Tempo di lettura: 2 minutiCASARANO (Le) – Il puzzle che compone il nostro dna, l’identità, la memoria, è ricco di sedimentazioni. E per quanto lo si scavi e lo si scansioni da varie angolature, resta sempre misterioso e intrigante, come la Terra d’Otranto così ricca di contaminazioni e anabasi anche carsiche che ci si ritrova per la particolare posizione geografica trasfigurata in un crocevia, un intreccio di culture, etnie, popoli, affabulazioni. Anche questo retroterra ci ha resi ospitali (come gli Ebrei e i Greci) e tolleranti, curiosi dell’altro, predisposti diremmo per nascita al dialogo e allo scambio delle idee e della bellezza. Per millenni noi non abbiamo mai chiuso né porti né porte né menti, perché sappiamo che è un suicidio, oltre che una cosa abietta, meschina, vergognosa, poiché noi possediamo la nobiltà delle radici, degli avi, il fulgore del mito, l’innocenza della fiaba, il tempo che pulsa nel nostro sangue.