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I medici del Nord? Quasi tutti meridionali

DEPRESSA (Le) – Ecco un ossimoro che fa venire il mal di testa. Avete presente i “viaggi della speranza” per curarsi al Nord, dove si pensa che ospedali e medici siano migliori di quelli del Sud?
Sono un luogo comune ossificato in un archetipo.

Altro topos: la fuga dei cervelli. Siamo stretti in una stridente contraddizione: i migliori studiano in loco (con i relativi costi alla pubblica istruzione) e poi se ne vanno, un dono che facciamo al mondo. Mentre le nostre coste a sud sono prese d’assalto dai migranti, studi esigui, professionalità scarsa.

Spesso i medici che troviamo negli ospedali e cliniche del Nord sono meridionali che non abbiamo saputo valorizzare.

Un “viaggio della speranza” ha intrapreso nelle passate settimane Aldo Mastria (foto) da Depressa (frazione di Tricase), una vita da autista della STP, oggi in pensione. Una brutta caduta al mare, un’operazione chirurgica alla gamba.

Aldo prende il treno e si ritrova all’ospedale di Suzzara (Mantova), la città di Cesare Zavattini. Arriva il giorno dell’intervento e cosa scopre? Che il primario ortopedico che procederà è un amico d’infanzia, hanno giocato a pallone insieme sulla piazza del paese. L’ennesima eccellenza indigena che ci siamo fatti scappare.

Il prof. Pasquale Martella sorride: lo ha riconosciuto, si abbracciano. Perché Martella sta al Nord? Lavorava in un ospedale locale, ma non si sentiva valorizzato, la sua bravura era tenuta nell’ombra. Ma un lavoro vicino casa può non essere il massimo nella vita, nonostante ci fosse sempre una fila di pazienti in attesa della visita.

Così un giorno Martella decide, parte e si mette al vento. Quando si presenta capiscono subito con chi hanno a che fare: lo assumono all’ospedale di Cittadella (Padova) e inizia a lavorare.

La sua fama si diffonde col passaparola: oggi collabora con 5-6 cliniche private, che lo chiamano, la sua agenda è piena.

In quella di Suzzara ha incontrato un pezzo della sua infanzia. E’ stato bello, emozionante aprire col “paesano” Aldo l’album degli anni belli e spensierati: “Ti ricordi quando tiravamo calci al pallone?”. “E tu Pasquale quando giocavamo con le noci e le mandorle nelle afose sere d’estate?”.

Francesco Greco


2 commenti su “I medici del Nord? Quasi tutti meridionali

  1. Aldo Mastria ha detto:

    Complimenti, bella e interessante la storia, calza a pennello proprio in questo momento che al governo discutono di autonomia delle regioni

  2. Carmen ha detto:

    Anche io sono una leccese trapiantata al nord. Alluce valgo e rigido avevano ridotto notevolmente la mia qualità di vita dandomi atroci dolori e difficoltà a camminare.
    Una collega mi ha consigliato il dott. Pasquale Martella, e durante la visita ho scoperto che eravamo conpaesani.
    Il dr Pasquale Martella si avvale della classica tecnica chirurgica aperta, effettuando un incisione di 3-4 cm, senza l’ausilio di mezzi di sintesi.La durata dell’intervento è di circa 20 minuti.
    Il giorno stesso dell’intervento il paziente può già camminare con il supporto di un’apposita scarpa ortopedica che dovrà portare per circa 30 giorni.
    Grazie al Dott. Martella sono rinata.

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