Una tiepida domenica di fine ottobre, cielo terso dopo una nottata dominata dalla nebbia e, soprattutto, un’ottima compagnia sono il giusto mix per una passeggiata che permetterà, da li a poco, di scoprire il fascino millenario di insediamenti scavati nella roccia e paesaggi incontaminati tra uliveti secolari e splendide opere d’architettura rurale, come le pajare e le liame.
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Il territorio di Salve, tra grotte preistoriche, monumenti megalitici funerari protostorici e antichi insediamenti umani, rappresenta una delle aree archeologiche più importanti del meridione d’Italia.
Ai numerosi siti già noti, nell’ultimo decennio è stato aggiunto un ulteriore tassello alla conoscenza dei gruppi umani di età protostorica, grazie alla scoperta di una vasta necropoli costituita da almeno un centinaio di tumuli funerari in località Macchie Don Cesare, tra le marine salvesi di Pescoluse e Torre Pali. Si tratta di un’area dalla fortissima valenza paesaggistica, dominata da un ambiente brullo e roccioso dove i tumuli ben si mimetizzano tra la bassa vegetazione della Macchia Mediterranea e gli spietramenti dei contadini, in continua lotta con la natura per ottenere un appezzamento di terreno da coltivare.
Lascia un commentoLucugnano vanta alcune dimore storiche, una Parrocchiale e diverse cappelle di notevole pregio storico e artistico.
Una di queste è la cappella di Santa Croce, adiacente al complesso scolastico e al monumento dei Caduti in Guerra del paese, che risale al XVI secolo, come si evince da un documento del 1558 in cui il sacerdote Pasquale Alfarano – Capece chiede l’autorizzazione al Vescovo di Ugento per la celebrazione di una novena[1].
Lascia un commentoCatechizzate dal segno della croce, quella che oggi rappresentano due tra le più importanti commemorazioni cristiane, sono in realtà residui di antichi usi e costumi provenienti da terre lontane, celtiche: la festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti.
5 CommentiNel mezzo di una distesa di splendidi ulivi secolari, memori ancora della maledizione delle terribili ninfe Epimelidi, narrata da Nicandro di Colofone nel II secolo a.C., ai danni di un gruppo di giovani pastori Messapi che qui vennero tramutati in oleastri e imprigionati in un’eternità senza gloria né memoria, giacciono i ruderi di una struttura fortificata circolare, eretta tra la seconda metà del IV e i primi decenni del III secolo a.C.
3 CommentiTempo di lettura: 2 minutiTorna dal 24 al 27 ottobre ad Ortelle, un paesino a sud-est in provincia di Lecce a metà strada fra gli insediamenti messapici di Vaste (Basta) e di Castro Marina (Castrum Minervae), un qualche migliaio di abitanti, territorio prevalentemente agricolo e fecondo di artisti – tacendo dei viventi, è necessario citare almeno il pittore Giuseppe Casciaro (Ortelle, 9 marzo 1861 – Napoli, 25 ottobre 1941), l’avvocato e benefattore Francesco De Viti (Ortelle, 4 giugno 1875 – Ortelle 19 Luglio 1919) e da ultimo, non per importanza, Giorgio Cretì (Ortelle 1933 – 9 gennaio 2013), giornalista, fotografo e scrittore, amante della sua terra al punto di aver rivolto il suo esclusivo interesse alla cucina salentina, alle ‘erbe e malerbe’ (il titolo di un suo saggio) e all’epopea dei vinti, in racconti e in romanzi (di ‘Pòppiti’ si sta proponendo la ripubblicazione a cura del Comune e della Fondazione di Terra d’Otranto e la rappresentazione teatrale su testo della scrittrice Raffaella Verdesca e regia di Paolo Rausa).
Lascia un commentoOrmai è praticamene un rudere ma, nonostante tutto, sembra non voglia arrendersi all’inesorabile trascorrere del tempo che la vorrebbe completamente diruta, calpestata, dimenticata. La chiesetta di San Donato a Taurisano sembra abbia ancora qualcosa da raccontare.
1 commentoTempo di lettura: 3 minutiComincia dal complesso agrituristico “Le Stanzie” la messa in pratica del progetto di promozione territoriale dall’associazione Neopatt. Costituitasi dopo la vittoria del bando “Principi Attivi 2012”, promosso dalla Regione Puglia, con un progetto innovativo per il background pugliese volto a valorizzare il contesto industriale del tessuto imprenditoriale di quella porzione d’Italia conosciuta solo per spiagge e ombrelloni, l’associazione, composta da sette giovani salentini, si propone di condurre al grido del bodiniano “Tu non conosci il sud”, una vera e propria crociata atta a promuovere le eccellenze di Puglia. Si comincia proprio da lì, da quella fitta e spesso invisibile rete di piccoli e grandi imprenditori che da generazioni portano avanti un’attività, con il tempo diventata poi una “proprietà”, un oggetto dal quale è impossibile separarsi. Un piccolo esercito di artigiani che parlano con vanto e orgoglio dei loro prodotti, che portano avanti tradizioni secolari quasi estinte, che si riconoscono come parte integrante del concetto di salentinità.
Lascia un commentoTempo di lettura: 3 minutiIl suo nome era conosciuto in tutta la Grecia e l’Asia Minore. Ovunque andasse era rispettato e temuto. La sua fama era quella di un bruto, di un violento, che uccideva ormai per abitudine più che per necessità.
La sua spada, unica fedele compagna di vita, aveva trapassato numerosi corpi impregnansosi del sangue di coloro che nella mente del loro assassino avevano un volto, una storia, ma non un nome che valesse la pena ricordare. Il principe che la impugnava non ricordava, ormai quasi più, cosa volesse dire avvertire quel brivido che ti percorre dalla testa ai piedi nel momento in cui si pone fine ad una vita. Era diventata una routine, una reazione del tutto automatica e priva di una reale motivazione.
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