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Xylella, ecco le sperimentazioni del popolo

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TORRE MOZZA (Le) – E poi ci sono le sperimentazioni del popolo, di chi ama gli ulivi e si duole nel veder avanzare la foresta di pietra, il paesaggio spettrale che offende lo sguardo e intristisce il cuore, la memoria, l’identità, perché l’ulivo “è la mamma del Salento” (Rocco Stasi). E perché siamo immersi in una tragedia epocale (“Fosse accaduta al Nord l’avrebbero affrontata seriamente…”, prof. Irene Molle) e farsi prendere dal fatalismo è fin troppo facile.

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Xylella e “ristori”, e ai figli di un dio minore?

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Il mio amico Angelo ha 150 ulivi secolari, ogni anno produceva 6-7 quintali di ottimo olio. Un tempo lontano. Un altro amico, Giuseppe, ne ha 120 e faceva 4-5 quintali. Un secolo fa. Oggi tutt’e due comprano l’olio al centro commerciale, dove a volte chiamano extravergine il lampante colorato di clorofilla.

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Cara Donna Eleonora, e se il Castello lo donassi ai cittadini di Poggiardo?

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POGGIARDO (Le) – Cara Donna Eleonora, Lei discende da un nobile Casato le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Ma non bui, splendidi, che rimontano al 1446 quando la regina Maria d’Enghien diede il Castello di Poggiardo in ricompensa con titolo baronale ad Agostino Guarini.

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Lo sguardo di Idrusa

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VIGNACASTRISI (Le) – E’ giunto a conclusione il progetto di ricerca denominato ‘IDRUSA’, condotto tra il 2017 e il 2019 da un’équipe di lavoro composta dalla sottoscritta, Paolo Agostino Vetrugno, Carlo Elmiro Bevilacqua, Antonio Chiarello, Demetrio Ria, sotto la direzione scientifica di Salvatore Colazzo.

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Idea Alessano: “Un santuario per don Tonino”

Tempo di lettura: 3 minutiALESSANO (Le) – Un santuario per don Tonino. Dove? Sui ruderi del Palazzetto dello Sport. Opera fantasma, metafisica, citazione di De Chirico: finanziata negli anni ‘90, cominciata e lasciata a metà: perfida icona del Sud desertificato, che non sa spendere i denari (e ne vuole altri!) e manda via le intelligenze per tenersi parassiti e assistiti. Alessano ha una squadra di volley, l’Aurispa, in A2, ma ci si perse nelle nebbie della filosofia da bar sport discettando sulla forma (tonda? quadrata?), come fosse importante, non lana caprina.

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