Aggiornato il 30 Agosto 2025
Tempo di lettura: 6 minuti“A lieta vita” (Musica e canti d’amore e di gioia ai tempi di Girolamo Melcarne), è un progetto firmato da Vania Palumbo che intende “esplorare i temi dell’amore, della bellezza e della gioia di vivere, all’interno del patrimonio musicale dell’epoca in cui visse il Montesardo”.
Come e quando ha scoperto il genio di Montesardo?
Ho scoperto Girolamo Melcarne circa dieci anni fa, durante i miei studi di musica antica sotto la guida di alcuni docenti del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, essi stessi profondi conoscitori dell’autore e studiosi delle fonti originali della sua musica.Quali le peculiarità della sua musica?
Melcarne frequentò i maggiori musicisti e poeti del suo tempo, come Jacopo Peri, Giulio Caccini, Giovanni de’ Bardi e Gesualdo da Venosa.
Da questi apprese le nuove tendenze musicali che, abbandonando le forme tipiche della polifonia rinascimentale, avrebbero portato alla monodia e al Melodramma.
M. è tra coloro i quali prepararono il terreno per la nascita del “recitar cantando” e del melodramma che ebbe la sua massima espressione nel primo barocco con Claudio Monteverdi.
M. cerca di creare una perfetta aderenza tra il significato dei testi poetici e la scrittura musicale, pur conservando, in alcuni casi, brevi passaggi contrappuntistici e qualche madrigalismo.
Per l’uso degli “ornamenti”, ossia passaggi virtuosistici di maggiore difficoltà, si rifà allo stile di Caccini più che al modello rinascimentale.
Le composizioni strofiche ne sono quasi del tutto prive e l’autore, in questi casi, si preoccupa principalmente di adattare il testo al ritmo della musica.
M. è noto per il suo trattato dedicato alla chitarra spagnola (o napoletana) “Nuova inventione d’intavolatura per sonare li balletti sopra la chitarra spagniuola” pubblicato a Firenze nel 1606. In quest’opera egli propone un nuovo sistema di intavolatura alfabetica che prevede l’uso di accordi con effetti innovativi particolarmente gradevoli.
La chitarra spagnola era molto in uso presso le corti e nelle famiglie nobili e stava conquistando spazi fino ad allora riservati esclusivamente al liuto.
Era uno strumento molto utilizzato per le danze di corte, codificate in numerosi trattati a partire dal 1400, la cui conoscenza faceva parte a pieno titolo dell’educazione e della cultura delle classi nobili.
Il “picciolo libretto di balletti”, come lo stesso M. lo definisce, accanto alla notazione alfabetica mette a disposizione del lettore un ampio repertorio di danze e di formule di basso. Per la prima volta in una pubblicazione italiana è fatto riferimento alla ciaccona, alla passacaglia e alla sarabanda.
Come contestualizzare il Montesardo negli ambienti aristocratici ed ecclesiastici italiani?
Girolamo nacque a Montesardo di Alessano, oggi in provincia di Lecce, intorno al 1580. Fu avviato al “cursus sacerdotalis” e nel 1583 era già clerico.
Il primo incarico di cui abbiamo notizia è l’impiego come organista nella basilica romana di S. Maria in Trastevere nel febbraio del 1603, posto che successivamente fu occupato dal grandissimo organista e virtuoso Girolamo Frescobaldi.
Dopo pochi mesi lasciò l’incarico e si stabilì a Firenze. Nell’aprile del 1607 fu assunto come cantore nella basilica di S. Petronio a Bologna, dove rimase fino al mese di settembre; quindi fu nominato maestro di cappella nella cattedrale di Fano, incarico che ebbe da aprile a novembre del 1608. L’anno seguente occupò l’ufficio di maestro di cappella nel duomo di Ancona. In questi anni ebbe la protezione e il sostegno della prestigiosa famiglia Aldobrandini, la famiglia di Papa Clemente VIII.
Sicuramente il periodo trascorso a Firenze, la “Bella Flora”, come egli la nominava, fu il più importante per l’arte di Melcarne.
Infatti la già citata opera dedicata all’intavolatura per chitarra spagnola fu pubblicata nel 1606 dall’editore fiorentino C. Marescotti.
Era uso presso le nobili famiglie fiorentine promuovere adunanze musicali nelle ore serali e notturne per fare musica all’aperto (le cocchiate e le mascherate). La produzione di M. indica quanto egli fosse ben inserito nell’ambiente musicale e aristocratico fiorentino nel quale erano ben accolte le ritmiche popolari perfettamente rese dal nuovo strumento in voga quale era, per l’appunto, la chitarra spagnola. I nuovi stili del canto monodico e della musica accordale sono ben presenti nella produzione di M. degli anni fiorentini.
Nel 1611 M. si stabilì a Napoli e dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos, un nuovo libro di musiche, che rappresenta, come egli stesso ricorda nella dedica, l’omologo napoletano della raccolta fiorentina.
Con “I lieti giorni di Napoli, concertini italiani in aria spagnuola Madrigaletti, et Arie gravi Opera XI” , M. intende diffondere a Napoli e quindi in tutto il sud Italia, il nuovo stile monodico sperimentato negli anni trascorsi a Firenze. La raccolta mostra per la prima volta l’uso, in composizioni vocali, dell’alfabeto per chitarra.
Dopo la pubblicazione de “I lieti giorni…” M. lasciò Napoli per far ritorno nel Salento, dove fu maestro di Cappella del Duomo di Lecce.
Ad Angelo Gallone, mercante di olio e poi barone di Tricase, è dedicata una raccolta di musica sacra pubblicata a Venezia nel 1612, Amphiteatrum angelicum divinarum cantionum Opera XII.
Possiamo pertanto concludere, in base alle fonti a noi pervenute, che M. fu molto vicino a numerose famiglie aristocratiche e colte in varie città d’Italia.

Da anni impegnata nell'ambito della musica antica, Vania Palumbo, cantante e strumentista salentina, svolge attività solistica e in collaborazione con formazioni vocali e strumentali quali l'Ensemble “Concentus”, il trio vocale-strumentale “Laudarium ” e la Schola Gregoriana “Cum Jubilo”.
Ha partecipato a varie stagioni liriche e sinfoniche presso teatri lirici quali il Politeama Greco di Lecce, il Teatro Comunale di Ferrara, sotto la direzione di Claudio Abbado, Ferrara Musica ed altri enti.Con la direzione del Maestro Abbado ha partecipato all'incisione integrale del “Don Giovanni” di Mozart per l'etichetta Deutsche Grammophon.
La sua vocalità spazia dal Canto Gregoriano e medievale al repertorio rinascimentale e barocco fino alla musica tradizionale e popolare e al repertorio lirico. Agli studi musicali unisce un'intensa attività progettuale che si esprime nella “scrittura” di programmi tematici nei quali spesso si intrecciano musica e letteratura. Alcuni progetti sono legati a particolari ricorrenze o a personaggi storici quali Dante, San Francesco, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio, Federico II, Carlo V, Pasolini, Calvino ed altri.

Negli ultimi anni l'artista ha riservato particolare attenzione alla musica tradizionale di tutta Europa, con l'inserimento di testi recitati originali o tratti da antiche fonti, e a progetti dedicati all'intreccio tra musica e poesia, promuovendo recital solistici o in piccole formazioni.Vania Palumbo cura l'aspetto storico dei programmi presentati, offrendo al pubblico spettacoli con basi letterarie e storiche approfondite e con proposte musicali frutto di autonoma ricerca delle fonti e, in alcuni casi, rielaborazione delle stesse.
Grande attenzione è riservata agli strumenti, copie fedeli di quelli antichi secondo l'iconografia medievale, e di origine popolare o etnica, e allo studio delle contaminazioni musicali e dei repertori che ne sono derivati, come ad esempio la musica sefardita.
Ha partecipato a festival e rassegne, tra cui “Sacre Note”, “Festival Leonardo Leo”, “Il Cammino Celeste”, “Maggio Musicale Salentino”, Stagione concertistica “Musica Civica” Foggia, “Camerata Musicale Salentina”, “Oriolo Cult Festival”, iniziative culturali FAI – Cerrate, Case ospitanti nei Sassi di Matera, Stagione concertistica Associazione Mozart Italia, Festival Cameristico Internazionale del Capo di Leuca, Festival “Notti Sacre” Bari, Festival del Teatro Antico “ArchiTa” Taranto, Rassegna Internazionale di musica sacra “I suoni della devozione” Brindisi.

Per il lavoro di ricerca e di divulgazione della musica e della cultura medievali svolto negli ultimi anni, insieme all' Ensemble Concentus, l'artista ha ottenuto per il 2018 il premio “Italia Medievale”, classificandosi prima in ambito nazionale in seguito a valutazioni storico-artistiche da parte di esperti e a votazione popolare.
Ha pubblicato gli album “Canzoni in forma di rosa” e “Canzoni in forma di rosa vol. 2” dedicati a diversi aspetti della personalità di Pier Paolo Pasolini e, in particolare al suo cinema e all’interesse per la musica popolare. Con il cortometraggio musicale “E glossa ti’ mana – La lingua madre”, anch’esso dedicato a Pasolini, ha vinto il bando Puglia Sounds Producers 2023, pubblicando la relativa colonna sonora.
Quest’ultimo progetto, in particolare, ha avuto numerose repliche anche nell’ambito di attività proposte alle scuole, vedendo l’adesione di un gran numero di studenti e la collaborazione con importanti archivi fotografici dedicati a Pasolini, come l’Archivio Tommasi (Calimera) e l’Archivio Notarangelo (Matera). Il concerto dedicato a Pasolini è stato recentemente proposto in coproduzione con la Fondazione Pietà de’ Turchini, Napoli nell’ambito del Jeans Music Festival.
Un recente progetto, “Ardo ragiono e canto”, dedicato al Poeta salentino Girolamo Comi ha ottenuto il Patrocinio della Provincia di Lecce, titolare di tutti i diritti sulle opere di Comi (Prot.9277/2024), in quanto “la stessa rappresenta un valido momento di crescita culturale, sociale e civile dell’intera collettività”.
“A lieta vita” è stato anche il titolo della serata dedicata a Girolamo Melcarne al Festival che il paese che gli diede i natali gli ha dedicato nella deliziosa location della Chiesa Madre (con la direzione artistica di Antonio Santoro).
Vania Palumbo (canto e percussioni) si è esibita con la sua Ensemble “Concentus” formata da Angelica Lacalamita, liuto e chitarra spagnola, Maurizio Ria, viola da gamba, Giovanna Tricarico, spinetta. Con strumenti dell’epoca fedelmente riprodotti.
Il Festival fu inventato dal maestro di violino Doriano Longo nel 1999 (l'amministrazione comunale, nella persona del prof. Antonio Negro, lo appoggiò con entusiasmo). Aa Parigi scoprì che il musicista era assai conosciuto e che aveva inventato un nuovo modo di scrivere musica per chitarra spagnola.
Il prof. Longo è stato direttore artistico della rassegna molto apprezzata dalla critica specializzata e da un vasto pubblico di appassionati fino agli anni del Covid, quando fu interrotto per cause di forza maggiore.
Nel 2004, con le Edizioni Accademia di Terra d'Otranto, ha pubblicato "I Lieti giorni di Napoli" (Concertini Italiani in aria Spagnuola Madrigaletti et Arie Gravi), trascrizione ed edizione critica.
Con la sua "Ensemble di Terra d'Otranto", Longo lo ha fatto conoscere in tutto il mondo esibendosi alla Rai, in grandi teatri e importanti rassegne.
Francesco Greco