Aggiornato il 31 Agosto 2025
Tempo di lettura: 2 minutiMasseria Grande, un nome che si addice benissimo alla mole di questo stupendo edificio che si è caricato nel tempo del fardello di un’insieme di misure atte alla difesa dei massari che qui vivevano. Nata come una semplice masseria, in una contrada a due passi dalla ss 275 nel territorio di Surano, che ancora mantiene inalterati alcuni aspetti dell’ambiente rupestre di un tempo, questa costruzione è divenuta un po’ il simbolo dei sistemi di fortificazione e difesa ad uso civile del basso Salento.

La mancanza di notizie documentate non ha rappresentato un particolare problema nello studio e nell’analisi di questa struttura, sottoposta a vincolo, insieme al fondo nel quale è situata, dalla Sovrintendenza dei beni culturali di Bari. Le differenti tecniche di costruzione, nonché la tipologia di materiali utilizzati, ha consentito una parziale ricostruzione di quelle che sono state le diverse “fasi evolutive” del complesso.
Nel 1745 la ritroviamo nel catasto onciario di Tricase, tra i beni di Francesco Gallone: una masseria “consistente di case, capanne, curti per comodo dei Massari, ed uso dè Bestiami, e gli seguenti Territorj Feodali ad essa masseria spettanti”.
Dai Gallone, principi di Tricase, il fondo passa nelle mani della famiglia Tamborino, proprietari di numerosi terreni tra Montesano, Spongano e Surano per passare infine ai Signori Luigi Paiano e Salvatore Monti.
L’intero complesso ruota intorno al torrione centrale, alto ben 12 metri e organizzato in due piani. Si corona da un parapetto decorato da archetti e beccatelli di pregiata fattura che sembrano quasi voler addolcire le aspre “decorazioni” militari: delle caditoie disposte in corrispondenza degli assi di porte e finestre. Da queste si potevano gettare pece e sabbia al fine di difendere i propri possedimenti dagli attacchi di pirati e briganti.
La base del torrione potrebbe essere nata intorno al XIII sec. come un unico vano all’interno del quale trovava riparo il massaro. Le continue incursioni di pirati saraceni sulle coste del Salento avrebbe indotto una graduale trasformazione che ha visto di volta in volta sopraelevare i vani esistenti, costruirne di nuovi o abbattere/modificare quelli presenti.
Quando le minacce di attacchi o furti scemarono le masserie si adoperarono ad arricchire i complessi di elementi gentilizi e nuovi vani al fine di ospitare lavoratori salariati e/o coloni, o semplicemente stalle più ampie per contenere maggior bestiame. In quest’ottica venne realizzata anche una piccola cappella, dedicata San Felice,

Pozzi, lavatoi, abbeveratoi, forni e stalle, il tutto organizzato in maniera impeccabile, recintato da un muro paralupi che si conserva ancora oggi intatto in diversi tratti intorno al cortile masserizio.
Marco Piccinni
BIBLIOGRAFIA:
La Masseria Grande di Surano, Valorizzazione ambientale e riuso delle masseire fortificate del Salento - Pierluigi Caputo, Edizioni dell’Iride (2005)
masseria grande surano chiediamo alle istituzione il dovuto rispetto per la nostra storia.:un popolo senza radici e passato non ha orientamento e valori
prima dei Tamborino erano proprietari i Mellacqua, che l’hanno posseduta per circa un secolo.
grazie marco sempre inappuntabile quanto prezioso- la masseria grande si trova nelle vicinanze della masseria monti tagliate detta anche masseria del palmieri di mia figlia manola ereditata dalla mia povera moglie anna maria giorgiani che iddio la tenga in gloria.. e’ sempre una emozione forte vederla questa costruzione di cui io ho un po’ di foto. abbraccio