Nel Salento, così come in tutto il Meridione, le torri costiere costituivano un avamposto di difesa così come i castelli e le mura fortificate nell’entroterra. In epoca medievale furono erette dai sovrani di Bisanzio e da quelli di Palermo e di Napoli, successivamente dai Viceré spagnoli. Fu proprio il Viceré don Pedro da Toledo, per conto di Carlo V, ad ordinare la costruzione di torri marittime e il rinforzamento di quelle preesistenti, dal momento che le scorrerie dei Turchi nel Mediterraneo incrociavano spesso la penisola salentina.
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A Maglie il venerdì precedente la Settimana Santa si tinge dei variopinti colori degli oggetti in terracotta che animano la tradizionale Fiera dei Campanelli o Fiera della Madonna Addolorata. Fiera che si tiene ogni anno lungo la strada che da Piazza Tamborino conduce verso il Santuario dell’Addolorata, il venerdì antecedente alla Domenica delle Palme, giorno liturgicamente dedicato a festeggiare la Madonna dei sette dolori.
Lascia un commentoDal 4 al 15 Aprile 2012 presso la Tipografia del commercio “A. Buttazzo” si terra la mostra del pittore Salentino Ezio Sanapo. L’inaugurazione si terrà il 4 Aprile alle ore 18.00.
Interverranno per l’occasione Giovanni Invitto e Alessandro Laporta. Di seguito l”invito all’evento.
Lascia un commentoSulle grandi opere viarie che sono in progetto o in fase di realizzazione in tutto il nostro paese sorgono da più parti comitati di associazioni ambientaliste e di cittadini, preoccupati per il loro impatto ambientale. E’ il caso delle statali 275 (nel tratto Maglie-Leuca) e 16 (nel tratto Maglie-Otranto), che interessano la porzione sud-orientale del Salento, l’estremo lembo della Provincia di Lecce. Un territorio significativo per la presenza del Santuario della Madonna De Finibus Terrae, laddove si erge il Faro che irradia con la sua luce le acque dell’Adriatico e dello Ionio che qui si separano e si ricongiungono in un moto perenne. Proprio questo Santuario ha rappresentato nella cultura contadina la fine del mondo, dell’ecumene conosciuto, il termine oltre il quale cominciava il regno dell’Ade e per questo – dice il poeta Vittorio Bodini – “è qui che i salentini dopo morti / fanno ritorno / con il cappello in testa”. Certo, altre suggestioni…
2 CommentiL’età del bronzo indica un arco temporale in cui l’uomo comincia ad utilizzare in maniera sistematica questo metallo per la realizzazione di alcuni strumenti dopo una prima esperienza con in rame. Siamo nell’Eneolitico (che si suddivide per l’appunto in età del rame dai 5000 ai 4300 anni fa ed età del bronzo che va dai 4300 ai 2900 anni fa).
Lascia un commentoMacari, un termine con il quale si indicano maghi, stregoni e fattucchieri che giocavano con la magia nel Salento d’altri tempi quando ancora il confine tra esoterismo, realtà e credenza popolare era talmente sottile da potersi confondere in ogni piccolo aspetto della vita quotidiana: tra le strade, le case, le persone. Macari sono anche gli abitanti di Soleto, che così vengono soprannominati in quanto, in questo paese, si ritiene vi fosse la più alta concentrazione di individui dotati di poteri occulti di tutta la provincia di Terra d’Otranto.
1 commentoIl parco archeologico di Parabita ha consentito di preservare e far conoscere alla comunità salentina alcune degli aspetti della storia di questa incredibile terra probabilmente, anzi no, sicuramente, sconosciuta ai molti. Una piccola città talmente famosa da essere menzionata anche all’interno dei libri di storia dell’arte, nel capitolo relativo all’”arte preistorica”, quando la quasi totalità degli aspetti della storia occidentale taggati con “Salento” vengono oscurati o eclissati. Il sud resta ai margini dell’impero.
1 commento«Costruire casette, attaccare topi a un carrettino, giocare a pari e dispari, cavalcare una lunga canna» erano secondo la testimonianza del poeta Orazio (Satire II, 3,247-248) alcuni dei divertimenti preferiti dei bambini romani, a questi si aggiungevano la trottola (il nostro cruvulu), mossa con uno spago o un frustino, il cerchio, spinto da un bastoncino, l’altalena, e poi i giochi di gruppo come il rimpiantino, la mosca cieca, lo “schiaffo del soldato”, i giochi con la palla, eseguiti sempre a mano. Un modo di giocare era anche imitare gli adulti, quindi si giocava a fare la guerra, i giudici e gli avvocati, i magistrati.
Lascia un commentoPercorrendo le strade del centro storico di Giuliano di Lecce, piccola frazione di Castrignano del Capo, ci si rende conto che qualcosa tra le case del vecchio abitato, nelle antiche strade lastricate di chianche, negli sguardi delle persone che le abitano, rende questo borgo diverso dagli altri.
Non si tratta di particolari artifizi architettonici o ghirigori decorativi ma di una saggezza popolare che trasuda dai mattoni di tufo estratti nelle vicine cave dagli “zzoccaturi” e utilizzata per la costruzione di umili dimore. Una saggezza che spazia tra gli argomenti più disparati: religione, lavoro, vivere in comunità. Una saggezza che parla principalmente il latino, la lingua del clero e dei colti, con la quale sono state incise decine di lapidi sparse tra via Regina Elena e via Verri.
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