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Attenti alla peronospera, è una malattia contagiosa

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Occhio alla peronospera! Thomas Mann inventò un neologismo: “neghittoso”, Baudelaire tradusse in “spleen”, Turgenev parlò di “nichilismo”, i vecchi cafoni di Terra d’Otranto di “camascìa” (accidia, fiacca). Freud direbbe depressione. Una scuola di  pensiero? Un  atteggiamento esistenzialista? Una visione fatalista della vita? Un trend comportamentale delle nuove generazioni nel XXI secolo? Saggezza da monaco buddista? Un filosofia che avanza dentro e fuori di noi? Ipotrofia dell’io? Una proiezione patologica dell’anima? Cos’è la peronospora? Chi ha qualche rudimento di botanica ben sa che è una malattia della vite, ma c’è chi ne fa un transfert lacaniano e lo estende a un modo passivo di essere al mondo, un lasciarsi vivere senza prendere decisioni, indugiando come realtà meramente biologiche dal battersi, lottare, aprirsi un varco nel tempo e nell’esistere.

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Le Grotte Cipolliane

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La terra e il mare, due elementi dalle caratteristiche organolettiche agli antipodi, fisicamente distanti ma al contempo sempre così vicini: si rincorrono, bisticciano, si baciano. Le acque dalle quali le terre sono emerse sembrano quasi che vogliano schiaffeggiare quelle rocce che ne sovrastano la superficie per poi cullarle dolcemente pochi istanti più tardi, quando la rabbia è ormai scemata.

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Quel gineceo inquieto di Via del Ninfeo, a Lecce

Tempo di lettura: 3 minutiTutto in un’estate, dal 16 luglio al 27 agosto (festa del patrono Sant’Oronzo) nel cuore antico della Lecce barocca. Qui si muove un’umanità inquieta e dolente, tormentata in senso dostoevskjano, che cerca di ricomporre il puzzle della sua esistenza, le tessere sparse nell’aria dal favonio che spossa il corpo e la mente, tentando di dare un senso al tempo ch’è toccato in sorte.

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La fontana Greca di Gallipoli

Tempo di lettura: 5 minutiLa fontana dello scandalo! con questa espressione ci si riferisce spesso a quello splendido capolavoro scultoreo che rende orgogliosa Gallipoli da tempo immemore. Una datazione che non è possibile definire con certezza dato che in molti si dibattono ancora sulla data della sua realizzazione. Stiamo parlando della fontana greca di Gallipoli.

I più romantici e campanilistici la vorrebbero edificata nel III secolo a.C., attribuendole di fatto il titolo di fontana più antica d’Italia. I più razionali e cauti invece la datano al rinascimento, con un ritrovato stile e contenuti a carattere ellenico-romano.

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Torre Lupo

Tempo di lettura: 2 minutiPer raggiungerla basta seguire una vecchia strada che dal centro storico di Marittima di Diso si addentra all’interno della contrada rupestre, tra torri colombaie e antichi muretti a secco, per poi terminare su una meravigliosa altura. Li, Torre Lupo, è ancora in piedi.

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L’emigrazione interna italiana negli anni ’50 e ’60

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Il fenomeno migratorio italiano ha falcidiato fin dall’Ottocento, in misura diversa, tutte le comunità regionali  italiane. La nostra ricerca si sofferma, in particolare, sugli aspetti che esso ha assunto negli anni del miracolo economico. Soprattutto fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del cosiddetto “triangolo industriale”.

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Un episodio della Rivoluzione del 1799 a Gallipoli in una cronaca sincrona

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Il 23 Gennaio del 1799 cade il Regno di Napoli in seguito alla disastrosa campagna indetta dai Borbone per liberare Roma dai francesi. Ferdinando IV fu costretto a riparare a Palermo, consegnando di fatto le chiavi del regno al nemico che aveva cercato di allontanare dai propri confini ma che invece divenne a tutti gli effetti il padrone di casa. Nacque la Repubblica Napoletana.

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