Perseguitati da Stalin, venivano dal Barese. L’opera è di Antonio Sodo
Su di loro, implacabile, è calata la mannaia dell’oblio, forse della rimozione. Sono gli italiani – pugliesi, soprattutto – che a partire dalla prima metà dell’Ottocento cercarono pane e futuro in Russia, più precisamente nella penisola di Crimea (a sud dell’Ucraina, sull’istmo fra il Mar Nero e il Mare d’Azov). Deportati poi per volere di Stalin – siamo nel gennaio 1942 – in Kazakhastan. Figli e nipoti di italiani, benché ormai naturalizzati russi. Contadini e pescatori soprattutto. Bastò a perderli perché provenienti da un Paese schierato da Benito Mussolini contro l’Urss.
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