Home » Comuni Salentini » Casarano » LIBRI. Quelle tracce che svelano la nostra anima bizantina

LIBRI. Quelle tracce che svelano la nostra anima bizantina

CASARANO (Le) – Il puzzle che compone il nostro dna, l’identità, la memoria, è ricco di sedimentazioni. E per quanto lo si scavi e lo si scansioni da varie angolature, resta sempre misterioso e intrigante, come la Terra d’Otranto così ricca di contaminazioni e anabasi anche carsiche che ci si ritrova per la particolare posizione geografica trasfigurata in un crocevia, un intreccio di culture, etnie, popoli, affabulazioni. Anche questo retroterra ci ha resi ospitali (come gli Ebrei e i Greci) e tolleranti, curiosi dell’altro, predisposti diremmo per nascita al dialogo e allo scambio delle idee e della bellezza. Per millenni noi non abbiamo mai chiuso né porti né porte né menti, perché sappiamo che è un suicidio, oltre che una cosa abietta, meschina, vergognosa, poiché noi possediamo la nobiltà delle radici, degli avi, il fulgore del mito, l’innocenza della fiaba, il tempo che pulsa nel nostro sangue.

Per noi tutto è bellezza, poesia, koinè. Una modesta chiesetta di campagna intitolata a Sant’Elia profeta, per dire, racconta – con il territorio intorno – una storia affascinante, che emoziona i cuori e messa in rete, proposta al turismo 2.0, porta ricchezza, lavoro, pil.

La racconta, usando una password divulgativa, lo storico Antonio Lupo in “La chiesa di Sant’Elia. Persistenze della cultura bizantina nel territorio di Casarano”, Editrice Salentina, Galatina 2018, pp. 64, s.i.p., collana Storie Minime diretta da Luigi Marrella, bella cover di Nello Sisinni, “Sant’Elia è rapito in cielo su un carro di fuoco”, china 21 x 15.

La cappella con la decodificazione delle pitture è l’input dello studioso – attingendo anche a un’ampia, esaustiva bibliografia che va dal Tasselli al De Giorgi, passando per Andrè Jacob, Alba Medea, Marina Falla Castelfranchi, fino Sergio Ortese e Francesco Danieli – per scansionare il vasto territorio (da Casarano/ Casaranello a Supersano, Racale, Ruffano, Taurisano, Carpignano, Vaste, Martignano, ecc.): una seria ricognizione densamente innervata, polisemica, che svela l’anima bizantina di Terra d’Otranto (VI-XI secolo e anche oltre), fra eremiti, asceti, anacoreti e i luoghi fuori dai centri abitati in cui si ritirarono per meditare e pregare, poi eletti luoghi di culto e devozione, riferimento della pietà popolare.

Un parola sull’innovazione editoriale del pubblicare con l’aiuto dei lettori potenziali: si sparge la voce, si contano le copie prenotate, si va dall’editore, si stampa, si diffonde.

Un’editoria che definiremmo orizzontale e popolare, che consente la fruizione delle idee pur lontani dai colossi editoriali.

In questo caso, agli oltre 50 lettori sollecitati a monte (Renata Abbracciavento, Pino Anastasia, Antonella Barletta, Franco Barone, Tonio Borgia, Maria Borgia, Ottavio Casarano, Claudio Casciaro, Fernando Casciaro, Fabio Cavallo, Leonardo Colella, Fabio D’Astore, Sandro De Lorenzi, Rocco De Marco, G.D.M., Luigi De Micheli, Giovanna D’Errico, Antonella Farina, Rodolfo Ferrari, Marilena Giannuzzi, Cosimo Indraccolo, Maria Teresa Indraccolo, Ezio Isernia, L.I., M.I., Anna Rita Legittimo, Marilena Legittimo, Paolo Leopizzi, Ada Leuzzi, Donato Lupiccio, Maria Rosaria Martignano, Giorgio Mazzeo, Gino Mengoli in memoria, Walter Metafuni, Gigi Montonato, Daniela Muscella, Martino Nicolazzo, Pippi Pastore, Antonella Pedone, Tommaso Pellegrino, Maria Rita Picci, Caterina Primiceri, Aurelio Rausa, Rocco Rizzello, Eugenio Romano, Lucia Saracino, Totò Schiavano, Leo Stefàno, Marilena Toma, Tommaso Totaro, Mario Turco, Lucia Valente, Remigio Venuti) si è aggiunta la Banca Popolare Pugliese. Se il concept era far riappropriare la gente di una componente della sua storia, Il risultato è stato raggiunto. Anche così si scrive la storia e si rafforza l’identità, che in tempi di globalizzazione violenta e volgare, si trasfigura in una vera e propria mission.

Restaurarli e offrirli al mondo sarebbe compito della politica, ma purtroppo succede di rado.

Francesco Greco


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.