalora, nci su ieu e lu Biasi ncora”.

La festività del santo protettore di Tiggiano, S. Ippazio Vescovo e martire, ricorre il 19 gennaio. Vissuto nel IV sec. d.C., partecipò al Concilio di Nicea del 325 d.C., convocato dall’imperatore Costantino per dirimere l’eresia di Ario, l’eresia ariana. ll Vescovo di Gangra, sostenne teologicamnte che Gesù era una persona ma anche Dio, Ario esagitato gli sferrò un calcio nel basso ventre. I seguaci ariani e i donatiani, tesero poi un agguato al Vescovo che si recava, a piedi, a visitare le comunità. In una gola della Turchia settentrionale attuale, nella provincia romana della Paflagonia, alcuni nascosti lo lapidarono, ma fu una donna malvagia a dargli il colpo mortale, lanciandogli un grosso masso che lo colpì in testa. Il Vescovo, dopo un’agonia tormentata morì.

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Risotto alla zucca gialla

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La zucca, una cocurbitacea intorno alla quale ruotano tante leggende, storie, festività: quella più famosa è indubbiamente Halloween. Durante la notte, nella quale si aspetta la vigilia del giorno dei morti, le zucche prendono vita per soddisfare il desiderio di spiriti e demoni di poter tornar sulla terra, dal mondo degli inferi, ancora una volta.

Nel Salento le zucche di solito non prendono vita, o per lo meno non ci sono giunte ancora informazioni in merito. Qui si usano per cucinare.

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