La pietra leccese, materia prima sulla quale gli artisti nostrani hanno sfogato il loro estro nella modellazione di ghirigori floreali, figure grottesche e visi di santi, angeli e demoni, figure mitologiche e allegorie religiose. Solo carbonato di calcio in fondo che, riprendendo il concetto aristotelico di potenza, ha la facoltà di generare il sacro e il profano, l’artificioso e il banale.
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Inizia dal 476 la sinossi di Cristiano Donato Villani per contestualizzare l’evoluzione storico-economico-antropologica della sua Cannole nel libro “CANNOLE dal villaggio bizantino alla Terrà rinascimentale”. Da quando l’impero romano d’occidente cadde rovinosamente, sulle sue ormai logore fondamenta, per lasciare il testimone al suo fratello d’Oriente che iniziò una lunga e tormentata fase di riconquista di un territorio i cui antichi fasti venivano calpestati da calzari barbari.
Lascia un commentoLa riproduzione del vero, del reale, per gli artisti ha rappresentato una vera forma di ossessione, una continua ricerca della perfezione tradotta spesso in studi metodici ed estenuanti volti a cogliere la proporzione dell’insieme, l’armonia del tutto, la regola dietro ogni singola manifestazione. Ne sono consapevoli gli artisti del rinascimento che hanno votato la propria esistenza alla ricerca di quella combinazione di colori, materie prime, e supporti necessari a raggiungere un risultato che fosse quanto più vicino possibile ad una posa fotografica.
Lascia un commentoLa committenza di una Madonna di Lourdes, apparsa per la prima volta nell’omonima cittadina francese 42 anni prima, spinge uno stimato pittore salentino a ridiscendere le scogliere di Castro con una modella per cercare una grotta in grado di contestualizzare in Terra d’Otranto il prodigioso evento. La sua passione per le scienze naturali e i fossili che da sempre raccoglie e cerca di interpretare, con l’ausilio di alte rappresentanze del mondo accademico, lo inducono all’identificazione nel terreno di un molare atipico, di un ippopotamo, che lo porterà a setacciare l’area circostante fino ad effettuare una scoperta importante. Siamo nel 1900, Paolo Emilio Stasi scopre Grotta Romanelli.
Lascia un commentoMATINO (Le) – Ecco un romanzo che purtroppo non scalerà le classifiche di vendite, non sarà un best-seller, il suo autore non lo chiameranno in tv a fare passerella alla Bruno Vespa. E tuttavia, “Andata e ritorno”, pp. 156, s.i.p., autoedizione, Matino 2015, è una storia che andava assolutamente scritta, e ringraziamo Antonio Manco da Matino, ex emigrante, per avercela donata.
Lascia un commentoALESSANO (Le) – Pare una citazione del “niet” del don Rodrigo di manzoniana memoria: “Questa statua non s’ha da fare!”. Paradosso Alessano. Nega una statua al suo figlio più illustre e famoso nel mondo (almeno in questo secolo): il “suo” don Tonino del quale è in corso la causa di beatificazione, e perciò potrebbe presto salire agli onori degli altari, con tutto quello che comporterà per la città che gli diede i natali e dove riposano le spoglie mortali.
Una storia lunga, che viaggia fra la Parrocchia e la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, la Fondazione Don Tonino Bello e il Vaticano, i fratelli del prelato e il Comune, studi d’arte e studi tecnici, modulata sul surreale, dove i protagonisti assumono più ruoli nella commedia. Tutto è sfuggente, si offre a più letture.
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