Un villaggio dell’età del bronzo a Parabita
L’età del bronzo indica un arco temporale in cui l’uomo comincia ad utilizzare in maniera sistematica questo metallo per la realizzazione di alcuni strumenti dopo una prima esperienza con in rame. Siamo nell’Eneolitico (che si suddivide per l’appunto in età del rame dai 5000 ai 4300 anni fa ed età del bronzo che va dai 4300 ai 2900 anni fa).
Le giornate per gli uomini che hanno vissuto in questo periodo non erano certo dense di emozioni. Si facevano nuove esperienza nelle due attività che divennero fondamentali da quando i nostri antenati decisero di adottare uno stile di vita sedentario e non più nomade: allevamento e agricoltura. Ogni giorno si compivano piccoli passi che hanno contribuito, nel corso dei secoli e dei millenni, ad alimentare un circolo virtuoso di scoperte e invenzioni fino a giungere ai giorni nostri. Con il nuovo stile di vita cambiano anche i gusti domestici, non più solo caverne e grotte ma anche villaggi organizzati.
Le abitazioni tipiche erano costituite da capanne in legno con un perimetro in pietra, appositamente realizzato o scavato nel banco roccioso. Il tetto era solitamente ricoperto con fogliame di vario genere. Per il sostegno della volta venivano utilizzati dei pali in legno infissi all’interno di un foro scavato nel banco d’appoggio. Uno di questi villaggi è ancora visitabile. Ovviamente non aspettatevi di incontrare capanne ancora in piedi né tantomeno uomini intenti a coltivare la terra. E’ ciò che è stato salvato da un principio di attività estrattiva in località Masseria Vecchia (zona designata ad uso cava), una contrada inserita all’interno del Parco Archeologico di Parabita, ai margini di un altopiano roccioso.
Il villaggio è stato indagato nel 1984 dalla sovraintendenza dei beni archeologici della Puglia che ha riportato alla luce, su una superficie di quasi 1000 metri quadrati, decine di buche da palo dal diametro variabile tra i 15 e i 30 cm e i resti di una capanna a base circolare del diametro di 7metri. Importanti sono stati anche i ritrovamenti di materiale fittile in un fondo attiguo, tra i quali i resti di una coppa di argilla decorata con motivi a zig-zag dipinta di bruno. Una produzione micenea databile al XII-XI secolo a.C e giunta fino al Salento grazie agli intensi rapporti commerciali e marittimi che hanno caratterizzato questi due popoli.
L’età del bronzo fu, infatti, interessata da un’intensa frequentazione delle coste pugliesi da naviganti micenei probabilmente in cerca di materie prime tra le quali i metalli. Questo permise indubbiamente un primo scambio culturale tra due mondi che si avvicineranno sempre di più fino a fondersi in un’unica entità di cui la Grecìa Salentina è solo un piccolo residuo.
Marco Piccinni