Un pomeriggio assolato agostano in Salento, sulla banchina della stazione ferroviaria di Salice Salentino. Sandro Greco con la moglie Rita mi attende incredulo che potessi giungere con una littorina delle mitiche sud-est da un paese dei pòppiti, fuori dalle mura della città capoluogo Lupiae. Con Sandro concordiamo subito che quell’appellativo di ‘cafoni’ ci riempie di orgoglio, condividendo lo spirito di Giorgio Cretì, autore del romanzo che andiamo rappresentando come teatro per masserie. La conoscenza con Sandro è stata fulminea ed anche il primo impatto suscita simpatia immediata: ‘Mi sembra che ti conosco da vent’anni!’ – mi dice. Lo prendo come un complimento. Capisco che quello del tempo assilla il nostro artista poliedrico, difficilmente classificabile, polùmetis, dal multiforme ingegno.
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C’è un Salento che non conosci che si estende nel sottosuolo, dove solitario e noncurante del pericolo striscia nel fango fino a raggiungere gli angoli più remoti della terra. Scava e modella senza sosta, modifica e trasforma ambienti, gallerie, mentre il paesaggio che lo sovrasta muta e reagisce di conseguenza: alberi che penetrano nella nuda terra ben oltre l’altezza delle proprie radici, animali divorati dal suolo, acqua che scompare e si prosciuga nelle cisterne.
Lascia un commentoUna via del gas lunga quattromila chilometri, da Baku capitale dell’Azerbaigian a Brindisi, con la variante Melendugno (Le), una strada che ripercorre le vie carovaniere della seta e dell’incenso. Ricalcata sul tragitto che da Roma imperiale con la via Appia, la Regina viarum, dopo l’attraversamento del mare, approdava sulla sponda opposta epirota a Dyrrhachium e poi lungo la via Egnatia fino a Byzantium Constantinopolis e da lì attraverso l’Asia Minore e l’Armenia fino al Mar Caspio. Da qui ora parte la via del gas, il gasdotto TANAP (Trans Anatolian Pipeline) che diventa TAP (Trans Adriatic Pipeline), dieci miliardi di metri cubi di metano all’anno dal 2019.
2 Commenti‘Di che cosa devo parlare, di che materia?’ – Francesco De Maglie mi traguarda come se alla distanza di pochi passi l’uno dall’altro intercorressero tra noi tempi e vicende incontenibili. ‘Partiamo dalla fanciullezza, da quando eri ragazzo?’ – la mia idea di tempo è lineare, quella di Francesco tumultuosa. – ‘Se io debbo raccontare della mia fanciullezza attraverso la prigionia, la guerra, il carcere ti nascono i capelli bianchi!’ – ‘Perché?’ gli chiedo e attacca a narrare.
Lascia un commentoDue iguane che si abbracciano, o forse no, si spintonano per poter avere un posto in primo piano in una fotografia. Sono lì, attente, scrutano l’obiettano come se fossero consapevoli della destinazione di quella azione così normale e ripetitiva per la specie umana, una delle tante con le quali hanno imparato ad interagire. Siamo nel museo di storia naturale di Calimera, in visita al suo vivarium.
Lascia un commentoRiserva naturale regionale orientata del litorale tarantino orientale. È questo il suo nome completo, anche se tutti la conoscono semplicemente come la riserva di Torre Colimena. Istituita negli anno 2000, ma inserita nell’elenco delle aree protette italiane solo nel 2010, si estende su una superficie di oltre 1000 ettari coinvolgendo diverse oasi e aree di particolare interesse come i boschi Cuturi e Rosa, la foce del Chidro, le saline dei Monaci, le dune di Torre Colimena, la palude e le dune del Conte.
Lascia un commentoSenereca, XI secolo. In un piccolo cantiere prende forma, mattone dopo mattone, una chiesa, una basilica. Tutti i conci utilizzati sono cavati ad hoc per la costruzione di questo edificio religioso che ben presto sarà officiato con il rito greco-bizantino. Al suo interno si stende già uno strato di intonaco sul quale apporre il colore. Le pareti prenderanno vita con le scene di testimoni e santi che hanno fatto la storia e la cultura di una nuova religione, fondata in nome di un uomo, un dio, da coloro che furono i suoi seguaci.
Lascia un commentoStrade di alberi di ulivo e muretti a secco, qui è ancora possibile camminare tra gli spazi che un tempo erano parte integrante del borgo medioevale di Misciano, nelle campagne di Muro Leccese.
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