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Sant’Antonio delle focare

Il culto del fuoco è molto sentito nel Salento date le sue origini pagane. Con l’avvento del Cristianesimo questi riti si sono accompagnati a quelli Cristiani fino ad esserne con il tempo completamente assorbiti. La tradizione vuole che nel Salento siano sorte le prime chiese Cristiane d’occidente, in quanto San Pietro potrebbe aver compiuto il suo primo viaggio dalla Terra Santa con destinazione Leuca o Otranto. Sarebbe quindi stato inconcepibile mantenere riti pagani in una terra prescelta per la prima colonizzazione cristiana.

I riti del fuoco vengono celebrati in maniera molto diversa anche se la maggiorparte sfociano nelle così dette focare, ossia dei falò fatti nei centri cittadini e accostati di solito a celebrazioni religiose come quella della notte della vigilia di Natale, che tradizione vuole sia eretta per riscaldare le strade e le piazze di ogni città e prepararsi ad accogliere il bambinello che sta per nascere o affiancate a figure di Santi come Sant’Antonio Abate il cui culto è molto sentito a Novoli.

Fonte: microstorie.net

Fonte: microstorie.net

Indipendentemente da come vengano presentate le cose, l’adorazione o il culto del fuoco è puramente di stampo pagano e trae la sua origine nella notte dei tempi, quando i primi uomini, ancora privi della conoscenza che oggi ci caratterizza, scoprirono i benefici di questo strordinario elemento. Varie culture lo misero al centro di riti di purificazione e di rinascita fino a giungere ai giorni nostri come semplice “attrazione”.

Il ruolo del fuoco per i festeggiamenti di Sant’Antonio da Padova a Cutrofiano, comune delle Grecìa Salentina sotto la sua protezione, sembrerebbe apparentemente diverso.

Era il lontano 17 Febbraio 1810, giorno in cui il paese di Cutrofiano sarebbe stato colpito da un violento terremoto che provocò il crollo di numerosi palazzi senza provocare nessuna vittima. Le gente terrorizzata dal terribile tremore della terra uscì di corsa per le strade mentre le loro modeste abitazioni subivano la furia della natura. Intimoriti, infreddoliti ma soprattutto ormai privi di ogni avere, le famiglie che in pochi secondi avevano visto svanire anni e anni di sacrifici e duro lavoro realizzarono che l’assenza di perdite umane era necessariamente dovuta ad un intervento divino. Ringraziarono all’unisono il loro Patrono per aver nuovamente concesso loro il dono della vita. Decine di piccoli falò si accesero ad ogni crocevia per devozione a Sant’Antonio, decine di fiammelle che muovendosi in maniera quasi ipnotica portavano le preghiere e i ringraziamenti dei salentini fino al cielo in modo che potessero raggiungere il Santo.

Da quel giorno ogni anno si ripete questo rituale, conosciuto come festa di Sant’Antonio delle focare, in cui la popolazione ringrazia l’intercessione di Sant’Antonio da Padova in occasione del terremoto, accendendo in ogni quartiere un falò. Questa tradizione è stata ridimensionata nel 2002 in seguito alla realizzazione delle condutture per la fornitura del metano nel paese, redirigendo tutti gli sforzi e le attenzioni dei cittadini nella piazza centrale dove si celebra la ricorrenza con canti e balli tradizionali.

Il culto di Sant’Antonio da Padova a Cutrofiano è molto antico, basti pensare alle decine e decine di edicole votive a lui dedicate. I festeggiamenti invernali si associano quelli tipicamente estivi del 13 giugno, anche se per un lungo lasso di tempo, dal 1894 al 1992, fu festeggiato in Agosto. Nel 1894, furono necessari degli interventi di ritrutturazione nella parrocchia di Cutrofiano e quindi la festa fu posticipata in modo da poterla eseguire al meglio con tutti gli onori del caso. La cosa piacque e si ripetè anche negli anni successivi fino a quando l’amministrazione comunale decise di ripristinare per i festeggiamenti la data originaria, quel 13 giugno che celebra la morte del Santo avvenuta a Padova nel 1231, a soli 36 anni.

Ancora una volta il fuoco, dunque, elemento ormai radicato nella nostra tradizione e che utilizziamo molto spesso per venerare i nostri santi proprio come un tempo i popoli e le culture più disparate facevano con le loro divinità. Se ci pensiamo bene lo usiamo davvero dappertutto: nelle fiaccole e nelle fiammelle che accompagnano le numerose processioni delle statue dei Santi per le strade di ogni paese in occasione di feste patronali o ricorrenze liturgiche; come simbolo di pace; per accompagnare i giochi olimpici (tradizione che ha origine nell’antica grecia). Il dono che Prometeo fece all’uomo e che l’uomo continua ad usare per venerare le proprie divinità, pagane o cristiane che siano.

Marco Piccinni

SITOGRAFIA:

Proloco Salento.it


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