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Ciciri e Tria

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Ciciri e Tria. Un piatto secondo alcuni antichissimo, dagli ingredienti semplici a portata di mano anche dei ceti meno abbienti in quanto prodotti da piccoli appezzamenti di terreno di proprietà o come normale retribuzione della percentuale del raccolto in un rapporto padrone-colone.

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Santa Maria della Specchiulla, Scorrano

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Scorrano, parco dei Paduli, contrada Specchiulla. Un toponimo che si riflette nel nome ricordato ormai da pochi pastori e contadini della zona che qui un tempo avevano una chiesetta, quella di Santa Maria della Specchiulla. Oggi completamente abbandonata e dimenticata, con un minimo di rinforzo architettonico per cercare di rimandare l’inevitabile crollo alla quale sembra destinata, rivive in parte i fasti del passato nei ricordi di un pastore che dopo aver abbandonato un mestiere cittadino ha scelto di dedicarsi ad una vita pastorale.

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Il Concilio di Trento e il Salento

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13 dicembre 1545, nella terza domenica d’avvento una buona rappresentanza di vescovi del mondo cattolico sono riuniti nel duomo romanico della città di Trento per discutere la vita della Chiesa. Un evento eccezionale, il diciannovesimo in ordine di successione, nato principalmente per la necessità di riconciliare cattolici e protestanti dopo lo tsnumani che le tesi di Martin Lutero hanno riversato nel mondo cattolico già profondamente minato dalla corruzione e corroso dall’affannosa ricerca e conquista del potere. 19 anni di sedute (divise tra Trento e Bologna), interrotte dai conclavi per l’elezione dei due successori che si susseguirono a  Paolo III che diede inizio all’evento ecumenico.

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Ebrei nel Salento

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Riportiamo integralmente il contributo di Ettore Vernole, pubblicato negli anni trenta sul primo numero della nota rivista periodica Rinascenza Salentina (in cui troveranno spazio storie, aneddoti, cusiosità, racconti della Terra del Salento, raccontati da Salentini o studiosi di passaggio che di questo popolo si sono perdutamente innamorati), che affronta i diversi aspetti della questione ebraica in Salento e di come e perché queste comunità si siano radicate in misura differente sul territorio.

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Emigrazione: a Racale il Museo delle Serre Salentine

Tempo di lettura: 3 minutiRACALE (Le) – “Mio caro figlio propio ogi mimetto…”. La lettera (foto), destinazione Argentina, partì da Collepasso (Lecce), il 19 1964 (non si capisce il mese). Mittente: una contadina che al genero, che chiama figlio, chiede notizie sulla morte della figlia. L’ha trovata Marina Gabrieli, appassionata ricercatrice delle infinite facce del fenomeno migratorio (in particolare del turismo delle radici, sui cui sta intessendo un interscambio fra Italia e Argentina).

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