“Alle otto e quaranta Phileas Fogg e il suo domestico presero posto nel medesimo scompartimento. Alle otto e quaratacinque echeggiò un fischio e il treno si mise in moto. La notte era oscura, cadeva una pioggia fine. Mr Fogg, appoggiato di fianco nel suo angolo, non parlava”. Così Jules Verne, l’uomo dei viaggi impossibili, dà inizio al viaggio-scommessa del signor Fogg e Passpartout volto a completare il giro del mondo in appena 80 giorni. Si parte da Londra, per raggiungere Brindisi, e da lì imbarcarsi per l’oriente.
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Silenzio. Nessuno ha più la forza di piangere i morti che di giorno in giorno si accumulano nelle fosse comuni. Volti straziati dal dolore, visi rigati dalle lacrime. Un anno che difficilmente potrà essere dimenticato. Quel 1540 martoriato da un morbo di cui molti ne ignoravano la denominazione. Non faceva differenza conoscere il nome del male che avrebbe potuto ucciderti se non se ne conosceva anche il rimedio per fuggire all’atroce sentenza. Quello che ti impediva di avvicinarti ad un vicino, ad un amico, ad un familiare sofferente per timore di essere contagiati a propria volta. Quello che ti impediva di respirare, di mangiare, di bere, temendo che qualsiasi cosa potesse essere infetta e veicolo di contagio.
1 commento‘E’ possibile – vi chiederete – che in periodi di crisi economica, quando è più rassicurante ricercare e valorizzare le proprie radici culturali anche a fini economici e turistici, le Autorità non si preoccupino di conoscere le tracce della storia e capire come chi ci ha preceduto avesse organizzato il territorio, realizzando strutture e manufatti rurali, vere e proprie masserie fortificate, simbolo di una economia agraria e pastorale tipica delle civiltà mediterranee?’ Cosa spinge a questa insipienza? Se lo chiedono anche i cittadini attenti al patrimonio culturale di Campi e del Salento, un lembo del territorio che ha visto trascorrere nel corso del tempo il fior fiore di civiltà che hanno lasciato nella cultura locale segni indelebili, come quelle tombe che sono disseminate in questa struttura che sicuramente risale nell’impianto originale alla civiltà messapica, poi romana, saracena, normanna e via via fino ai nostri tempi.
Lascia un commentoDue gemelli, uno umano e l’altro destinato all’immortalità. Uno strano guerriero muto con la testa di un canide. Un gigante buono alla ricerca del più potente sovrano da servire. Il signore dell’olimpo con le sue folgori. Personalità differenti nella natura e nell’aspetto che si ritrovano in un luogo, lo stesso, da secoli. La grotta di San Cristoforo nella marina di Melendugno.
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