ROMA – Alla fine è magicamente apparsa la donna-ragno, commovente tribute alla sua terra, la demartiniana “terra del rimorso”, o della sete, che ha plasmato il suo dna, il gusto estetico, la sensibilità. Il pubblico ha capito: è stata standing-ovation. E così Antonio Ventura de Gnon, dopo 10 anni di assenza, è stato re di Roma per una notte alle sfilate primavera-estate 2013. L’emozione era così intensa che ha fatto solo metà passerella, lasciando tutta la scena alla performance demenzial-futurista di Enrico Lucci (Le Iene) in abiti da donna.
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Un tripudio di colori e maschere in festa quello che per Corsano è ormai diventata una tradizione consolidata a tutti gli effetti e che si rinnova e inorgoglisce sempre di più da ormai 30 anni.
Non è il Carnevale dei blasoni dei suoi fratelli provinciali, non può vantare radici storiche ne tanto meno maschere autoctone. Ciò che fa numero sono le oltre 50.000 presenze ogni anno, le centinaia di volontari che si prodigano anima e corpo senza chiedere una lira in cambio, se non quella soddisfazione che inorgoglisce e gratifica, i sorrisi dei bambini che si lasciano coinvolgere dalla stravaganza di un mondo in cui per pochi giorni all’anno domina il non-sense e tutte le leggi che fino poco tempo prima la facevano da padrone sembrano magicamente abolite. Allora bhe, chè dire, ogni impulso di confronto cade per lasciare spazio solo alle lodi di un grande successo.
Lascia un commentoNella bottega del rigattiere trovi di tutto, persino la pietra filosofale, la polvere pirica e l’almanacco del tempo. Paolo Vincenti ha ordinato gli oggetti e li ha disposti in ordine sparso sullo spazio libero che ha trovato. Ce ne sono tanti altri che si trovano scartabellando tra vecchi giornali, documenti, libri storici scampati ai roghi delle Biblioteche di Alessandria e di Casole, per es. Per questo si è affrettato ad aprirla, prima che qualcuno si svegli con la luna storta, non dei borboni, e decida di bruciare i libri, come è accaduto in “Fahrenheit 451″ di Ray Bradbury.
Lascia un commentoA Maruggio non fa freddo, a Milano sì. Maruggio, ora in provincia di Taranto a due km dal mare Ionio sulla direttiva di Manduria, ricco entroterra agricolo della piana salentina, è il paese natale di Emilio Marsella. La zona Lorenteggio di Milano, dove abita ed esercita le sue arti, era periferica sicuramente quando ci è arrivato Emilio, durante il militare, decantata da Gaber come pullulante di trani, le osteriacce popolari dove veniva mescito il forte vino pugliese, detto m(i)ero, schietto. Sta in questi due luoghi la vita e l’arte di Emilio Marsella, classe 1929, che ha trascorso la fanciullezza a Maruggio in una famiglia di contadini, privato a 8 anni della madre per una malattia, ed educato dalla nonna, che parlava “la lingua dell’orto”.
1 commentoSituata al confine tra Ugento, Casarano, Taurisano e Ruffano, la collina del Manfio può essere considerata un vero e proprio tesoro storico-naturalistico, ricca di testimonianze che ci riportano indietro nel tempo in un periodo imprecisato nel quale non era ancora stata “inventata” la civiltà.
Lascia un commentoIl giornalista Francesco Greco ha chiamato a raccolta in questo saggio giornalisti, storici del paesaggio, antropologi, architetti, archeologi e studiosi vari per sostenere le ragioni dell’ambiente e della cultura salentina, che sarebbero compromessi se si realizzasse l’autostrada nord-sud Maglie-Leuca, considerata una ferita che taglierebbe un territorio su cui si sono miracolosamente conservati gli elementi naturali come tratto distintivo di una cultura che si è sedimentata nel corso dei secoli, fin dall’età preistorica, nel paesaggio, in piccole strutture rurali, nei muri a secco e nei viottoli che si ramificano nelle campagne.
6 Commenti“Lo Spirito del Grano – teorizza Isidoro Colluto figlio di braccianti agricoli sfruttati dagli agrari – tornerà nei nostri campi, indietreggiando davanti ai colpi di falce dei mietitori. Dovremo supplicare per farlo tornare. Si trova in tutte le società agricole fin dalla Preistoria, a volte in forma maschile, a volte in forma femminile (la madre del grano). Lo Spirito del Grano è la spiegazione mitica del mistero contenuto nel continuo rinnovarsi della vita: dai semi del grano vecchio (che muore) nascerà l’anno successivo il nuovo raccolto”.
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