Nelle immediate vicinanze della Masseria Grande di Surano, all’ombra dell’imponente torre e di vecchie costruzioni ad uso dei massari recuperata a nuova vita, (ri)sorge una piccola cappella rurale dedicata a San Felice.
Conosciuta anche come Cappella della Circoncisione, il piccolo edificio religioso è stato edificato tra il XVI e il XVII secolo ed è stato oggetto di un recente intervento di recupero che le ha restituito parte della dignità dissolta dall’incuria del tempo.

Il tetto crollato; un enorme albero di fico che minava la stabilità ogni giorno sempre più precaria dei muri laterali ancora in piedi; il sole la pioggia che consumavano progressivamente ciò che restava di un affresco la cui tematica è piuttosto insolita nell’iconografia tradizionale delle chiese salentine (e che da il nome alla cappella), riassume sommariamente lo stato di permanenza del piccolo edificio religioso per moltissimi anni.
Paradossalmente, le foglie dell’albero di fico, la cui chioma cresciuta tanto rigogliosa ricopriva tutta la superficie aerea dell’edificio quasi come un ombrellone, ha facilitato una sommaria conservazione dell’affresco che un tempo sovrastava un piccolo altare. Si tratta di una scena che rappresenta il momento della circoncisione di Cristo, ambientata in un contesto cronologico indubbiamente più vicino ai nostri giorni. La parte di intonaco sulla quale era affrescato il volto del bambin Gesù non è più presente, ma sono ancora ben riconoscibili la madre e il padre adottivo, entrambi nimbati e vestiti con un manto azzurro, accompagnati dai Santi Felice, Antonio e Luigi.

Nonostante la rarità del repertorio iconografico, ciò che ha reso famosa la piccola cappella, era proprio l’albero di fico che cresceva indisturbato al suo interno, e che ne permetteva un’immediata riconoscibilità anche a debita distanza. Il 30 aprile 2004 un decreto della Sovrintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Puglia sottopose il monumento a tutela, riconoscendone il particolare interesse artistico ma, già allora, l’albero cresceva rigoglioso e non vennero effettuati ulteriori interventi per sanare la situazione.

L’opera di restauro non ha potuto usufruire di fondi sufficienti per recuperare anche l’affresco, dedicando sforzi e attenzione all’urgente ripristino della struttura muraria. Il progetto (condiviso con il Laboratorio Urbano “Bollenti Spiriti” Abitare i Paduli, il Comune di Surano e la sovrintendenza), avviato nel 2023, ha visto dapprima la cessione del bene a patrimonio pubblico, fortemente voluto da una tenace partecipazione cittadina sfociata nel “Comitato per la chiesetta di San Felice”.
Il sostegno del Laboratorio Urbano Abitare i Paduli è stato fondamentale per la causa, proponendo un’idea di gestione e valorizzazione legata al più ampio patrimonio di chiese rurali e rupestri che si trovano nel Parco Paduli attraverso le attività condotte in seno al Museo Miab.
L’intervento di parziale recupero è stato possibile destinando alla causa finanziamenti per gli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro conservativo aventi carattere di urgenza della Regione Puglia e con fondi dell’Amministrazione Comunale di Surano. Il progetto è stato redatto dall’architetto Mauro Lazzari (Metamor Architetti) con la collaborazione dell’arch. Amedeo Capone. La realizzazione è stata affidata a MGM s.r.l. con la supervisione della restauratrice Dania Cianci.
Marco Piccinni
SITOGRAFIA:
https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/prima_abbandono_ora_restauro_nuova_vita_chiesetta_san_felice-7409787.html
https://www.museomiab.it/restauro-san-felice/