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La serra di Montevergine a Palmariggi

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Anno del Signore 1595. Un piccolo pastorello porta al pascolo il suo gregge di pecore in contrada Santa Parasceve. Ha una responsabilità molto alta, così giovane, eppure ha avuto il compito dal padre di custodire il prezioso gregge, una risorsa fondamentale per il sostentamento della propria famiglia. Ma gli animali non si possono comandare a bacchetta, bisogna capirli e farsi capire. E per il giovane pastorello alle prime armi il compito si presenta più arduo del previsto, tanto chè, tra il richiamo di una pecora e l’altra, si accorge di aver perso il suo coltellino. “Devo ritrovarlo, altrimenti papà mi sgriderà”, saranno state le prime parole compostesi nella mente del fanciullo. E così, con un occhio alla pecore a l’altro tra i cespugli, si mette alacremente alla ricerca del prezioso oggetto. “«Dove si trova? Ma dove l’ho perso? Papà mi sgriderà!»”.

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Il bosco di Occhiazzi sulla Madonna della Serra, Ruffano

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…è davvero un bell’esercizio di ginnastica per la gambe e per i polmoni e quando si giunge in cima della collina, quell’aria profumata di timo, dal serpillo e dal puleggio par quasi che ci rinfreschi dal consumo dei muscoli e ci fa dimenticare la fatica della salita…

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La masseria di Capriglia nell’agro di Ortelle in un documento inedito

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La masseria di Capriglia è conosciuta per essere stato il luogo in cui Giorgio Cretì ha ambientato il romanzo ‘Pòppiti’, ripubblicato recentemente a cura della Fondazione Terra d’Otranto e rappresentato come dramma popolare al Faro della Palascìa a Otranto e parzialmente nella piazza di Ortelle il 1° giugno. La pioggia ne ha impedito la conclusione.Il testo è di Raffaella Verdesca, la regia di Paolo Rausa.

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Il lago della Signureddha (o della fanciulla)

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Fiabe incantate partorite da un nome, la fanciulla, o signureddha. E’ il nome di un lago in territorio di Cutrofiano, li dove sarebbe potuta esistere una leggenda in cui una giovane fanciulla danzava con armoniosa eleganza su acque limpide, cimentandosi in voluttuosi passi a due con libellule spose dell’arcobaleno, su una musica composta da scale armoniche di ranocchie che gracidano al sole.

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